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N'Golo Kanté: la sua ascesa e la finale di UEFA Champions League contro il Manchester City

"Volevo solo diventare professionista e fare del mio meglio", commenta il centrocampista del Chelsea in vista della finale di UEFA Champions League.

Thomas Tuchel: 'Se in squadra hai N'Golo, hai mezzo giocatore più"
Thomas Tuchel: 'Se in squadra hai N'Golo, hai mezzo giocatore più" Getty Images

Centrocampista tra i più ammirati del calcio moderno, N'Golo Kanté ha sbalordito Thomas Tuchel da quando il tecnico è approdato a Stamford Bridge a gennaio. "Se in squadra hai N'Golo, hai mezzo giocatore più", ha commentato.

Con il suo lavoro incessante a metà campo, il 30enne francese ha contribuito alla volata del Chelsea in finale di UEFA Champions League; ancor più straordinario è il fatto che Kanté abbia impiegato così tanto tempo per raggiungere l'apice. Come racconta a UEFA.com, è stato rifiutato da diverse squadre giovanili in Francia prima di iniziare la carriera in seconda serie, diventando famoso solo nel 2015/16 quando ha vinto il campionato con il Leicester insieme a Riyad Mahrez del Manchester City.

La lunga ascesa

N’Golo Kanté con il Boulogne nel 2013
N’Golo Kanté con il Boulogne nel 2013AFP

"Nove anni fa, quando giocavo nella seconda squadra del Boulogne e ho esordito da professionista in Ligue 2, ero molto affamato ma anche fiducioso. Non sapevo fino a che punto potevo arrivare; volevo solo diventare professionista e fare del mio meglio. Essere arrivato dove sono oggi con il Chelsea e avere la fortuna di giocare una finale di Champions League, tenendo conto di tutto quello che è successo nel frattempo, è incredibile ".

"Ma è successo a poco a poco, stagione dopo stagione, con vittorie, sconfitte, gioie e dolori. Mi ha formato come giocatore e mi aiutato a diventare quello che sono oggi".

Le origini

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"Non ero necessariamente il giocatore più talentuoso della squadra, ma ho dato il massimo con le qualità che avevo. Crescendo, ho iniziato a guardare i video di grandi calciatori come [Diego] Maradona, Ronaldo e Ronaldinho. Io e i miei amici provavamo a imitarli, a segnare come loro, ma alla fine io non giocavo nello stesso ruolo ed ero anche meno dotato".

"Ho fatto diversi provini e sono stato rifiutato più volte dalle giovanili. Personalmente non li considero fallimenti, ma opportunità per confrontarmi. Non volevo seguire per forza quel percorso per diventare professionista. Pensavo solo a dare il massimo, qualunque cosa accadesse, e che avrei avuto successo in una fase successiva o in un modo diverso".

Le sue influenze

"Crescendo, gli allenatori e i compagni mi dicevano che assomigliavo a questo giocatore o a quell'altro, ma io ero solo uno che guardava il calcio; guardavo le partite che mi interessavano, senza fissarmi sui giocatori che avevano un ruolo simile al mio. Quando c'era la sosta per le nazionali guardavo la Francia e ammiravo artisti come [Claude] Makélélé o Lassana Diarra: a un certo punto mi sono ispirato a loro".

Royad Mahrez e N'Golo Kanté al Leicester
Royad Mahrez e N'Golo Kanté al LeicesterLeicester City FC via Getty Imag

"Ma alla fine non sono come loro. Ho avuto la fortuna di conoscerli: loro hanno avuto la loro carriera, io la mia. Da quando sono arrivato al Chelsea, ho fatto qualche chiacchierata con Claude: mi dà consigli sul mio gioco e sull'impatto che posso avere in partita. Poterne parlare con lui è vantaggioso perché conosce il ruolo".

Sulla sfida contro Riyad Mahrez in finale

"Ne abbiamo parlato ed entrambi ci rendiamo conto che è straordinario. Ci è voluto molto lavoro per arrivare dalla Ligue 2 a oggi e molta perseveranza sia in campo che in allenamento. Giocare una partita come questa è fantastico, ma tutti e due vogliamo vincerla e in campo non saremo amici. Io spero che mi vada bene e lui spera che vada bene a lui, ovviamente!".