Luis Suárez sul periodo al Liverpool e sulla sfida del suo Atlético ad Anfield
lunedì 1 novembre 2021
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L'attaccante ripercorre il periodo coi Reds e racconta come Diego Simeone sta preparando la sfida di mercoledì ad Anfield.
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Dall'usare il Liverpool sulla PlayStation a vestirne la maglia da giocatore nel 2011, l'attaccante uruguaiano parla del suo periodo ad Anfield soffermandosi sull'amore dei tifosi e sulla filosofia del club.
Intervistato in esclusiva da UEFA.com prima della sfida della quarta giornata in casa del suo ex club, il 34enne attaccante dell'Atlético racconta come 'uno dei migliori allenatori del mondo', Diego Simeone, si avvicini alla sfida di Anfield.
Sul trasferimento al Liverpool e sull'atmosfera di Anfield
Quando sono passato al Liverpool, ricordo che era la squadra con cui giocavo alla PlayStation. Ogni giocatore avrebbe voluto giocare lì. L'atmosfera di Anfield era incredibile e sentivi l'amore dei tifosi dal primo all'ultimo minuto. Giocare con leggende come [Steven] Gerrard, Martin Škrtel, Danny Agger, Pepe Reina e Jamie Carragher è stato un sogno.
"Puoi sbagliare una partita ma non smetteranno mai di credere in te".
Sul rispetto dei tifosi
I tifosi si rendono conto che anche se non giochi bene ti stai impegnando, e lo apprezzano. Tra me e i tifosi del Liverpool c'è stato amore reciproco e questa cosa mi motivava ancora di più quando scendevo in campo ad Anfield.
Sulla potenza dell'inno 'You'll Never Walk alone'
Le parole dicono tutto. Puoi anche sbagliare una o più partite, ma loro non smetteranno mai di incitarti e credere in te. Non ti lasciano 'camminare da solo' in campo. È una sensazione che ti fa rendere ancora di più in campo.
Sul capitano del Liverpool, Jordan Henderson
È molto migliorato. È arrivato al Liverpool con l'etichetta di giocatore molto costoso. In più era giovane, inglese e doveva ancora dimostrare tutto. Ha rubato qualcosa a Gerrard, a Carragher e anche a me. Da quando è capitano, è molto maturato e adesso è un modello per il calcio inglese.
"In Champions League, anche il più piccolo dettaglio o distrazione può costarti caro. Contro il Liverpool è andata proprio così".
Sul consiglio di Steven Gerrard di restare al Liverpool
Ricordo che dopo la prima stagione un po' deludente volevo andare all'Arsenal che fino a quel momento era andato ogni anno in Champions League. Ho parlato con l'allenatore e con Gerrard, ed è stato lui a convincermi. Mi ha detto che se fossimo migliorati ancora e io avessi mantenuto gli stessi standard, l'anno successivo sarei potuto andare in club come Bayern München, Real Madrid, Barcellona, o qualunque altro avessi voluto, ma sarei dovuto restare un altro anno. In effetti l'anno dopo siamo arrivati vicini alla vittoria della Premier League grazie al lavoro della squadra e alla mentalità che ci ha trasmesso mister Brendan Rodgers.
Sulla sconfitta per 3-2 col Liverpool alla terza giornata
Contro le grandi squadre in Champions League, anche il più piccolo dettaglio o distrazione può costarti caro. Contro il Liverpool è andata così. Abbiamo iniziato bene, ma loro hanno giocato una partita intelligente e sono andati sul 2-0 dopo il primo quarto d'ora ma noi siamo subito tornati in partita.
Nel secondo tempo, dopo l'espulsione di Antoine Griezmann, abbiamo sofferto l'inferiorità numerica. Loro hanno attaccato di più fin quando non hanno trovato il gol su rigore.
"C'è una ragione per cui giochi per l'Atlético; c'è una ragione perché sei qui".
Sulla sfida di ritorno col Liverpool alla quarta giornata
Sappiamo quanto è forte il Liverpool in contropiede quando ruba palla e innesca i suoi velocissimi attaccanti. Conosciamo i loro punti deboli e vogliamo sfruttarli nella prossima giornata. Tuttavia dovremo fare attenzione perché il Liverpool in casa potrà contare su un giocatore in più che è Anfield.
Sull'allenatore dell'Atlético, Diego Simeone
L'allenatore ha un ruolo fondamentale nella fiducia di un giocatore. Quando ti vede sotto tono, durante l'allenamento ti dice che c'è una ragione per cui giochi con l'Atlético e ti invita a non mollare.
Così capita spesso che dopo un paio di brutte prestazioni, un giocatore si riscatti sfoderando una grande partita. Ed è tutto merito del lavoro di convincimento dell'allenatore.
Simeone ama il calcio ed è stato lui stesso un calciatore quindi sa cosa serve a un giocatore nei momenti difficili. Ecco perché è uno dei migliori allenatori del mondo.