Saúl Ñíguez: all'inferno e ritorno
lunedì 17 aprile 2017
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Prima di pensare alla gara di ritorno contro il Leicester, il centrocampista dell'Atlético ricorda il brutto infortunio di due anni fa a Leverkusen che avrebbe potuto interromperne la carriera.
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È accaduto due anni fa, poco prima dell'intervallo della gara tra Atlético e Leverkusen agli ottavi. Kyriakos Papadopoulos e Saúl Ñíguez si sono lanciati sullo stesso pallone e lo spagnolo si è accasciato a terra tenendosi il fianco. L'infortunio è sembrato subito grave e ha richiesto l'intervento dell'ambulanza, poi è arrivata la diagnosi: trauma renale con ematoma.
Ricordo tutto: dove sono caduto, il vomito, le convulsioni, la barella, i compagni che venivano a trovarmi in ospedale e così via. Quest'anno, quando siamo andati a Leverkusen, sono tornato sul luogo del misfatto.
Tutto mi sembrava nero e cupo, fino a quando ho visto mio padre. Allora ho smesso di stare male e di lamentarmi perché volevo rassicurarlo. Vederlo piangere è stato la parte più difficile. Gli ho detto: "Papà, sono un toro, posso sopravvivere a questo e a molto altro". Ha cercato di calmarsi e ha riso, ma si vedeva che era sconvolto.
Mio padre c'è sempre stato. Veniva da Elche tutti i giorni [per un viaggio di 850 km tra andata e ritorno]. Viene a vedere tutte le partite che può, e se ce n'è una importante lui è sempre lì.
Incredibilmente, il centrocampista è tornato in campo in sei settimane, ma non tutto era finito, anzi: per i due anni successivi, ha giocato provando un grande dolore.
Ho passato due anni giocando con un catetere fisso, sia in partita che in allenamento. C'era sangue nelle urine, era strano e mi faceva male. Mettevo in gioco la mia salute per giocare con l'Atlético e inseguire i miei sogni.
Pensavo che, essendomi guadagnato il posto, ormai non potevo più perdere. Ho continuato a giocare fino a quando non ne potevo più. Tutti mi davano del pazzo, ma io rispondevo che non volevo sprecare la mia occasione solo per una botta. Ho dato tutto fin quando ho potuto.
Saúl si sottopone tuttora a controlli regolari ma migliora notevolmente sia in campo che fuori. A settembre ha anche collezionato la prima presenza con la Spagna, mentre a febbraio è accaduto un altro fatto importante: il ritorno a Leverkusen per un'altra sfida contro il Bayer.
È stato emozionante. Ricordo tutto e il prepartita è stato speciale. Lì potevo perdere tutto, e invece sono tornato più forte di prima e con una maglia da titolare. La gara precedente era stata la mia prima da titolare in Champions League, e poi guardate cosa è successo!
È successo QUESTO...
Quando ho segnato, ho provato un senso di liberazione, è stato molto emozionante. Mi sono sentito sollevato, come se mi fossi tolto un peso dalle spalle. Il gol dell'anno scorso contro il Bayern è stato importante, ma non emozionante come quello a Leverkusen, perché lì era successo tutto.