Esclusiva: i ricordi di Mourinho in UEFA Champions League
lunedì 19 ottobre 2015
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"L'obiettivo è vincere con la squadra che alleno, non di fare un record personale", ha detto José Mourinho a UEFA.com, sfogliando tutte le imprese della sua carriera in UEFA Champions League.
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In questa stagione non sta andando tutto secondo i piani per José Mourinho, ma il tecnico del Chelsea potrebbe comunque entrare nella storia. Lo 'Special One', infatti, potrebbe diventare il primo allenatore a vincere la competizione con tre squadre diverse se dovesse alzare al cielo il trofeo nella finale del 28 maggio a Milano. Il portoghese ha rivissuto con UEFA.com i momenti più significativi della sua carriera in UEFA Champions League.
Sulla vittoria del 2004 col Porto…
È stato tutto perfetto. Il Monaco aveva cominciato meglio di noi, ma dopo 10-12 minuti avevamo preso in mano le redini della gara. È stato un momento fantastico per noi. Il rammarico è stato di non aver continuato tutti insieme perché se quella squadra fosse rimasta ancora insieme, chissà cosa avrebbe fatto. Dopo quella vittoria io sono andato via, così come Deco, [Paulo] Ferreira, [Ricardo] Carvalho, [Nuno] Valente e Costinha. Tutti sono andati via e la squadra campione d'Europa è scomparsa, ma non la storia. Quella rimane.
Sulla vittoria del 2010 e sul suo legame con l'Inter…
I tifosi [dell'Inter] sono speciali. Il presidente è più che speciale. Era una vera famiglia e in quella stagione abbiamo vinto tutto.
Quella contro il Bayern era la partita della vita per molti miei giocatori. Era l'ultima possibilità per [Javier] Zanetti, [Marco] Materazzi, [Iván] Córdoba, [Cristian] Chivu e Maicon. E così abbiamo giocato quella finale con questa mentalità. Non stavamo giocando in 11, ma eravamo in migliaia perché l'Inter aspettava da tantissimi anni quest'occasione. Eravamo tutti molto sicuri ed è stato il modo migliore di lasciare la squadra. L'Inter è un club che amo molto.
Sulla semifinale al cardiopalma col Real Madrid…
Quando sono arrivato al Real Madrid, il club non raggiungeva i quarti di finale da quasi dieci anni, e così quando siamo approdati agli ottavi col Lyon, il panico era totale. Siamo riusciti a scacciare quella paura e la squadra è cambiata, i giocatori sono cambiati. Tutti abbiamo pensato che avremmo vinto la competizione, ma in tre anni consecutivi ci siamo fermati alla semifinale e per motivi diversi non siamo riusciti ad arrivare in finale.
La sconfitta ai rigori [col Bayern] è stata davvero difficile da digerire. È stata una delusione enorme, ma quando il Real Madrid ha vinto nel 2014, è stato il giusto riconoscimento per l'intero club. L'hanno meritato ed io ero davvero felice.
Sulle possibilità del Chelsea…
Ho un ottimo gruppo, i rapporti sono molto buoni. Penso sempre che dobbiamo fare un passo alla volta, e la fase a gironi è il primo passo. Bisogna intanto arrivare tra le prime due e passare il turno. Quando si arriva alla fase a eliminazione diretta, l'imprevedibilità di ogni dettaglio diventa fondamentale. Solo una squadra può vincere e solo due possono raggiungere la finale. È così che stanno le cose perché questa competizione è la più grande nel panorama calcistico mondiale.
Sulla possibilità di diventare il primo allenatore a vincere la UEFA Champions League con tre squadre diverse…
Non è questo il mio obiettivo – l'obiettivo è di vincere la terza, non il mio record personale. Se qualcuno ci riuscirà prima di me, o se qualcuno vincerà con quattro o cinque squadre, non mi interessa. Io voglio solo vincerla con la mia squadra.
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