Un Orco tra i galácticos
mercoledì 19 gennaio 2005
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Aspetto da duro e piedi buoni, Gravesen spera di risolvere i problemi del Real in mezzo al campo.
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di Simon Hart
"L’uomo che mancava al Real" titolava lunedì in prima pagina Marca, accanto alla foto di Thomas Gravesen, il nazionale danese acquistato per 3,5 milioni di euro, che stringe i pugni nella gara d’esordio con la casacca del Real Madrid CF.
'El Ogro'
L’arrivo di Gravesen è visto nell’ambiente del Santiago Bernabéu come la risposta ai problemi della squadra in mezzo al campo. La partenza di Claude Makelele ha lasciato sguarnita quella zona centrale del campo, e il soprannome che la stampa spagnola ha affibbiato a Gravesen, 'El Ogro' (l’Orco), è indicativo delle aspettative intorno a questo dinamico centrocampista danese.
Scambio di persona?
Non tutti sanno forse che però dietro la figura imponente e sotto la testa rasata di Gravesen si celano straordinarie doti tecniche. Molti osservatori giunti in Inghilterra hanno visto in azione Gravesen al fianco del centrocampista dell’Everton FC Lee Carsley - anche lui con un aspetto da buttafuori -, concludendo troppo in fretta che si trattava di due giocatori dalle caratteristiche simili.
Il pelato sbagliato
Ma se Carsley era il distruttore del gioco avversario, Gravesen era il raffinato costruttore di quello dell’Everton. Di qui i dubbi nell’ambiente del Merseyside sulla prospettiva di vedere il danese schierato davanti alla difesa del Real, a fare da diga. Un articolo del Liverpool Echo riportava il seguente titolo scherzoso "Il Real ha preso il pelato sbagliato". Ma al di là dell’ironia, resta il dubbio legittimo su come le Merengues riusciranno a sfruttare al meglio il talento del 28enne scandinavo.
I migliori risultati
Le cose migliori con l’Everton le ha fatte vedere quest’anno, davanti a un centrocampo a cinque, con licenza di attaccare. In 21 gare di Premiership ha realizzato quattro reti, fornito sei assist e scodellato un’infinità di cross. In passato Gravesen aveva denotato una certa discontinuità, anche nel corso di una stessa partita, quasi fosse affetto da una specie di sindrome di “Doctor Jekyll e Mr. Heyde’.
In nazionale
Ma come ha detto lo stesso Ct danese Morten Olsen, "Gravesen è tra i migliori uomini-assist della Premier League", e non ritiene che il cambio di ruolo gli provocherà problemi. "In nazionale lo impieghiamo di solito nel ruolo di centrocampista di smistamento – ha spiegato a uefa.com -. Significa che da lui passano le nostre azioni d’attacco, ma che ha anche un ruolo importante nella fase difensiva della squadra".
'Un bravo ragazzo'
Olsen concorda inoltre sul fatto che la fama di duro di Gravesen sia troppo enfatizzata: "È un bravo ragazzo, è normale che debba essere aggressivo in campo, ma in nazionale è stato espulso soltanto una volta, e fu davvero molto sfortunato in quella circostanza. La sua aggressività è sempre positiva, e sono sicuro che è di quel tipo di grinta che anche il Real Madrid avrà bisogno". Ed è una grinta che gli deriva soprattutto dall’entusiasmo e dalla voglia che Gravesen mette in campo.
Entusiasta
All’Everton Gravesen era una specie di “factotum”. Spettava a lui, passaggi e dribbling a parte, battere le rimesse laterali, i calci piazzati, richiamare i compagni di squadra e anche scherzare con i tifosi. A volte anche simultaneamente. Sempre Olsen: "Credo che la sua qualità migliore sia quella di amare il calcio. Non guarda mai l’orologio durante l’allenamento, anzi, andrebbe avanti per cinque ore di fila. Adora allenarsi, giocare e parlare di calcio. Il tipo di ragazzo che è bene avere in una squadra e che ogni allenatore vorrebbe".
'Forte mentalmente'
Gravesen forse non avrà i modi del 'Galáctico': non sono molti i campioni affermati che si presenterebbero al Bernabéu con la divisa dell’ex squadra, come ha fatto il danese. Ma Olsen sa che il suo valore non si discute là dove conta, e cioè sul campo. "È un giocatore molto dotato dal punto di vista mentale, tecnico e tattico: eccelso nei passaggi".