Intervista con Jude Bellingham: il Dortmund, l'esordio a 16 anni e gli obiettivi in carriera
martedì 25 ottobre 2022
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"Voglio continuare a spostare i limiti delle mie potenzialità e del mio talento", commenta il centrocampista del Dortmund a UEFA.com.
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A 19 anni, Jude Bellingham si trova in una situazione insolita: è uno dei giocatori più chiacchierati del calcio inglese ma gioca in Germania nel Borussia Dortmund.
Appena 16enne quando è approdato in prima squadra al Birmingham City, il centrocampista si è trasferito in Bundesliga a 17 anni a luglio 2020 e non si è più guardato indietro, collezionando oltre 100 presenze e ricevendo addirittura la fascia da capitano in assenza di Marco Reus e Mats Hummels. Il giocatore, oggi 19enne, racconta a UEFA.com il suo straordinario viaggio.
I primi calci con il fratello Jobe
C'era un prato davanti casa e giocavamo sempre. Stavamo fuori dalla mattina alla sera, soprattutto d'estate quando non c'era la scuola; alla fine eravamo sempre i migliori amici o i peggiori nemici. Le volte che siamo rientrati a casa con le lacrime non si contano.
Per noi, ogni partita che giocavamo era la finale di Champions League. Facevamo le squadre e costruivamo gli stadi. Penso che abbiamo giocato più o meno 1000 finali di Champions League su quel pratino e l'obiettivo era sempre lo stesso: giocare ai massimi livelli. Io lo sto facendo e sono sicuro che anche Jobe [Bellingham] ne avrà l'occasione un giorno.
L'esordio nel Birmingham a 16 anni
Fisicamente mi sentivo ancora un po' fuori posto. C'era sempre qualcuno che mi diceva che ero bravo, ma a dire il vero non ho mai voluto crederci. Sono sempre stato molto duro con me stesso e forse è per questo che la gente cercava di tirarmi su di morale.
Ricordo il mio esordio in campionato. Il giorno prima mi ero allenato bene e sono stato convocato, ma non mi aspettavo davvero di giocare. Non dimenticherò mai quando Jeff[erson] Montero si è stirato il bicipite femorale o il quadricipite e mi ha detto: "Sei pronto?". Io ho risposto: "Devo, no?". Ho segnato e sono andato avanti, fino ad arrivare qui.
La decisione di trasferirsi a Dortmund
Ho scelto di venire qui perché sapevo che la squadra aveva sempre lavorato bene con i giovani. Ovviamente ho avuto molto più tempo per decidere perché c'era il lockdown. È stata dura perché sapevo di dover prendere una decisione molto importante, ma avere così tanto tempo è la cosa migliore e peggiore allo stesso tempo.
La Bundesliga è iniziata alcune qualche settimana prima del campionato inglese e ho potuto vedere com'era la squadra. Quando l'ho vista, ho capito che esistono posti in cui si può davvero migliorare, e il Dortmund è uno di questi. Più guardavo la squadra, più pensavo: "Sì, qui ho una possibilità".
Capitano del Dortmund a soli 19 anni
Appena sono uscito per il riscaldamento e ho preso confidenza con la palla e il pubblico, è stata come qualsiasi altra partita. L'obiettivo era sempre vincere e non ho pensato molto alla fascia da capitano.
Il mister [Edin Terzić] mi ha sempre detto, anche quando Mats [Hummels] ha ripreso la fascia: "Non ti serve una fascia per essere un leader". Sono d'accordo: la parte più importante è dare l'esempio con le tue prestazioni.
Rimanere con i piedi per terra
Le persone mi dicono sempre che sono maturo, ma personalmente non me ne accorgo. Quando mi intervistano, si vede che mi concentro sulle domande, ma a casa sono un ragazzo normalissimo, a cui piace parlare, ridere e scherzare un po'.
Ho ancora 19 anni e ho vinto forse un trofeo nella mia carriera, ma non è abbastanza. Voglio vincere molto di più e continuare a spostare i limiti delle mie potenzialità e del mio talento.