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Thomas Müller sul successo del Bayern nella Champions League del 2013

Dopo aver perso le finali del 2010 e 2012, l'attaccante tedesco ci racconta la vittoria della Champions League nella finale del 2013 a Wembley.

Popperfoto via Getty Images

UEFA.com: Ci racconti che atmosfera si respirava prima della finale del 2013?

Guarda la finale del 2013 in versione integrale, mercoledì 10 giugno


Thomas Müller
: l'atmosfera era tesa. Avevamo appena vinto la corsa al campionato tedesco dopo che il Borussia Dortmund si era aggiudicato consecutivamente i titoli del 2011 e 2012. Poi il fatto che si trattasse di una finale tutta tedesca, ci aveva affibbiato l'etichetta di 'favoriti'. Ma, naturalmente, eravamo anche noi sotto pressione, perché la sconfitta [in finale] del 2012 era sempre stata un peso sulle nostre spalle, un sassolino nelle nostre scarpe.

Gli highlights della finale del 2013: Bayern - Dortmund 2-1

Se avessimo perso quella finale col Borussia Dortmund, nostri avversari diretti in Germania, sarebbe stato diverso rispetto a perdere contro il Barcellona stellare. Per questo c'era molta tensione.

Basti [Bastian] Schweinsteiger e Philipp Lahm, due vincenti con tantissimi trofei in bacheca, erano messi costantemente sotto pressione dalla stampa che diceva che forse non erano davvero così vincenti [se avessero perso di nuovo]. Questo era l'argomento del giorno all'epoca. Ecco perché era ancora più importante di quanto dovrebbe essere una finale di Champions League, e noi questo l'avevamo notato.

Cos'altro ricordi della marcia di avvicinamento alla finale?

Eravamo stati preparati molto bene da Jupp Heynckes durante la stagione 2012/13, forse un po' troppo. Il mister ci aveva mostrato chiaramente la strada da seguire. Quell'anno [la Champions League] era tutto per noi ed era l'unico motivo per cui ci svegliavamo presto ogni mattina. Volevamo vincere, e ottenere ciò che ci era stato negato o che non eravamo riusciti a ottenere nel 2012. Volevamo quella coppa. Così quell'anno ce l'abbiamo messa tutta, ed è per questo che non volevamo fermarci a quella finale di Champions League.

Raccontaci di quella partita, di com'è cominciata, dell'atmosfera.

L'esultanza di Thomas Müller con l'autore del gol decisivo, Arjen Robben
L'esultanza di Thomas Müller con l'autore del gol decisivo, Arjen Robben AFP via Getty Images

Wembley è uno stadio storico, speciale, situato in una città internazionale come Londra. Non appartiene a un singolo club. Per questo giocare lì è stato qualcosa di indescrivibile. Praticamente tutta la Germania si era recata a Londra per vedere quale squadra sarebbe stata incoronata campione d'Europa. Paul Breitner e, credo, Lars Ricken sono entrati in campo con l'armatura da cavaliere. È stato fantastico!

Nei primi 15 minuti volevamo giocare in sicurezza in tutte le situazioni però sentivamo la pressione, non eravamo liberi e non giocavamo il nostro calcio offensivo. Eravamo molto prudenti e passavamo la palla indietro piuttosto che avanti. Così il Dortmund ha avuto una o due occasioni per segnare.

Franck Ribéry viene coinvolto in una situazione incandescente. Si vedeva che eravamo molto tesi. Minuto dopo minuto, però, la situazione si normalizza e chiudiamo il primo tempo in crescendo. Verso l'ora di gioco passiamo in vantaggio ma pochi minuti dopo subiamo il pari su un calcio di rigore procurato da Dante con un po' di sfortuna, e ovviamente questo ha cambiato di nuovo le cose.

Le tue emozioni al triplice fischio finale: hai capito subito cosa era successo?

Sì. Il giorno prima ho avuto problemi di stomaco e quindi dopo la partita ero stremato. Al triplice fischio la pressione è andata via completamente.

Gli highlights della finale del 2010: Inter - Bayern 2-0

Per prima cosa mi sono sdraiato. È stato emozionante. Era come uno stato di trance: cerchi di superare festeggiamenti e conferenze, e poi cerchi di recuperare in qualche modo. È più una sensazione di rilassamento piuttosto che la pura esplosione di gioia che potresti provare da tifoso.

Pensi che abbia qualcosa a che fare con le due finali perse in precedenza?

Sì, possibilmente sei talmente deciso a vincere da non perdere. Nel 2010 eravamo la squadra più giovane, eravamo una squadra emergente, ci sono stati molti cambiamenti con Louis van Gaal.

È stato bello essere in finale ma probabilmente nessuno credeva in noi. Abbiamo perso contro un'Inter scaltra ed esperta. Ovviamente non è stato bello per noi, ma non è che siamo arrivati come grandi favoriti e abbiamo deluso tutti...

Il 2012 è stato poi particolarmente amaro, tuttavia non abbiamo avuto la sensazione di temere una finale o non sapere gestire la pressione. Nel 2012 abbiamo fatto una grande prestazione e per questo non ho avuto ripercussioni negative. Io ho sempre avuto un atteggiamento positivo. Continuavo a riperete: 'la vinceremo, la vinceremo...'. Non sono mai arrivato in campo dicendo: 'Penso che oggi ci andremo vicino, proviamo almeno a pareggiare'.

L'intervista è stata realizzata a gennaio.