Andrés Iniesta racconta le quattro Champions League vinte a Barcellona
mercoledì 13 maggio 2020
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Andrés Iniesta ricorda i trionfi in UEFA Champions League nel 2006, 2009, 2011 e 2015.
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17/05/06: Barcellona - Arsenal 2-1
Stade de France, Parigi (Eto'o 76', Belletti 80'; Campbell 37')
Iniesta è partito dalla panchina e ha sostituito Edmílson nell'intervallo.
Ero furioso perché non partivo titolare, ma poi mi sono seduto e mi sono fatto prendere dalla partita. Volevo entrare e dare una mano; non vedevo l'ora di giocare perché fino ad allora avevo fatto bene.
Dopo il loro gol dovevamo ribaltare la partita. Naturalmente, quando sei in panchina tieni d'occhio gli avversari perché potresti sempre entrare.
Studi l'altra squadra e come si muove, o almeno io ho fatto così. Sono entrato e ho giocato mediano: dovevo far ripartire la manovra insieme ai difensori centrali.
Alla fine abbiamo dominato. Per fortuna, in porta c'era Victor [Valdés], che è stato bravo nelle uscite e ci ha tenuti in partita. Poi, i gol di Samu [Samuel Eto'o] e [Juliano] Belletti hanno deciso la gara.
Loro erano in 10 [per l'espulsione del portiere Jens Lehmann al 18'] e avevano difficoltà a trovare spazi. Contro una squadra veloce come noi, ovviamente fai più fatica. In questo modo si sono aperti più spazi all'interno per i compagni. Fondamentalmente, è tutto quello che abbiamo fatto nel secondo tempo.
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27/05/09: Barcellona - Manchester United 2-0
Stadio Olimpico, Roma (Eto'o 10', Messi 70')
Iniesta ha giocato titolare ed è stato sostituito da Pedro Rodríguez al 92'.
Faceva molto caldo e non ci aspettiamo di vedere il video [motivazionale prima della partita]. Era commovente, ma non ha influenzato molto i primi 10 minuti perché lo United ha giocato meglio.
Per fortuna è andata bene. Ricordo che ci siamo emozionati molto, perché è stata una stagione speciale ed era giusto ricordarla.
Volevo giocare perché per me significava molto, e infatti è stata una delle mie migliori partite di sempre. L'unico problema era che non riuscivo a tirare perché mi ero infortunato al quadricipite.
Però potevo correre, accelerare e passare il pallone, quindi ero tranquillo di poter giocare bene. Forse ho anche provato un tiro più o meno all'80', ma non ricordo bene.
Prima del primo gol, loro hanno avuto due o tre occasioni, ma dopo abbiamo giocato con calma e dominato. Quando una squadra controlla la palla come noi e gioca alla velocità che vuole – a volte più velocemente, altre più lentamente – gli avversari subiscono molto. Inseguire la palla è stancante e loro non erano abituati a farlo in campionato.
Ricordo quel momento, i festeggiamenti, i giorni dopo e la festa Barcellona con tutta la gente. Era il nostro primo triplete. È stato unico e lo ricorderemo per sempre.
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28/05/11: Barcellona - Manchester United 3-1
Stadio di Wembley, Londra (Pedro 27', Messi 54', Villa 69'; Rooney 34')
Iniesta ha giocato 90 minuti.
Avevamo una motivazione in più perché giocava anche [Éric Abidal]. Era di nuovo titolare [appena due mesi dopo l'operazione per un tumore al fegato] e poteva giocare come sempre.
Volevamo vincere per Abi e per tutti i momenti che avevano passato insieme. Battere il Manchester United a Wembley è stato magico.
Eravamo ben preparati. Avevamo vinto il campionato due settimane prima e arrivavamo da un mini ritiro in Inghilterra, se non sbaglio. Conoscevamo il gioco del Manchester United, i suoi movimenti e i suoi giocatori, dunque sapevamo come batterlo. Abbiamo preparato una strategia e l'abbiamo messa in atto alla perfezione.
Per dominare a centrocampo, gli esterni si accentravano e i terzini avanzavano. C'erano in gioco tanti elementi diversi, ma abbiamo curato anche la difesa: quando Leo [Messi] arretrava un po' sulla destra, io avanzavo un po' sulla sinistra.
Non si può dimenticare neanche quel palcoscenico. Era la finale di Champions League, in Inghilterra, a Wembley, contro lo United. Tutto questo ha contribuito alla grandezza di quella vittoria.
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06/06/15: Juventus - Barcellona 1-3
Olympiastadion, Berlino (Morata 55'; Rakitić 4', Suárez 68', Neymar 90'+7)
Iniesta ha iniziato la partita da capitano, uscendo al 78' per consentire a Xavi Hernández di collezionare l'ultima presenza con il Barcellona.
Eravamo un'ottima squadra. Non era stata una stagione sensazionale, ma stavamo migliorando e la squadra era molto solida. Abbiamo affrontato una Juventus molto forte, ma eravamo fiduciosi. È stata speciale perché era la mia prima finale da capitano.
Abbiamo mantenuto il controllo. Con l'esperienza impari a giocare una finale. In quel caso, il loro centrocampisti erano un po' troppo arretrati, quindi era più facile conquistare la palla con i tre grandi attaccanti che avevamo.
È vero, quando loro hanno pareggiato ci sono stati momenti difficili, ma è alla fine è andato tutto bene.
[Suárez, Messi e Neymar] si completavano benissimo, si capivano alla perfezione. Ognuno aveva le sue caratteristiche, ma insieme facevano un ottimo lavoro anche in fase difensiva.
Avere giocatori di questo livello ti fa crescere molto di più. Giocare con tutti e tre è stato un privilegio, un onore. Sapevi che potevano cambiare la partita in qualsiasi momento.
Credo che sia stata la conclusione perfetta per la carriera di Xavi. Era giusto per un giocatore con quel palmares e così importante per Barcellona.
Chiudere la carriera con un triplete, e soprattutto con la Champions League, è un ricordo che rimarrà con lui per tutta la vita.
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