Leonardo Jardim: l'arma segreta del Monaco delle meraviglie
sabato 29 aprile 2017
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"Non so se finirò per diventare il [Sir Alex] Ferguson del Monaco", ha detto scherzando Leonardo Jardim, allenatore richiesto da tutte le big d'Europa dopo la splendida stagione in Francia con Monaco.
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Il Monaco si è qualificato alle semifinali di UEFA Champions League ed in corsa col Paris per la vittoria della Ligue 1 nonostante una evidente disparità di budget. Gran merito dell'impresa di questi 'ragazzi terribili' che giocano un calcio offensivo e bello da vedere, si deve al loro tecnico, Leonardo Jardim che, a 42 anni, è uno degli allenatori più ricercati d'Europa.
Le prove
• Arriva terzo col Braga (2011/12) e secondo col giovane Sporting CP (2013/14) in Liga portoghese
• Ingaggiato dall'Olympiacos nel 2012/13, lascia la Grecia dopo dopo sei mesi con la squadra imbattuta e prima a dieci punti di vantaggio sulla seconda
• Ha portato il giovane Monaco in vetta alla Ligue 1 e in semifinale di UEFA Champions league
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Il parere degli esperti
"È un allenatore davvero intelligente che legge molto bene le partite. È anche molto bravo a leggere i giocatori e a capire cosa abbiano bisogno. Questo sua capacità di gestire le persone gli è tornata molto utile nella sua squadra. Ha alcuni giocatori molto giovani che devono ancora maturare del tutto, ma lui ha la pazienza e la calma necessaria per fargli da maestro. Questo fattore è stato determinante nelle prestazioni della squadra ed è una delle ragioni per cui ci troviamo dove siamo in campionato".
Radamel Falcao, attaccante Monaco
"È sempre stato pronto ad aiutarci. Ci sono stati alcuni momenti nei quali non siamo stati d'accordo, ma lui non mi ha mai abbandonato e mi ha aiutato a crescere tatticamente".
Tiemoué Bakayoko, centrocampista Monaco
La sua storia
Come i connazionali José Mourinho e André Villas-Boas, Jardim (che però ha origini venezuelane) non ha mai giocato a livelli importanti. Dopo aver studiato Scienze Motorie, ha allenato bambini, una squadra femminile e persino una di pallamano.
Le prime esperienze da allenatore sono col Camacha, squadra di Madeira, e col Chavez. In seguito passa al Beira-Mar col quale conquista la promozione in massima serie. Poi viene ingaggiato dal Braga che conduce a un incredibile terzo posto nel 2011/12. Dopo una breve parentesi in Grecia, torna in Portogallo dove prende le redini del giovanissimo Sporting che conduce al secondo posto della Liga portoghese nel 2013/14. In molti si sono chiesti se il Monaco sarebbe stato in grado di competere col PSG per il titolo, quando lo 'sconosciuto' Jardim è arrivato sulla panchina dei monegaschi nel 2014, ma le prestazioni della sua squadra hanno spento ogni critica. Gli opinionisti televisivi ancora oggi lo prendono in giro per il suo forte accento portoghese quando parla in francese, ma adesso il suo lavoro e la sua leadership non vengono più messe in discussione.
Il metodo
Tecnica e libertà di gioco sono centrali nel suo approccio. Con Jardim anche le sessioni atletiche vengono fatte palla al piede, mentre lo spirito di squadra è un altro fattore determinante (una volta ha fatto vedere al suo Chaves il film '300' per dare loro un ideale al quale ispirarsi).
È un allentore con un occhio particolare verso il potenziale dei giocatori. Sua infatti l'intuizione di spostare Fabinho da terzino a centrocampista in questa stagione ("una modifica che funziona per me e per la squadra", ha detto il brasiliano). Predilige però anche dare una chance ai giovani, e se oggi Kylian Mbappé è il partner offensivo di Radamel Falcao, è proprio merito suo. "Mi piace spaziare in tutto il campo, e il mister mi concede la libertà di farlo", ha detto il giovane francese a UEFA.com.
Le citazioni indimenticabili
"Ho sempre creduto nel lavoro atletico, tattico e tecnico svolto insieme. Non si possono separare queste cose; questi tre aspetti dovrebbero essere sempre fatti contemporaneamente".
"Sono così concentrato sul Monaco che non penso nemmeno al futuro. Ho due anni di contratto e sto bene. Non so se finirò per diventare il [Sir Alex] Ferguson del Monaco".
"Non importa contro chi giochiamo: Paris Saint-Germain, Tottenham, Manchester City, o chiunque altro. Fa parte del nostro DNA giocare come facciamo sempre".