Phil Foden parla di City, Chelsea, Guardiola e della finale di UEFA Champions League
martedì 25 maggio 2021
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"Non cambierò il mio modo di prepararmi", commenta il centrocampista a UEFA.com.
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Tifoso del Manchester City fin da bambino e originario della vicina Stockport, Phil Foden è cresciuto a pane e UEFA Champions League. Quando Josep Guardiola lo ha fatto esordire nella fase a gironi a dicembre 2017, aveva solo 17 anni; ora, dopo aver atteso il suo turno, Foden è titolare.
L'elegante centrocampista ha segnato il gol della vittoria in entrambe le partite dei quarti contro il Borussia Dortmund e si prepara alla prima finale di UEFA Champions League del suo club, che si giocherà il giorno dopo il suo 21º compleanno. La sfida contro il Chelsea è una grande occasione per Foden, il quale però spiega a UEFA.com che la considera una partita le altre.
Compiere 21 anni alla vigilia della finale
La vittoria sarebbe il regalo più bello e se vinciamo spero di festeggiare con la mia famiglia. Continuano a dirmi che gli manca andare alle partite e non hanno mai niente da fare. Spero che possano venire allo stadio, sarebbe un momento speciale per me.
Preparo la finale come qualsiasi altra partita: con il sorriso e dicendomi "vediamo come va". Il resto sarà tutto uguale.
Giocare con Guardiola
Tutti sanno che è uno dei migliori allenatori di sempre. Anche solo giocare con lui è speciale e vale non solo per me, ma per tutti. Ti dà la libertà di giocare, gli piace partire da dietro e giocare un bel calcio. È perfetto per il mio stile e sono contento di continuare a lavorare con lui per migliorare.
Da bambino guardavo il Barcellona ed era incredibile. L'organizzazione [di Guardiola] e i tocchi di prima erano fantastici, ma non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe diventato il mio allenatore. Ricordo solo che guardavo sempre il Barcellona con mio padre e pensavo: "Wow, che squadra, e che allenatore!”. [Guardiola] ha cercato di portare quel calcio qui e sembra funzionare.
Diventare titolare
Conquistare una maglia da titolare è stato molto difficile. Ho continuato a credere in me e a fidarmi del mister, ma quest'anno è stato davvero positivo. Molti miei compagni mi abbracciavano, dicendomi di allenarmi al meglio e di volere sempre di più. Uno era Vincent Kompany, l'altro Fernandinho.
Sulla sfida contro il Chelsea a Oporto
Da quando è arrivato [Thomas Tuchel], la squadra è più forte e ha perso raramente. Conosciamo il Chelsea, che ci anche battuti, e sappiamo che sarà una finale difficilissima, ma è una partita secca e tutto può succedere. I miei continuano a dirmi che non ancora non ci credono che giocherò la finale di Champions League.