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Il Leicester esce di scena a testa alta

"Qualsiasi altra squadra dopo il nostro gol avrebbe mollato", ha detto Diego Godín, dopo che il suo Atlético ha scritto la parola fine alla favola europea del Leicester; Simon Hart di UEFA.com rende omaggio all'avventura delle Foxes.

Jamie Vardy, andato in gol contro l'Atlético, applaude i tifosi di casa al termine della partita
Jamie Vardy, andato in gol contro l'Atlético, applaude i tifosi di casa al termine della partita ©AFP/Getty Images

"Possiamo uscire dalla competizione a testa alta", ha detto il capitano del Leicester City, Wes Morgan. Se esiste un modo giusto per uscire, la sua squadra l'ha trovato ieri sera.

Dopo aver chiuso in svantaggio il primo tempo della gara di ritorno dei quarti di finale contro l'Atlético Madrid (2-0 complessivo), le Foxes sembravano destinate a uscire mestamente di scena. Ma il Leicester non è una squadra che si arrende facilmente, e così nel secondo tempo i campioni d'Inghilterra ci mettono il cuore sospinti dai propri tifosi e segnano il gol del pari spaventando l'Atleti sul finale. Il pareggio tuttavia non basta per qualificarsi, e così gli inglesi escono ai quarti alla loro stagione d'esordio in UEFA Champions League.

Il cambio tattico che ha cambiato la partita
Come sanno bene i difensori dell'Atlético, il Leicester non ha il solo Jamie Vardy in avanti. Gli ingressi nel secondo tempo del possente attaccante Leo Ulloa e dell'esterno Ben Chilwell hanno cambiato il modulo del Leicester, che è passato a un più offensivo 3-4-3. "Sotti di un gol, [il mister Craig Shakespeare] voleva che andassimo in profondità e alla ricerca delle seconde palle per avvicinarci maggiormente alla loro area", ha detto l'argentino. L'esterno Marc Albrighton ha aggiunto: "Dovevamo essere più aggressivi e mettere la torre in avanti per mandargli i palloni. Ci siamo riusciti in maniera perfetta ma non siamo riusciti a segnare le tre reti che ci servivano per qualificarci".

La fine del viaggo
"È triste che il nostro viaggio si fermi qui", ha detto Albrighton e, nel caso del Leicester, è stato un lungo viaggio. La rincorsa, infatti, non è partita da Bruges dove il 14 settembre Albrighton ha segnato il primo gol di questa avventura europea, ma addirittura dalla terza serie inglese, nella quale il Leicester ha conquistato la promozione proprio otto anni fa nella giornata di ieri. Dopo la vittoria a sorpresa della Premier League nella passata stagione, questo gruppo di giocatori ha scritto un nuovo capitolo della loro favola vincendo il Gruppo G e poi battendo il Siviglia - con i rigori parati da Kasper Schmeichel da un lato, e con Jamie Vardy spauracchio dei difensori avversari dall'altro.

Orgoglio ed elogi
Da qui il senso di orgoglio di Danny Drinkwater nella mixed zone dopo la partita, con una maglia dell'Atlético in mano. "Possiamo essere orgogliosi della prestazione e di quanto siamo andati lontani nel torneo", ha detto il centrocampista. "È stato pazzesco. Cinque anni fa era inimmaginagile una cosa del genere. Adesso i giocatori hanno assaggiato il sapore della competizione e questo darà una nuova fame sportiva alla squadra. Speriamo per la prossima stagione di giocare al massimo per poter così tornare in Champions League".

Se una cosa del genere può sembrare inverosimile, dirlo a priori può sembrare abbastanza azzardato, come ha ampiamente dimostrato in passato il Leicester. Il tecnico dell'Atlético, Diego Simeone, ha reso omaggio ai padroni di casa battendo le mani al pubblico all'uscita dal campo, e proprio come il suo allenatore, anche Diego Godin ha elogiato lo spirito delle Foxes: "Qualsiasi altra squadra dopo il nostro gol avrebbe mollato, ma il Leicester è stato totalmente differente. Hanno dimostrato di credere realmente alla rimonta sino alla fine".