Olivier Giroud: la mia vita al top e il mancato passaggio all'Inter
lunedì 8 maggio 2023
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L'attaccante del Milan continua a segnare a 36 anni suonati e rimanda l'appuntamento alle semifinali di Champions League contro l'Inter.
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Questa si preannuncia come una stagione da ricordare, anche per un giocatore dagli standard altissimi come Olivier Giroud. A marzo, l'ex attaccante di Arsenal e Chelsea (36 anni) ha scavalcato Thierry Henry diventando il miglior marcatore di tutti i tempi della Francia, mentre i suoi cinque gol hanno portato l'AC Milan in semifinale di UEFA Champions League. A UEFA.com, Giroud parla di come invecchiare bene, del suo eroe da bambino e di quanto sia stato vicino a passare all'Inter.
Ai massimi livelli a 36 anni
L'obiettivo è sfruttare al massimo i minuti in campo. Grazie a uno stile di vita sano e al fatto che mi infortuno raramente, ho ancora buoni risultati e mi sento benissimo fisicamente: perché non dovrei continuare? Amo il calcio e so quanto mi mancherà quando appenderò gli scarpini al chiodo. Chiedete cosa ne pensa a Zlatan [Ibrahimović, 41 anni]. Per lui è lo stesso: ama il calcio e spinge al massimo. Rimanere al top anche quando il fisico rallenta è questione di passione, forza mentale, professionalità e determinazione.
Giroud in Champions League
56 Presenze
23 Gol
8 Assist
Il ruolo in spogliatoio
Per i miei compagni sono come un fratello maggiore: do consigli se ne hanno bisogno, sono disponibile e cerco sempre di avere un atteggiamento positivo. Parlare con i più giovani e incoraggiarli è importante. È un ruolo che mi piace, mi dà felicità giorno dopo giorno.
Il suo gol decisivo ai quarti contro il Napoli
[Dopo aver sbagliato il rigore] sapevo di dover rimanere concentrato, perché ero sicuro che avrei avuto un'altra grande occasione; un po' come contro l'Inghilterra ai Mondiali, quando ho segnato subito dopo averne sprecata una. È questione di resilienza e perseveranza, devi sempre credere che avrai una possibilità. Per un attaccante è importante mantenere la fiducia anche dopo un rigore sbagliato.
La sfida contro l'Inter in semifinale
San Siro è un posto speciale, soprattutto quando si tratta del derby. Poi c'è il prestigio della Champions League e il fatto che ci sarà sicuramente una milanese in finale. In Serie A ho segnato tre gol in tre partite contro l'Inter e ho anche fatto uno o due assist, quindi le statistiche sono buone. Ma ricordo anche la sconfitta in Supercoppa [3-0], loro hanno dominato nettamente. Mi è rimasta in testa, quindi dovremo giocare al meglio.
Il passaggio al Milan (e quello sfiorato all'Inter)
Firmare con il Milan era l'occasione per affrontare una nuova sfida. Al Chelsea, alla fine, non giocavo molto. Potevo andarmene prima e firmare per l'Inter nel mercato invernale del 2020, invece Dio ha voluto che scegliessi il Milan. Sono molto contento. Se mi avessero detto che al primo anno avremmo vinto lo scudetto dopo 10 anni e che al secondo saremmo tornati in semifinale di Champions League dopo 16 anni, mi sarebbe sembrato irrealistico.
Il suo idolo da bambino
Seguivo il Milan quando ero adolescente, alla fine degli anni '90. Un giocatore in particolare che mi ha fatto amare questa squadra è Andriy Shevchenko. Cercavo di imitarlo in allenamento, anche nel modo in cui correva e nella sua eleganza. Era uno dei più grandi attaccanti, molto completo; poteva segnare di destro, di sinistro e di testa, ed era anche veloce.