Cengiz Ünder alla conquista di Roma
sabato 9 febbraio 2019
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Cengiz Ünder parla dei suoi primi 18 mesi in giallorosso, delle difficoltà linguistiche e delle esperienze in UEFA Champions League.
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"Siamo arrivati agli ottavi e martedì giocheremo contro il Porto. Sarà una gara difficile e daremo il massimo per vincere. Speriamo di arrivare allo stesso punto dell'anno scorso, o anche più avanti. Vogliamo arrivare ai quarti; l'anno scorso abbiamo dimostrato di potercela fare eliminando il Barcellona e arrivando in semifinale: possiamo riuscirci anche quest'anno".
Ruolino attuale
Nazionale: 10 presenze, 4 gol
Competizioni UEFA per club: 15 presenze, 4 gol
Competizioni nazionali: 141 presenze, 30 gol
"Il sogno di ogni calciatore è giocare in Champions League. Da bambino riuscivo a guardare solo il primo tempo delle partite, che in Turchia iniziavano alle 21:45. Prima del secondo tempo dovevo andare a dormire. La partita più memorabile è stata la finale del 2005 tra Liverpool e Milan, che è finita 3-3 ed è andata ai rigori. È stata bellissima e si giocava a Istanbul".
"Prima di venire qui [nell'estate del 2017] ho fatto la preparazione estiva con il Başakşehir in Slovenia. Aspettavo notizie dal mio procuratore e dopo averle ricevute non sono riuscito a dormire. Al mattino sono dovuto tornare a Istanbul per fare le valigie e mi sono trasferito a Roma. Ero molto nervoso. Uno dei miei sogni era giocare in una delle più grandi squadre d'Europa e sono riuscito a trasformarlo in realtà firmando con la Roma".
"Quando sono arrivato, la squadra era in tour negli Stati Uniti e io sono rimasto a Roma perché non avevo il visto. Stavo per andare al primo allenamento e Monchi mi ha chiamato in spogliatoio. Quando sono arrivato c'era Francesco Totti ed ero molto nervoso. Ci siamo fatti una foto e quando sono tornato a casa l'ho caricata sui social. È l'idolo di ogni calciatore, me compreso".
"Mi sarebbe piaciuto giocare insieme, i tifosi andavano a vederlo volentieri. Totti fa sempre parte della squadra ed è bello vederlo. Parla sempre con me e ha un ottimo rapporto con tutti. Quando mi vede sorride e mi chiama bomber".
"All'inizio ho fatto molta fatica in Serie A. Dopo i primi sei mesi ho iniziato a capire un po' di più la lingua, anche se devo ancora imparare. Non capivo quello che diceva il mister, ma lui veniva da me e mi spiegava tutto. Così ho iniziato a capire lentamente il sistema della squadra. Facevo sempre quello che voleva e continuo a farlo".
"Sono molto fiero di essere in una delle squadre più forti d'Europa. Con me c'è tutta la Turchia e continuerò a fare bene grazie al suo sostegno. Ora ho 21 anni e sono contento di essere arrivato in semifinale al primo anno di Champions League. Sono ancora giovane, ma credo che faremo grandi cose in futuro. Un giorno spero di poter alzare la coppa".