Müller si scalda per la finale di Champions League
sabato 22 agosto 2020
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"Dobbiamo dare tutto e non esitare", commenta l'attaccante a UEFA.com.
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Dopo aver concluso la stagione 2019/20 con 21 assist (record), il titolo in Bundesliga e la Coppa di Germania, a Thomas Müller non resta che compiere un ultimo passo: vincere la finale di UEFA Champions League.
L'attaccante, 30 anni, ha giocato le finali del 2010, 2012 e 2013 ed è quello che più di tutti può preparare i compagni per la sfida contro il Paris. A UEFA.com, Müller parla del Bayern di oggi e del suo momento di splendore.
Su Hans-Dieter Flick
Abbiamo cambiato modo di giocare soprattutto grazie al mister, che già il primo giorno ci ha detto: "Dobbiamo rischiare e attaccare con coraggio. Non dobbiamo avere paura di avere una difesa instabile". Per lui la comunicazione conta molto, e la squadra l'ha capito.
Sono cresciuto con questi moduli che puntano tutto sul pressing. Il Bayern ha sempre evoluto dominare: abbiamo iniziato con Louis van Gaal, mentre con Pep Guardiola dominavano anche in fase di recupero della palla. Mi sento molto adatto a questo ruolo, anche perché posso giocare di nuovo al centro. Con Hansi Flick sono riuscito a rendere al massimo, quindi sto molto bene.
Sulla vittoria della finale del 2013 dopo la sconfitta del 2012
Posso aiutare la squadra giocando come ho fatto negli ultimi mesi e compattandola dal punto di vista mentale. Il 2012 e il 2013 non hanno niente in comune con oggi: le squadre e le condizioni sono completamente diverse. Il calcio cambia in fretta, si sa. L'unica cosa che possiamo imparare da quelle esperienze è che, specialmente nelle partite di alto profilo, tutto è possibile in qualsiasi momento.
In partita 90 minuti sembrano lunghi, invece passano in fretta. Dobbiamo sfruttare tutte le occasioni che si presentano, dare tutto e non esitare. Non dobbiamo pensare all'importanza della partita e la tensione deve diventare divertimento.
Come prepararsi per il Paris
Il modo migliore è rilasciare tutte queste interviste per l'FC Bayern e la UEFA, perché che mi aiutano a buttare fuori tutto e a concentrarmi totalmente sulla partita. Poi c'è la preparazione tecnica, che non ha niente di diverso dal normale ma è al tempo stesso speciale.