Intervista con Thibaut Courtois: dopo il lockdown, si torna al lavoro!
venerdì 29 maggio 2020
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UEFA.com ha intervistato (virtualmente) il portiere belga, che ha da poco ripreso ad allenarsi con il Real Madrid.
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Il Real Madrid ha ripreso ad allenarsi per cercare di chiudere la stagione 2019/20. Come hanno vissuto il lockdown i suoi giocatori? Lo chiediamo a Thibaut Courtois.
Il portiere belga ha parlato con UEFA.com di questi due mesi senza calcio e di com'è stato tornare sul campo.
La ripresa degli allenamenti…
Sta andando abbastanza bene. È sempre bello passare del tempo a casa con la famiglia, ma dopo qualche settimana cominci ad annoiarti. Vuoi solo tornare alla vita di prima, allenarti e giocare. [Mi allenavo a casa] con il tapis roulant, i pesi, ecc. Per fortuna ho un giardino e posso fare esercizio all'aperto. Il primo giorno di allenamento, dopo due mesi, è stato come se fosse passata solo una settimana, non avevo perso niente. Stavo bene ed è per questo che sono pronto per i prossimi impegni.
Naturalmente dobbiamo seguire un protocollo. Soprattutto la prima settimana è stata un po' strana. Se non altro mi allenavo con il preparatore, ma non potevo tirare, passare la palla, ecc. Poi però ci siamo abituati. Il lavoro che faccio è lo stesso degli ultimi 11 mesi, non è cambiato molto. Non vediamo l'ora di allenarci 11 contro 11, con tutti sorridenti e senza problemi, ma ci arriveremo un passo alla volta.
Il lockdown…
Alla fine mi sono riposato due mesi, una cosa impensabile. In stagione non hai mai due mesi liberi, sei sempre esposto allo stress e all'adrenalina. Da un lato è bello, perché giocare partite importanti nei grandi stadi dà dipendenza e ci piace. Ti spinge a fare meglio, ma avere due mesi liberi per riposarsi un po' e lavorare per migliorare la condizione fisica è stato di grande aiuto.
Non mi sono messo a cucinare o cose del genere, e a malapena guardavo la TV. Ho visto qualche serie, come quella su Michael Jordan, ma poco altro. Ho passato molto tempo davanti ai videogiochi e ho partecipato a tornei di tutti i tipi. Sinceramente mi sono divertito e ho visto che molti sportivi hanno aderito a queste iniziative virtuali. Il lockdown ha dato una bella spinta agli e-sport: sono stati gli unici che ne hanno beneficiato.
Rimanere in contatto…
Ho parlato con i miei figli, che abitano a cinque minuti da qui, ma non potevo vederli perché c'era il lockdown. Potevo essere asintomatico e non volevo rischiare: ho fatto passare un po' di tempo per essere sicuro che non lo avessi [il COVID-19].
Ho sentito gli amici un po' più spesso. Quando giochi alla PlayStation, magari ti ritrovi in sei, sette o otto persone e parli come al telefono. L'unica differenza è stata il mio compleanno, che è l'11 maggio. Mia sorella mi ha fatto una sorpresa e mi ha mandato dei video delle persone che mi vogliono bene.
Quello che mi è mancato davvero è stato guardare il calcio, l'NBA e la Formula 1 in diretta. È la cosa che mi è mancata di più.