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Piqué non si accontenta

Il difensore del Barcellona e della Spagna ha parlato con UEFA.com, riflettendo su una carriera invidiabile e un 2010 da ricordare, ma si è detto convinto del fatto che "il meglio debba ancora venire".

La carriera di Gerard Piqué ©Getty Images

Riguardando al 2010, solo pochi calciatori avranno ricordi migliori di Gerard Piqué, che con l'FC Barcelona e la Spagna ha consolidato una già ottima reputazione. UEFA.com ha incontrato il giovane difensore centrale per ripercorrere una carriera costellata di successi.

UEFA.com: Sei molto giovane ma hai praticamente vinto tutto. Che cosa ti spinge a vincere ancora?

Gerard Piqué: La cosa più importante è la voglia. Mi piace quello che faccio e sono circondato da compagni fantastici, per di più nella mia città. Nel calcio devo ancora fare molto: per esempio, non ho mai vinto il Campionato Europeo UEFA con la Spagna giocando titolare.

Perché il Barcellona riesce sempre a lanciare giovani di talento?

Piqué: Penso che la mentalità e la continuità del vivaio sia importante. Credere nel proprio lavoro, dalle giovanili alla prima squadra, è fondamentale. I valori offerti dal Barcellona hanno aiutato a creare uno stile di gioco specifico, che nessun altro club al mondo riesce a imitare.

Quali sono i tuoi primi ricordi da calciatore?

Piqué: Ricordo mio nonno, Amador Bernabéu, che mi ha regalato il primo pallone. Poi i primi tornei con compagni come Cesc Fàbregas nelle giovanili del Barcellona. Da ragazzino mi ispiravo a Fernando Hierro, era un ottimo giocatore e un grande leader.

Ti alleni tutti i giorni con Xavi Hernández, Andrés Iniesta e Lionel Messi. Chi pensi che vincerà il Pallone d'Oro FIFA?

Piqué: Direi Messi, perché è il giocatore più forte del mondo, ma se potessi dividere il premio fra tutti e tre lo farei. Come giocatore, Messi ha tutto, ma Xavi e Iniesta sono i migliori che abbia mai visto con la palla al piede.

A volte sembra che il Barcellona giochi a occhi chiusi. Come nasce questa sicurezza?

Piqué: Con lavoro, disciplina e determinazione e con un tecnico come Josep Guardiola, che ti chiede di non abbassare mai la guardia. Ogni partita è come una finale. In realtà non ci sono grandi segreti, ma il duro lavoro e il fatto che il mister sia cresciuto a Barcellona aiuta molto.

Onestamente, credi che questo Barcellona sia uno dei migliori della storia?

Piqué: Per ora siamo andati bene e abbiamo avuto un paio di belle stagioni. Tuttavia, non bisogna dimenticare che nel calcio ci sono state squadre incredibili e dobbiamo ancora fare tanta strada per raggiungere quei livelli. Quando gli anni saranno passati e conteremo i trofei, allora potremo fare paragoni.

Che ricordi hai della Coppa del Mondo FIFA in Sudafrica?

Piqué: Ne ho migliaia. Per esempio, il mio gol contro la Svizzera, i dubbi che fossimo eliminati dopo quella partita e il gol di Andrés Iniesta in finale... È stato tutto indimenticabile.

Pensi che il 2010 resterà l'anno migliore della tua carriera o il meglio deve ancora venire?

Piqué: Non so proprio. Ogni stagione le sfide aumentano e le motivazioni cambiano. Ma sono giovane e sono il genere di persona che pensa sempre che il meglio debba ancora venire.

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