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Xabi Alonso sulla finale di UEFA Champions League del 2005 vinta dal Liverpool contro l'AC Milan

Expedia presenta un'intervista con l'ex centrocampista del Liverpool, Xabi Alonso, sulla più grande rimonta di sempre in una finale di UEFA Champions League.

Alonso on Liverpool's 2005 glory

Sotto per 3-0 alla fine del primo tempo della finale di UEFA Champions League del 2005 di Istanbul, il Liverpool di Rafael Benítez sembrava ormai destinato a perdere la prestigiosa competizione europea che aveva tanto inseguito e vinto l'ultima volta nel 1984.

In questa intervista fatta in collaborazione con Expedia, l'ex centrocampista dei Reds, Xabi Alonso, ci racconta il gol del pari segnato al Milan all'Atatürk Olympic Stadium, dopo che Steven Gerrard e Vladimír Šmicer avevano accorciato le distanze, soffermandosi anche sulla vittoria ai rigori che è valsa alla partita il soprannome di 'Miracolo di Istanbul'.

Prima

Il cammino verso la gloria del Liverpool nel 2005

"All'ingresso nel tunnel sei concentratissimo. Guardi dall'altra parte e vedi il Milan. Quel Milan. L'esperienza e i giocatori che hanno è impressionante. Poi qualche metro più avanti c'è la coppa. Mia moglie, mio padre e mio fratello erano lì. Mia madre invece era rimasta a San Sebastian ma era come se la sentissi urlare dal divano".

"Desideravamo tantissimo la coppa. Per noi significava tanto. Eravamo alla nostra prima finale di Champions League ed eravamo abbastanza tesi. Sapevamo la responsabilità che avevamo".

Durante

"Il [Milan] giocava benissimo e con una facilità disarmante. Noi però gli stavamo rendendo le cose molto facili. Avevamo il possesso ma non riuscivamo a creare occasioni. Non eravamo pericolosi e ricordo che all'intervallo ero molto deluso da me stesso. Alcuni dei giocatori erano davvero giù. Molti pensavano che fosse finita e che ormai non avevamo alcuna possibilità".

"E Rafa invece di farci un discorso emotivamente forte, si è soffermato su degli aspetti puramente tattici: 'Ragazzi, dovete fare questo e cambiare quest'altro; non se lo meritano!' Ci ha fatto un discorso improntato soprattutto sulla tattica, su cosa stava andando male e cosa dovevamo cambiare. Così abbiamo detto: 'Vediamo cosa succede'.

Xabi Alonso travolto dai compagni dopo il gol del pari a  Istanbul
Xabi Alonso travolto dai compagni dopo il gol del pari a IstanbulPA Images via Getty Images

"Il primo gol di Stevie ci ha dato speranza. Ha confermato che stavamo facendo tutto meglio. E quando Vladi ha segnato il secondo gol, abbiamo detto: 'Dai che ce la facciamo! Ho avuto la sensazione che sarebbe arrivato anche il terzo. Era il mio primo rigore da professionista. Non avevo mai tirato un rigore da professionista. Avevo ben chiaro dove tirarlo, e il rigore non è stato nemmeno male, ma Dida ha fatto una gran parata. Io però ho avuto la reazione più veloce di sempre nella mia carriera e con quella ribattuta è stato come se fossi rinato".

"Sapevamo di essere di nuovo in partita. Avevamo ancora una vita e dovevamo difenderla. Dopo aver segnato il terzo, eravamo in buona forma, ma il Milan era come un leone ferito - quando torna, è ancora più pericoloso. Dovevamo difendere la vita che avevamo recuperato. E da lì al fischio finale del tempo supplementare è sembrato infinito. Avrebbero anche potuto segnare.

Xabi Alonso festeggia la vittoria a Istanbul
Xabi Alonso festeggia la vittoria a IstanbulPA Images via Getty Images

"Quando siamo andati ai rigori avevamo la convinzione che era stato il destino a portarci fin qui e che quindi avevamo buone possibilità di vincere. Sono stati momenti molto tesi, emozionanti. In quel momento era come se uno dei tuoi compagni di squadra andasse da solo in guerra contro il suo avversario scelto".

Dopo

"Un'esplosione di felicità. Euforia. Ho iniziato a correre, senza nemmeno pensare a cosa fare. La cosa migliore, a parte la felicità per ciò che hai raggiunto, è sapere quanto hai reso felice la gente. Quanto hai reso felici i tifosi del Liverpool. Ed è questo che rimane nella nostra memoria e che ci rende orgogliosi. Penso che dopo tanti anni, questa sia la cosa che ricordo con più affetto. È questo il motivo per cui giochiamo. Senza i tifosi, il calcio non è niente".