Schubert e la rinascita del Mönchengladbach
venerdì 13 novembre 2015
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Dopo i brillanti risultati ottenuti, André Schubert è stato confermato sulla panchina del Mönchengladbach fino al 2017. Steffen Potter di UEFA.com ci spiega cosa ha fatto il 'mago' per guarire la squadra tedesca.
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Sei vittorie di fila in Bundesliga seguite da un pareggio per 0-0 in casa contro l'Ingolstadt, hanno risollevato il Mönchengladbach dall'ultimo posto al sesto in classifica. Oggi per festeggiare questo traguardo, André Schubert ha firmato un contratto fino all'estate del 2017. Il tecnico, definito dalla stampa italiana come 'il mago', non è riuscito a evitare l'eliminazione dal difficilissimo Gruppo D di UEFA Champions League, ma ha regalato al Gladbach almeno l'illusione di rientrare nella corsa alla qualificazione dopo l'esonero di Lucien Favre.
Ma come ha fatto il 44enne ex tecnico della squadra riserve del Gladbach – che in precedenza non aveva impressionato in seconda divisione con Paderborn e St. Pauli – a fare cambiare marcia ai tedeschi?
Innanzitutto bisogna chiarire che nel Mönchengladbach c'è sempre stata qualità. Nella passata stagione i tedeschi sono arrivati al terzo posto e sia il direttore sportivo Max Eberl che l'ex tecnico Favre hanno sempre fatto i conti con cessioni eccellenti, come quelle di Marco Reus e Marc-André ter Stegen per ragioni di budget.
Tuttavia Eberl in estate aveva messo in guardia l'ambiente: "In difesa abbiamo tre o quattro giocatori, e se qualcuno di loro dovesse mancare, avremmo problemi". Un inizio di stagione ricco di infortuni ha dimostrato la fondatezza delle sue perplessità, così Favre è stato costretto a schierare in difesa giocatori inesperti. Il rientro di alcuni di loro dopo l'esonero del tecnico svizzero ha dato una grossa mano a Schubert.
In effetti Schubert non ha stravolto la squadra da quando ha preso le redini del Gladbach. I tedeschi giocano ancora col classico 4-4-2 con due centrocampisti d'impostazione, ma c'è una piccola differenza: "Con Schubert pressiamo più alti e attacchiamo di più. Adesso giochiamo con un baricentro più alto", spiegava il centrocampista Granit Xhaka a UEFA.com a fine settembre, facendo capire col suo sorriso di apprezzare questo tipo di approccio alla gara.
Sebbene lo stile difensivo di Favre avesse funzionato in passato, adesso con Schubert le cose sono cambiate. "I giocatori hanno qualità. Abbiamo cercato di restituirgli fiducia e gioia nel giocare a calcio", raccontava il neo tecnico a UEFA.com.
I cambiamenti in squadra sono stati minimi. Il giovane Andreas Christensen (in prestito dal Chelsea), adesso in difesa è schierato con giocatori più esperti, mentre Lars Stindl, acquisto del mercato estivo, è esploso da quando ha alzato il raggio d'azione rispetto al ruolo più arretrato occupato con Favre.
A centrocampo, Schubert ha incaricato il capitano Xhaka di fare da chioccia al talentuoso 19enne Mahmoud Dahoud. Il tecnico non ha quindi rivoluzionato la squadra ma ha fatto dei piccoli aggiustamenti a un motore che funzionava già prima di lui. Il sogno della UEFA Champions League è sfumato, ma la porta verso la qualificazione alla UEFA Europa League è ancora aperta.