Rúben Dias pronto per l'ostacolo Paris
martedì 27 aprile 2021
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"Cercheremo di farla sembrare normale, anche se non lo è", commenta il difensore del City in vista della semifinale di andata di UEFA Champions League.
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Rúben Dias si è ambientato perfettamente alla prima stagione nel Manchester City, ma ha un segreto: quando giocava nel Benfica, ha analizzato attentamente molte partite di Premier League .
Ora, il difensore centrale (23 anni) intravede la finale di UEFA Champions League con il suo nuovo club. Come commenta a UEFA.com, prevede una dura sfida in semifinale contro il Paris, che però gli consentirà di imparare ancora di più.
La sfida contro il Paris
Erano cinque o sei anni che non riuscivamo a superare i quarti, quindi siamo molto contenti di essere arrivati fin qui. Siamo un po' più vicini al nostro obiettivo, ma sappiamo che c'è ancora tanto lavoro da fare.
Tutti quelli che amano il calcio hanno visto giocare il Paris, quindi sappiamo bene cosa aspettarci. Allo stesso modo, conosciamo bene la nostra squadra. Sarà un'altra finale. Cercheremo di farla sembrare normale, anche se non lo è. Giochiamo come se fossimo in finale dall'inizio della stagione: una partita alla volta, trattandole tutte come una finale. Solo così possiamo vincere.
La vocazione da difensore
Quando andavo a scuola ho fatto un provino all'Estrela da Amadora ed ero sicuro di fare l'attaccante. [Durante i provini] la mia squadra se la passava male. Abbiamo preso uno o due gol, io giocavo in attacco ma mi sono spostato in difesa. È un po' il mio modo d'essere: non potevo guardare la mia squadra soffrire.
Poi, un signore ha parlato con me e mio padre e ci ha detto: "Questo ragazzo è un difensore centrale, altroché, e continuerà ad esserlo anche in futuro". Ed eccomi qua...
Una vita a imparare
Spesso la mia ragazza mi dice "Ma guardi un'altra partita?" e io rispondo scherzando "Dai, fammi studiare ancora un po". C'è sempre la possibilità di imparare: da una fase di gioco, da un gol subito da una squadra, oppure puoi vedere come non è riuscita a evitare il gol, o come ci è riuscita.
Fin dai primi anni, incoraggiato da mio padre, ho imparato da tutto ciò che vedevo. Cercavo di guardare la partita non come uno spettatore, ma come uno studente. Non ho imparato solo da uno, due o tre giocatori, ma da 10, 20 o 30. Ho imparato da tutto quello che ho visto e che mi sembrava un buon esempio. Anche oggi imparo molto dagli altri difensori.