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Chelsea, perché? I motivi di un ko

Trevor Haylett di UEFA.com riflette sull'eliminazione del Chelsea contro un PSG in dieci analizzando le statistiche di Diego Costa e le parole di Gary Cahill sulla condizione fisica della squadra.

Chelsea, perché? I motivi di un ko
Chelsea, perché? I motivi di un ko ©Getty Images

Perché Diego Costa fatica a lasciare il segno in UEFA Champions League? Rispetto alla Premier League dove è l'incubo delle difese avversarie, il suo impatto sulla competizione in questa stagione è stato molto limitato.

Le nude statistiche dicono questo del 26enne attaccante spagnolo: 21 presenze in campionato e 17 gol, sette presenze in UEFA Champions League e nessuna rete. In Premier League registra 2,4 tiri a partita, in Europa 1,7 - e la sua precisione che è del 68% in campionato scende al 50% nella striscia chiusasi con l'eliminazione per mano del Paris Saint-Germain negli ottavi di finale.

Aveva fatto molto bene con il Club Atlético de Madrid nella corsa che aveva portato gli spagnoli fino alla finale, ma non si è ripetuto questa stagione. Forse il suo stile aggressivo paga meno quando affronta avversari più esperti sulla scena europea.

Indipendentemente dal motivo, José Mourinho dovrà risolvere questo problema la prossima stagione se le cose non cambieranno da sole. Non può permettersi di avere il suo principale marcatore così impalpabile in Europa.

Detto questo, l'impegno del Chelsea su tutti i fronti può essere costato caro a Stamford Bridge. Mourinho ha sottolineato i problemi delle squadre inglesi rispetto alle altre, con le difficoltà del campionato inglese che potrebbero incidere. Nella loro 43esima partita della stagione si sono visti segnali di affaticamento - vincitori della Coppa di Lega e primi in Premier League, i Blues non sono riusciti ad approfittare della superiorità numerica.

"Di certo non siamo stati attenti", ha detto Cahill, "ma non abbiamo giocato molto bene se pensiamo a come di solito giochiamo in casa. Non eravamo al nostro meglio. Quando non sei al tuo meglio è molto difficile vincere, sia che gli avversari siano in dieci o in 11.

"Domani ci metteremo seduti e rifletteremo sulle ragioni che ci hanno impedito di controllare la partita, specialmente nel secondo tempo. Dopo il cartellino rosso pensavamo di poterne approfittare ma dobbiamo anche fare i complimenti al Paris Saint-Germain, che in dieci ha fatto molto bene".