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Non è l'età, secondo Terry

Il capitano del Chelsea smentisce che il periodo di crisi che sta attraversando la sua squadra sia in qualche modo legato agli anni dei giocatori in rosa: "L'anno scorso nessuno si poneva il problema dell'età".

Non è l'età, secondo Terry
Non è l'età, secondo Terry ©Getty Images

Con una sola vittoria nelle ultime cinque partite e nessun gol segnato nelle ultime tre, quello attuale è sicuramente un periodo difficile per il Chelsea FC. I londinesi sono anche stati eliminati dalla FA Cup dall'Everton FC sabato e le speranze di difendere il titolo in campionato stanno lentamente svanendo.

Il capitano John Terry, alla vigilia della sfida del Parken Stadion contro l'FC København, tiene a precisare che non si tratta di un problema legato all'età della rosa. "Siamo delusi con i risultati ma tutte le chiacchiere sul fatto che siamo troppo vecchi sono semplicemente sbagliate - ha detto il 30enne Terry -. Due anni fa abbiamo avuto un periodo di crisi simile e tutti dicevano che eravamo vecchi. Però l'anno scorso abbiamo vinto la doppietta e nessuno parlava della nostra età".

L'età media del Chelsea che sabato ha affrontato l'Everton era di 28 anni. Forse però si parla di età perché giocatori chiave come Terry, Ashley Cole, Frank Lampard e Didier Drogba hanno raggiunto i trenta e hanno avuto problemi con infortuni recentemente. Una cosa però è certa: molti di questi giocatori cercheranno a tutti i costi di sfruttare le ultime chance di mettere le mani sulla UEFA Champions League dopo averla sfiorata così tante volte: quattro le sconfitte in semifinale oltre a una finale persa ai rigori.

Secondo Terry i problemi in patria daranno ancora più carica ai Blues in Europa. "La Champions League è la nostra priorità. Sarà dura riprendere il Manchester United in campionato anche se li affronteremo due volte. Ci concentreremo sul trofeo che ci è scappato via di mano così tante volte. Abbiamo tanta qualità e dopo gli arrivi di Fernando Torres e David Luiz siamo ancora più forti. Questi periodi possono capitare nella carriera di un calciatore, sono il pegno da pagare. Io sono deluso ma non mollo. Abbiamo fiducia e i giocatori necessari per competere ai massimi livelli".

Il fatto che la finale di quest'anno si giocherà proprio a Londra è uno stimolo in più per il nazionale inglese. "Domani sarà dura contro un København forte che ci presserà e sarà pericoloso nelle ripartenze - ha spiegato Terry -. Ma noi siamo affamati e sono sicuro che abbiamo buone chance di vincere il trofeo a Wembley a maggio".

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