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Filippo Inzaghi: le finali, la bestia nera e i due alieni

UEFA.com ha parlato (virtualmente) con l'ex attaccante di Juventus e Milan di UEFA Champions League e non solo.

Getty Images

Eroe di Atene nel 2007, con la doppietta realizzata nel trionfo del Milan contro il Liverpool in finale di UEFA Champions League, Filippo Inzaghi ha parlato con UEFA.com dei suoi momenti più importanti nella competizione e di alcuni "rivali" incontrati nel corso della sua carriera (e anche dopo).

La tua prima finale di UEFA Champions League l'hai giocata nel 1998 con la Juventus. Una squadra così forte, con un centrocampo composto da Deschamps, Davids, Zidane e Conte. Cosa è mancato il giorno della finale?

Arrivammo a quella finale che non stavamo bene noi tre davanti. Penso che sia stato quello. Mi pare che Del Piero si sia infortunato a inizio gara e abbia giocato "mezzo stirato", io avevo la pubalgia e non riuscivo a camminare. Inoltre, mi ero rotto il labbro contro il [Monaco] in semifinale, quindi sono rimasto fuori per 20 giorni, anche se poi avevo fatto tripletta il giorno dello scudetto. Arrivai a quella partita non al massimo, proprio come Zidane. Poi è una finale e come si sa ci sono migliaia di insidie.

Grandi gol della Champions League 2002/03

Quanto è stato speciale per te e Ancelotti battere la vostra ex squadra nella finale del 2003 giocata con la maglia del Milan contro la Juventus?

Sinceramente, io alla Juventus sono stato bene, sono stato amato, poi il club ha fatto le sue scelte e così ho fatto io. Sono grato alla Juve perché sono stato bene e non avevo motivi di rivalsa.

I vincitori avrebbero scritto la storia, mentre chi avrebbe perso... Sono cose a cui pensi prima della partita, ma sono stato molto contento perché è stata la prima Champions League che ho vinto - insieme Ancelotti, ma anche la mia prima Champions League in generale. Avevo già perso una finale, sapevo cosa voleva dire. Ero felice, indipendentemente dall'avversario.

E diciamo che, con un portiere normale, Inzaghi avrebbe segnato anche in quella finale.

Quella fu probabilmente la parata del secolo per [Gianluigi] Buffon. In quel momento, Buffon era la mia bestia nera. Era sicuramente il portiere più forte del mondo, e lì, ha fatto una parata indescrivibile. Ancora in questi giorni l'ho mostrata anche al mio preparatore dei portieri e gli ho chiesto: "Come ha fatto? Stava camminando verso il lato opposto!". Ma lui è stato incredibile, si è fermato lì. Solo i grandi campioni si fermano in quel momento - mentre colpivo la palla di testa. E ha avuto la forza di ripartire e fare quella parata. L'importante, però, è che la Coppa l'abbiamo portata a casa anche se non ho segnato.

Highlights finale 2007: Milan - Liverpool 2-1

Poi è arrivato il secondo trofeo in Champions League, con il destino che ti ha messo di nuovo contro il Liverpool dopo Istanbul [finale della UEFA Champions League 2005]. Quanto era forte il tuo desiderio di vendicarti di quella notte?

Era forte. Se pensi a me, sfortunatamente sia nel 2005 a Istanbul che nella Coppa del Mondo per club [2003 FIFA, n.b.: conosciuta come Coppa Intercontinentale nel 2003] - a Istanbul ero in tribuna; al Mondiale [del 2003] ero in panchina e non riuscivo a giocare, forse entrai alla fine, se ricordo bene.

Pensare che, dopo due anni [n.b.: dopo quattro anni nel caso del Boca Juniors], il destino mi ha dato le stesse partite... O almeno la prima partita, perché non sapevamo che poi avremmo affrontato di nuovo il Boca Juniors. Ma ripensandoci, avere un'altra finale contro il Liverpool dopo due anni, dopo che nella prima non avevo potuto giocare e avevo sofferto in tribuna per i miei compagni - penso fosse sicuramente un segno del destino.

E poi probabilmente è stato così, perché il primo gol è stato fortunoso e mi ha fatto capire che quella sarebbe stata la mia partita, e questo mi ha dato la forza di fare quel secondo gol che alla fine l'ha chiusa.

Gli unici giocatori a segnare più triplette di te in Champions League sono stati [Lionel] Messi e [Cristiano] Ronaldo. Come ci si sente a portare a casa il pallone dopo una tripletta in Champions League?

Bello, bello. Allora purtroppo non si portava il pallone a casa. E quei palloni lì sarebbe da farseli dare indietro, perché sarebbe sicuramente un bel ricordo.

Ma, sai, in Europa ho lottato [nella classifica marcatori assoluta] contro Raul, Gerd Muller, [Ruud] Van Nistelrooy, Thierry Henry ... Queste sono state sfide incredibili. Ma poi sono arrivati questi due extra-terresti, che hanno fatto un po' sembrare i nostri record poca cosa.

Loro due sono veramente di un altro pianeta. Io sono contento di aver messo il mio nome, da italiano, in questa classifica. Segnare 70 gol in Europa è stato per me una grande soddisfazione, indimenticabile. Penso di aver giocato circa 100 partite in Europa, forse un po' di più, e aver segnato 70 volte è stata una grande soddisfazione.