Carlo Ancelotti sul suo Real Madrid e sulla finale di UEFA Champions League contro il Dortmund – l'intervista
lunedì 27 maggio 2024
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"Ho provato le emozioni più grandi in questa competizione", racconta Carlo Ancelotti a UEFA.com in vista della finale che potrebbe regalare il quinto e storico successo all'allenatore.
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In pochi incarnano l'essenza stessa della UEFA Champions League come Carlo Ancelotti. L'italiano ha vinto quattro volte la competizione - più di qualsiasi altro allenatore - e adesso ha l'occasione di mettere in bacheca la sua settima coppa (comprese le due vinte da giocatore) quando il suo Real Madrid affronterà il Dortmund a Wembley il 1° giugno.
Parlando a UEFA.com, il 64enne ripercorre i risultati ottenuti finora e spiega cosa si aspetta dalla quarta avversaria tedesca diversa affrontata dal Real in questa stagione.
Sul cammino del Madrid
Quest'anno la squadra ha dimostrato grande coesione. È un gruppo molto determinato e dedito al lavoro di squadra. Nonostante alcune difficoltà iniziali, è stata una stagione eccellente e l'affiatamento e la professionalità del gruppo ci hanno permesso di superare tutte le prove.
C'è un equilibrio tra i giocatori più anziani che danno l'esempio e quelli più giovani con la loro altissima qualità. Questo ha permesso al nostro club di attraversare questa fase di transizione, in cui ci troviamo tuttora.
Sul mix di giovani e veterani
Nacho è cresciuto moltissimo qui. Ha fatto la trafila delle giovanili facendo esperienza e, anche se non sempre è stato una prima scelta, è cresciuto ogni anno anche da un punto di vista della personalità, sino a diventare il capitano. È un esempio di determinazione e professionalità.
Toni Kroos è ancora un pilastro, così come Luka Modrić. Sono tutt'oggi giocatori fondamentali per la squadra, anche se, da quando sono arrivati i giovani, forse ora contiamo un po' meno su di loro. Adesso conta di più la qualità che la quantità, ed entrambi hanno disputato una stagione eccellente in questo senso.
Sulla finale col Dortmund
Innanzitutto meritano di essere in finale perché hanno fatto grandi prestazioni nei turni precedenti, sconfiggendo squadre molto forti come l'Atlético de Madrid e il Paris. Sono una squadra molto solida e affiatata, con grandi giocatori. La loro prova difensiva contro il Paris mi ha sorpreso.
Siamo davvero felici di giocare un'altra finale. La tensione arriverà, ma vogliamo che arrivi il più tardi possibile. Dobbiamo goderci questo momento.
Riflessioni sulla Champions League
In questa competizione ho provato le emozioni più grandi, sia quelle positive che quelle negative. Non posso dimenticare la finale persa contro il Liverpool [nel 1984] quando ero alla Roma, né l'altra finale persa contro il Liverpool nel 2005 [da allenatore del Milan]. Ma ci sono anche molti ricordi positivi. Sicuramente prevale la passione, ed è questo che mi fa andare avanti.
Sulla sua evoluzione come allenatore
È molto importante continuare a imparare perché la vita cambia e il calcio cambia, ed è fondamentale tenersi aggiornati. Anche i rapporti con i colleghi e lo scambio di idee con loro sono molto importanti. Se proponessi quello che facevo 20 anni fa come allenatore, tutti mi prenderebbero per pazzo perché le cose, i metodi e gli allenamenti cambiano, quindi bisogna stare al passo con i tempi.