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Chiellini: l'infanzia, il basket, i punti di forza

Nella seconda parte dell'intervista rilasciata a UEFA.com, il difensore bianconero svela un curioso retroscena legato alla sua infanzia e rivela quali sono i segreti per diventare un ottimo difensore.

Chiellini: l'infanzia, il basket, i punti di forza
Chiellini: l'infanzia, il basket, i punti di forza ©Getty Images

A pochi giorni della cruciale sfida di UEFA Champions League contro il Barcellona, UEFA.com ha parlato con il difensore della Juventus Giorgio Chiellini. In questo articolo pubblichiamo la seconda parte dell'intervista...

UEFA.com: Come hai iniziato a giocare a calcio?

E' un po' strano a dire la verità, perché all'asilo il mio migliore amico giocava a basket. Io ho un fratello gemello e lui voleva giocare a calcio. Io essendo molto amico di questo ragazzo volevo giocare a basket con lui per stare con lui, solo che la scuola di basket non prendeva i bambini dai 5 anni, ma iniziava l'anno dopo. Invece a calcio, essendo sia io che mio fratello gemello già abbastanza grandicelli, ci hanno preso, siamo andati insieme a giocare a calcio e lì è iniziato questo grande amore e questa grande storia che mi ha portato fino a qua. Poi ovviamento non ho mai voluto cambiare, è stata una passione condivisa da me, da mio fratello e da tutta la famiglia crescendo. Sono stato fortunato e contento di aver cominciato questa lunga storia.

UEFA.com: Sei nato difensore o lo sei diventato?

A dire la verità lo sono diventato, perché da bambino giocavo centrocampista, fino ai 12 anni 13 anni. Poi ho cominciato a fare tutta la fascia fino ai 20 e dai 20 in avanti ho iniziato a giocare stabilmente come difensore centrale.

UEFA.com: Quali sono le caratteristiche per diventare un buon centrale?

Per essere un difensore centrale sicuramente serve tanta attenzione e concentrazione, che sono due caratteristiche fondamentali. Devi provar piacere ad anticipare il pensiero dell'attaccante, quindi a fermare l'attaccante, non solo a segnare, fare gol, produrre, ma tra virgolette, a distruggere il gioco dell'avversario e ad impedire all'attaccante di segnare. E poi devi essere tra virgolette un pessimista, nel senso che quando hai la palla devi pensare sempre negativamente se te, la tua squadra o un tuo compagno la può perdere da un momento all'altro, se l'avversario può saltare il tuo compagno e creare una situazione pericolosa. Non è semplice riuscire a farlo per 90 minuti in tutte le partite perché poi l'impegno è tanto e quando magari sei anche più stanco e meno lucido fai fatica a pensare, ma la cosa più importante a prescindere dalle qualità tecniche e atletiche penso che sia poi la testa.

UEFA.com: Quali sono i tuoi punti di forza da difensore?

Personalmente cerco poi di sfruttare quelle che sono le mie qualità e limitare quelle che sono le mie carenze, quindi il contatto fisico con l'attaccante è una cosa che cerco maggiormente perché esalta quelle che poi sono le mie qualità. Con giocatori più rapidi cerco di partire un secondo prima e di non giocare a campo aperto, perché partendo nello stesso momento trovi degli attaccanti talmente veloci che poi ti mettono in difficoltà e credo che la conoscenza anche dell'avversario sia una cosa sempre più importante nel calcio moderno.

Sicuramente come ti ho detto prima l'uno contro uno e la marcatura sull'uomo, quindi riuscire a giocare di posizione e sfruttare la fisicità per impedire all'avversario di segnare. La marcatura è sicuramente la mia dote principale.

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