Frenkie de Jong sulla vita al Barcellona
martedì 21 aprile 2020
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Frenkie De Jong parla della sua carriera, di com'è giocare con Lionel Messi e dell'influenza olandese del Barcellona.
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UEFA.com ogni venerdì pubblicherà delle interviste ai protagonisti della UEFA Champions League. Oggi è il turno di Frenkie de Jong.
Questa settimana verrà riproposta la recente intervista testuale col centrocampista del Barcellona e dell'Olanda, Frenkie de Jong.
UEFA.com: negli anni ci sono stati tanti famosi calciatori olandesi al Barcellona - cosa ricordi di loro?
Frenkie de Jong: da quando ho iniziato a seguire il calcio più da vicino non ci sono stati così tanti calciatori olandesi al Barcellona. Quando ero un bambino c'erano Mark van Bommel e Giovanni van Bronckhorst, poi Ibrahim Afellay e Jasper Cillessen.
Quando mi sono avvicinato davvero al calcio, seguivo sempre [Lionel] Messi che ancora oggi è il migliore del mondo. C'è un legame speciale tra l'Olanda e il Barcellona dato che qui hanno giocato tanti grandissimi calciatori.
Gli olandesi sentono un legame speciale col Barcellona e qui la gente parla molto bene dell'Olanda. Il Ct della nostra nazionale, Ronald Koeman, è molto famoso qui per il suo gol della vittoria in finale di Coppa dei Campioni [nel 1992]. Naturalmente non si può non parlare di Johan Cruyff che è una leggenda del club.
Com'è stato quando hai iniziato ad allenarti con Messi al Barcellona?
All'inizio era strano, perché quando avevo 12 anni e andavo alle medie, lui era già il migliore al mondo. Non era ancora l'idolo di oggi, ma io l'ho sempre trovato il migliore. Poi ha vinto il Pallone d'Oro e io ero già un suo grande fan. Oggi posso giocare con lui ed è una cosa davvero speciale.
Com'è stato crescere nel mondo del calcio con certe aspettative e limitazioni e con il bisogno di disciplina?
Sono entrato nelle giovanili professionistiche da giovanissimo quindi ci sono cresciuto con queste regole. Naturalmente ci sono sacrifici da fare. Spesso passi lunghi periodi lontani da casa. Quando sei giovane la mattina vieni preso dal pulmino della squadra che ti riporta a casa la sera.
Non ho mai avuto la sensazione di aver perso qualcosa. Mi sono divertito quasi ogni giorno e in ogni momento. Non cambierei niente. Andavo da casa mia al club con un pulmino che al passaggio prendeva altri tre ragazzi. Impiegavamo un'ora e mezza per arrivare ma con quei ragazzi era comunque divertente. Non rimpiango nulla e ripensandoci non avrei fatto niente di diverso.
Raccontaci della scorsa stagione, quando in poco tempo sei diventato titolare e sei stato a cinque secondi dalla finale di Champions League.
Sì, la scorsa stagione è stata fantastica. Siamo partiti dal terzo turno di qualificazione di Champions League per arrivare alla fase a gironi. Poi abbiamo passato il turno ed eliminato a sorpresa il Real agli ottavi e la Juventus ai quarti.
L'eliminazione col Tottenham devo ammettere di non averla superata del tutto. Non dico di pensarci ogni giorno ma parlarne come stiamo facendo adesso, o quando guardo i filmati della partita, a volte mi fa venire la pelle d'oca. Sarebbe stata una grande e unica opportunità per vincere la Champions League, o giocare la finale, con l'Ajax.
È stata una stagione fantastica per te e per l'Ajax, ma anche per il calcio olandese in generale.
Non credo che la gente se lo aspettasse visto che il campionato olandese non è paragonabile ai cinque grandi campionati d'Europa. La gente non si aspettava che un club olandese arrivasse così lontano, che potesse arrivare potenzialmente ad una finale. Non siamo arrivati in finale ma quasi. È stata una grande sorpresa per tutti e credo che il calcio olandese abbia fatto bene, anche nei coefficienti. Ha riportato la convinzione che vincere sia ancora possibile.
Quanto è grande l'influenza di Johan Cruyff al Bercellona?
È enorme. Quando parlano con un olandese, l'argomento principale è il calcio. A lui attribuiscono il merito di aver rivoluzionato il modo di giocare del Barcellona. La sua visione del calcio ha avuto un grande impatto. Gli sono eternamente grati.
Ajax e Barcellona sono paragonabili sotto questo aspetto. Cruyff ha avuto una grande influenza su entrambi i club. Lo si nota con le azioni che partono dalla difesa, col gioco ben organizzato, col 4-3-3, e tanto altro. Non dico che sia tutto merito suo ma la gente qui rispetta molto la sua figura perché è stato lui a iniziare quella filosofia di gioco che ancora oggi si pratica al Barcellona.
Dal punto di vista personale invece come va? Stai bene qui?
Ho trovato il mio posto ideale. Mi sento a casa qui, al club, nella squadra, nella città, dove vivo. Mi sento decisamente a casa. Gioco molto, il che è un bene, ma credo di poter fare molto meglio.
E se diventassi il prossimo giocatore olandese a vincere la Champions League con il Barcellona? Se non sbaglio ce ne sono pochissimi. Forse solo Ronald Koeman, Giovanni van Bronckhorst e Mark van Bommel.
È possibile. Non è che una società vinca la Champions League ogni anno, è molto difficile vincere. Non so come mi sentirei, visto che non l'ho mai vinta, ma sarebbe meraviglioso. Il motivo principale per cui sono venuto a Barcellona è che penso sia un club fantastico. Ho sempre voluto giocare per loro. Un bel vantaggio è che con il Barcellona hai buone possibilità di vincere la Champions League.
Questa intervista è stata condotta nel settembre 2019.