Fikayo Tomori del Milan racconta la sua filosofia: "Dare tutto e non avere rimpianti"
lunedì 6 marzo 2023
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Giocare in Champions League è sempre una gioia indescrivibile per il difensore del Milan, Fikayo Tomori, che racconta: "Ti fa venire la pelle d'oca".
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FedEx torna con Next in Line, la serie #UCL che presenta alcuni dei calciatori più interessanti e talentuosi del calcio europeo. Ogni episodio analizza il percorso calcistico del giocatore, le aspirazioni e le ambizioni che stanno alla base del suo successo, nonché il ruolo che i dati e le analisi giocano nel portare le sue prestazioni al Next Level, cioè al livello successivo.
"Il mio sogno nella vita potrebbe sembrare un po' banale, ma è non avere rimpianti", ha dichiarato Fikayo Tomori in un'intervista per la serie Next in Line, presentata da FedEx, che accende i riflettori sulle stelle del calcio europeo. "A fine carriera voglio poter dire che ho fatto tutto quello che potevo; che ho permesso a me stesso di essere me stesso. Alla fine, se vincerò un milione di trofei o se avrò vinto solo lo Scudetto, sarò comunque soddisfatto di ciò che ho fatto".
A 25 anni, il difensore centrale di origine canadese è diventato un top player della Serie A con il Milan, col quale ha vinto il campionato nel 2021/22 dopo oltre dieci anni di digiuno in casa rossonera. Questa è la sua ricompensa per aver deciso di lasciare la sua comfort zone. Passato nell'Accademy del Chelsea quando era ancora un bambino, Tomori si è trasferito a San Siro sponda Milan, inizialmente in prestito, nel gennaio 2021, e da allora ha imparato una nuova lingua calcistica.
"In Italia è più un: 'Ok, qui è dove devi essere quando la palla arriva. Questo è il modo in cui il tuo corpo deve essere. Qui è dove devi passare la palla'. In Inghilterra invece si può giocare più d'istinto. In Italia si cerca di eliminarlo il più possibile, così da sapere già cosa fare in campo, come giocare e dove passare la palla".
Tomori è nato a Calgary da genitori nigeriani - come spiega lui stesso, il suo nome completo, Oluwafikayomi Tomori, "significa proprio 'Dio mi ha riempito di gioia'" - ma si è trasferito a Londra da piccolo. Aveva solo otto anni quando è entrato nei radar del Chelsea: un talent scout ha contattato il padre per invitarlo a trascorrere del tempo nel Development Center del club, un'esperienza rivelatasi soprattutto all'inizio abbastanza scoraggiante.
"Il primo giorno che sono andato all'accademia, c'erano bambini di tutta Londra che sapevano fare le stesse cose che sapevo fare io. E per me non è stato facile. Ricordo che quando sono salito in macchina ho detto a mio padre: 'Papà, non sono sicuro di poter tornare'. Lui mi disse: "No, no, tornerai di sicuro. Hai bisogno di stare in un posto dove sei messo alla prova, dove puoi migliorarti'".
Quello è stato il primo shock culturale che il giovane Tomori ha sperimentato sulla propria pelle, ma non l'ultimo. Ricorda di aver assistito alla sua prima partita a Stamford Bridge con suo padre ("Non avevamo mai visto una partita di calcio dal vivo") e di essere rimasto stupito nel vedere Didier Drogba riscaldarsi davanti a loro: "Ci siamo detti: 'Wow, questo è il Drogba che vediamo in TV sullo schermo piatto e ora possiamo vederlo in 3D'".
Ha fatto la trafila delle giovanili al Chelsea, facendo esperienza in prestito al Brighton, all'Hull e al Derby, ma ha faticato a ritagliarsi il proprio spazio nella prima squadra dei Blues, nonostante la vittoria della UEFA Youth League 2015/16 e le quattro presenze in Champions League nel 2019/20. Quando è stato avvicinato dal direttore tecnico del Milan e maestro della difesa, Paolo Maldini, per un possibile prestito, Tomori ci ha visto un'opportunità.
"Una volta arrivato qui, ricordo di aver indossato la maglia a strisce rossonere. È stato semplicemente surreale", racconta ricordando i suoi primi giorni in città. "San Siro è come un monumento. Riesci a vederlo sempre mentre guidi. È come se fosse proteso verso di te. Poi, il giorno della partita, i tifosi sono lì da due ore prima della gara. Si sente l'energia che emanano".
Tomori ha indubbiamente incanalato questa energia positiva con successo. Prima il prestito, poi la conferma a titolo definitivo e infine la presenza più costante in Champions League in questa stagione. Pur essendo un professionista affermato, il difensore ammette che giocare nella massima competizione mondiale per club è sempre speciale.
"Si giocano le partite di campionato, le coppe nazionali, ma quando arriva la Champions League è tutto diverso", ammette. "Le luci di San Siro sono un po' più luminose. Ascolti i tifosi fino all'ultimo minuto prima del fischio iniziale quando tutto lo stadio urla insieme 'The Champions'. Ti fa venire la pelle d'oca, anche se succede ogni volta. È pazzesco".
"Ricordo che quando ho segnato contro il Liverpool [nella sconfitta casalinga per 2-1 del dicembre 2021], ho pensato: 'Ho segnato a San Siro per il Milan in Champions League. Wow, questo è quello che guardavo fare ai miei idoli e ora lo sto facendo io'. È pazzesco pensarci".
Tomori sa di aver fatto molta strada, ma è consapevole di averne ancora molta da fare per esprimere tutto il suo potenziale. Ha detto di essere consapevole di dover migliorare sui lanci lunghi, di dover affinare il piede sinistro e ottimizzare l'efficacia delle sue corse, aggiungendo: "Il mio Next Level è essere presente in entrambe le aree di rigore, essere dominante sia nel gioco aereo che col pallone tra i piedi".
Il difensore centrale racconta che la motivazione a migliorarsi gli sia venuta dal padre. "Lui dice che tutto si basa sulla determinazione, non solo nel calcio ma anche nella vita", spiega Tomori. "Se lavori duramente a qualcosa, se ti applichi e lo vuoi davvero, allora ciò in cui ti impegni ti darà i suoi frutti. È una cosa che ho sempre avuto in testa, tatuata da qualche parte nel mio cervello".
In un modo o nell'altro, continuando a impegnarsi per dare sempre il massimo, sta onorando la promessa fatta a se stesso: un giorno, quando finalmente potrà guardarsi indietro, si spera che sarà felice di aver dato tutto.