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Soldado brilla con il Valencia

Intervistato da Graham Hunter, l'attaccante del Valencia CF Roberto Soldado si racconta alla rivista ufficiale UEFA Champions Matchday parlando dell'eredità lasciata da David Villa e dei bambini che indossano la sua maglia.

Roberto Soldado
Roberto Soldado ©Getty Images

La prima cosa che noti di Roberto Soldado sono i suoi bicipiti, che quando incrocia le braccia sembrano lacerare la maglietta alla moda che indossa. La seconda è il piacere con cui parla della propria professione, cosa che gli riesce molto bene.

E' stata un'estate tumultuosa per la maglia numero 9 del Valencia CF. Non è stato inserito nella rosa della Spagna per UEFA EURO 2012 ed è stato vicino a lasciare il Mestalla, ma quando il Valencia gli ha offerto un nuovo contratto, non ha esitato un attimo. Come mai?

"I due anni trascorsi fin qui al Valencia sono stati fantastici. Valencia è la mia città natale. Giocare qui è una delle cose migliori che mi sia capitata nella vita. Quando il club mi ha proposto un quinquennale non ho esitato un attimo. Il Valencia è un club ambizioso. Siamo una squadra giovane, che vuole vincere, e farò del mio meglio affinché questo accada”.

Soldado ha seguito un cammino tortuoso verso casa, passando per Real Madrid CF, CA Osasuna e Getafe CF, prima dell'arrivo a Mestalla nel 2010. Allora 25enne, Soldado ha ereditato la maglia di uno dei migliori giocatori nella storia del Valencia, dovendo fare i conti con una pressione aggiunta della quale finora non aveva mai parlato.

"Quando sono arrivato sapevo che se le cose non fossero andate bene su di me sarebbe pesata l'etichetta di 'erede di David Villa'. Da bambino mi piacevano i grandi centravanti dell'epoca. Per questo, vedere oggi il mio nome sulla maglia numero 9 della squadra dove sono cresciuto ed esserne il capitano è motivo di orgoglio”.

"Andare per strada e vedere bambini con la maglia del Valencia con il proprio nome trasmette grandi motivazioni e ricorda le responsabilità che questo comporta. E' una delle cose più belle che può capitare a un calciatore”.

Alla domanda sugli attaccanti a cui si è ispirato, elenca diversi nomi a raffica. "Mi piacevano i finalizzatori, i goleador. [Iván] Zamorano mi piaceva moltissimo quando era al Real Madrid. Lo stesso Jimmy [Floyd] Hasselbaink all'Atlético e Ronaldo ai tempi del Barcellona. Erano il meglio del meglio”.

"Guardando la Champions League, dico Wayne Rooney. Prima era il classico centravanti, adesso dà una grossa mano nella fase difensiva, e il suo calcio sta crescendo”.

C'è qualcosa in Soldado – la tranquillità con cui regge alle tensioni, la scelta di tempo degli inserimenti, la stoffa di cui sono fatti i campioni – che si sposa bene con la UEFA Champions League, dove ha realizzato 12 gol in 17 partite.

"E' la competizione più importante e più bella da giocare. Ogni settimana si gioca in campionato avendo in mente questo traguardo. Difendi i colori della tua squadra contro il resto dell'Europa. Spero di mantenere questa media nel torneo e che siano gol importanti per la squadra”.

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