L'era Lippi: la Juve più forte di sempre?
giovedì 15 giugno 2017
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Vincitrice della UEFA Champions League nella stagione 1995/96 e finalista per tre edizioni consecutive del torneo, la Juventus guidata da Marcello Lippi è stata grande protagonista in Europa nella seconda metà degli anni '90.
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UEFA.com ricorda la squadra campione d'Europa nel 1996, che nella seconda metà degli anni '90 ha conquistato quattro finali consecutive in competizioni UEFA per club, tre delle quali in UEFA Champions League.
L'epoca d'oro
Dopo la conquista del 23esimo Scudetto e la sconfitta contro il Parma in finale di Coppa UEFA nel 1994/1995, la Juventus sale sul tetto d'Europa nella stagione successiva sconfiggendo l'Ajax 4-2 ai rigori a Roma il 22 maggio 1996. Approda in finale anche nelle successive due edizioni della UEFA Champions League, arrivando a disputare 55 gare consecutive in competizioni UEFA per club tra il 1994 e il 1999 senza essere mai eliminata.
L'artefice in panchina dei successi è Marcello Lippi, arrivato a Torino nella stagione 1994/95 insieme ad alcuni calciatori che formeranno lo zoccolo duro della squadra negli anni a seguire, da Didier Deschamps a Ciro Ferrara e Alessio Tacchinardi.
Il trionfo in Europa nella stagione 1995/96 arriva al termine di una cavalcata esaltante in UEFA Champions League, in cui i Bianconeri eliminano, tra gli altri, il Real Madrid del giovane talento Raúl González Blanco ai quarti di finale, ribaltando la sconfitta per 1-0 rimediata al Bernabéu e imponendosi 2-0 nel ritorno al Delle Alpi. Nella stagione successiva la squadra conquista anche la Coppa Intercontinentale FIFA e la Supercoppa UEFA, ma non riesce a bissare il successo in Europa nella finale di UEFA Champions League persa per 3-1 contro il Borussia Dortmund. E anche nella stagione 1997/98 la squadra di Lippi arriva fino alla finale, uscendo ancora una volta sconfitta per 1-0 dal Real Madrid.
Il passaggio di consegne
Dopo l'epoca dei successi in Europa del Milan di Arrigo Sacchi prima, e del Milan di Fabio Capello poi, la Juventus eredita dai Rossoneri il ruolo di protagonista nella massima competizione per club. Significativa in questo senso la vittoria in finale di UEFA Champions League nel 1996 contro l'Ajax, che l'anno prima aveva sancito la fine del ciclo del Milan di Capello con il successo in finale sui Rossoneri per 1-0.
La filosofia innovativa
Chiusa la seconda era di Giovanni Trapattoni alla Juventus, Lippi propone una filosofia di gioco completamente diversa con uno schieramento decisamente orientato alla fase offensiva. Sin dalla sua prima stagione, il suo modulo di gioco preferito è il 4-3-3, con i tre attaccanti che però si sacrificano parecchio in fase difensiva e che garantiscono l'equilibrio tattico necessario alla squadra.
Il genio tattico
"In quella squadra c'erano qualche fuoriclasse e tanti campioni. Perchè campioni non lo si è soltanto nel giocare a calcio, ma anche nel comportamento, nella professionalità, nell'atteggiamento e nell'unità d'intenti", ha dichiarato Lippi, che nel corso della sua prima esperienza in Bianconero ha dimostrato anche di saper adattare il sistema di gioco alle caratteristiche dei giocatori a propria disposizione, passando dal 4-3-3 al modulo con il trequartista quando Zinédine Zidane è approdato a Torino nell'estate 1996.
Cambiano anche diversi protagonisti in campo, con gli attaccanti Fabrizio Ravanelli e Gianluca Vialli che vengono sostituiti dopo il trionfo di Roma del 1996 da un giovane Christian Vieri e dal croato Alen Bokšić, a loro volta rimpiazzati da Filippo Inzaghi dopo un solo anno, nell'estate del 1997. Quello che non cambia, però, è la duttilità tattica della squadra, che si mantiene ai più alti livelli europei nonostante questo alternarsi di giocatori, soprattutto in attacco.
Le stelle
Gianluca Vialli. L'attaccante arrivato dalla Sampdoria nel 1992 è l'anima e il trascinatore in campo della squadra. Insieme a Fabrizio Ravanelli e Del Piero forma un tridente offensivo di qualità e quantità che porta i Bianconeri sul tetto d'Europa. "Sollevare la coppa come capitano resta uno dei momenti più emozionanti della mia lunga carriera -ha dichiarato recentemente Vialli -. È stato il culmine della mia esperienza con la Juventus, prima di passare al Chelsea".
Alessandro Del Piero. Ultimo acquisto di Giampiero Boniperti da Presidente della Juventus, il giovane attaccante arrivato dal Padova mette in mostra fin da subito il suo talento. Alla sua prima partecipazione in UEFA Champions League, diventa vice-capocannoniere con 6 reti nell'edizione vinta nel 1995/96 e incanta l'Europa con il suo destro a giro all'incrocio dei pali che diventa il suo marchio di fabbrica. "Ho dato a Del Piero il soprannome Pinturicchio per l'estetica, per il modo di giocare. I suoi gol sono sempre eccellenti", disse di lui l'Avvocato Giovanni Agnelli.
Zinédine Zidane. Dopo qualche mese di ambientamento al calcio italiano, il talento francese arrivato a 24 anni dal Bordeaux esplode definitivamente a Torino deliziando per cinque stagioni il pubblico del Delle Alpi con la sua tecnica e le sue giocate sensazionali. "Un giocatore eccezionale. Spesso in allenamento ci veniva persino da ridere per le giocate che era in grado di fare", ha dichiarato Lippi parlando di lui.
Hanno detto
Sir Alex Ferguson nel 2013: "La Juventus ha rappresentato un modello per il mio Manchester United quando negli anni '90 dominava in Europa. La nostra vittoria al Delle Alpi nella semifinale di UEFA Champions League [del 1999] per noi è stata la dimostrazione della nostra crescita".
Fabrizio Ravanelli nel 2010: "L'apoteosi della mia carriera è stato il gol segnato in finale di Champions League. Rimarrà nella storia, un gol difficilissimo, fantastico. Ho provato un'emozione fortissima, indescrivibile".
Gianluca Vialli nel 2009: "Ero felice, ma soprattutto sollevato di stringere fra le mani quella coppa, di mostrarla ai tifosi e di vivere quei momenti di gioia con tutta la squadra. Se mi capita di rivedere quelle immagini in tv, mi viene la pelle d’oca!”.