Le squadre più forti di tutti i tempi: Milan 1988-90
domenica 5 luglio 2015
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UEFA.com racconta le squadre che hanno cambiato il calcio europeo. Oggi è il turno del Milan di Arrigo Sacchi, vincitore di due Coppe dei Campioni consecutive alla fine degli anni '80.
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UEFA.com racconta le squadre che hanno cambiato il calcio europeo. Oggi è il turno dell'AC Milan, vincitore di due Coppe dei Campioni consecutive alla fine degli anni '80.
L'epoca d'oro
Senza un trofeo dal 1979, il Milan rinasce nel 1986, quando Silvio Berlusconi ne rileva la proprietà. Nell'estate 1987 arrivano Arrigo Sacchi, tecnico relativamente sconosciuto, e due campioni come Marco van Basten e Ruud Gullit. La squadra del tecnico romagnolo vince il titolo alla prima stagione, mentre nelle due successive si aggiudica due Coppe dei Campioni, più le rispettive Supercoppe UEFA e Coppe Intercontinentali.
Anche se più avanti Fabio Capello e Carlo Ancelotti terranno il Milan ai vertici del calcio europeo, quello di Sacchi resta il più memorabile. "Il nostro presidente aveva un sogno - ricorda Sacchi -. Voleva costruire la squadra più forte del mondo. Quando sono arrivato, ho trovato un gruppo di grandi professionisti che volevano vincere, ma solo giocando il calcio più spettacolare".
Il passaggio dello scettro
L'eliminazione del Real Madrid CF in semifinale di Coppa dei Campioni 1988/89 è uno dei successi chiave del nuovo Milan, che nel frattempo aveva acquistato anche Frank Rijkaard. Poiché il Real è considerato imbattibile in casa, tutti pensano che i rossoneri possano accontentarsi di una sconfitta di misura al Santiago Bernabéu, ma Sacchi ha altre idee.
La sua squadra prende l'iniziativa e pareggia 1-1, addirittura con qualche rimpianto, ma al ritorno si impone 5-0, con uno splendido gol di apertura di Ancelotti. "Il gol di Carletto è stato emblematico - ricorda Roberto Donadoni -. Eravamo determinati e affamati".
Quindi, i rossoneri vincono 4-0 in finale contro l'FC Steaua București a Barcellona. "Fantastique Milan!", si legge su L'Equipe il giorno dopo a proposito delle doppiette di Gullit e Van Basten.
Una filosofia rivoluzionaria
Applicando concetti quali "l'intelligenza collettiva", Sacchi chiede "11 giocatori attivi in tutti i momenti della gara, sia in difesa che in attacco". Addirittura, in allenamento organizza partite da 90 minuti senza palla, indicando ai giocatori la posizione immaginaria della sfera in modo che possano schierarsi di conseguenza.
"L'unico modo per formare una squadra è mettere insieme giocatori che sappiano giocare l'uno per l'altro - spiega Sacchi -. Non puoi fare niente da solo, e anche se ci riesci non dura molto. Spesso cito Michelangelo e dico: 'Lo spirito guida la mano'".
Genio tattico
"Non sapevo che per essere un bravo fantino devi prima essere stato un cavallo", risponde Sacchi a chi ne mette in dubbio le capacità in quanto non era mai stato un giocatore. Il tecnico arriva da una lunga gavetta e dai buoni risultati con il Parma FC ed è determinato a cambiare il tradizionale stile di gioco italiano. "La maggior parte delle nostre squadre pensa a difendere. Tutte hanno un libero e marcano a uomo. In attacco, sta tutto alle doti individuali e alla creatività del No10".
Il Milan di Sacchi gioca con un 4-4-2 e una difesa a zona, con una distanza tra difensori e centrocampisti mai superiore a 25-30 metri. La difesa alta e un efficiente trappola del fuorigioco tengono sotto pressione gli avversari non abituati alla velocità.
Le stelle
Franco Baresi: 'Kaiser Franz', il libero schierato da Nils Liedholm nella stagione dello scudetto 1978/79, rimane al Milan anche nei momenti più difficili e abbraccia gli schemi di Sacchi insieme a Mauro Tassotti, Alessandro Costacurta e Paolo Maldini.
Ruud Gullit: sintesi perfetta del calcio totale di Sacchi, Gullit può giocare in qualsiasi ruolo. "È un grande giocatore sotto tutti i punti di vista - dice di lui George Best nel 1990 -. Non ha paura di giocare senza palla e sembra sempre che si diverta. Per me ha tutte le caratteristiche per superare anche Maradona".
Marco van Basten: "Per me rimane l'attaccante più forte di tutti i tempi - è il commento di Sacchi -. Nessun altro attaccante lavorava così tanto per la squadra come Marco. Soprattutto, lo ricordo per la sua eleganza, la sua grazia movimenti e le sue abilità incredibili".
Hanno detto
Roberto Donadoni: "Sacchi ha iniziato la rivoluzione del calcio italiano, sia mentale che tattica. Avevamo il nostro stile di gioco e cercavamo di imporlo contro qualsiasi avversario, dai dilettanti che affrontavamo in allenamento fino al Real Madrid al Bernabéu".
Carlo Ancelotti: "Con la sua mentalità, i metodi di allenamento, l'intensità e le tattiche, Arrigo ha cambiato completamente il calcio italiano. Le squadre italiane difendevano e basta, mentre noi difendevamo attaccando e pressando".
Xavi Hernández (FC Barcelona) nel 2012: "Se ci confrontiamo con il Milan di Sacchi, siamo molto fieri. È stata una squadra che ha scritto la storia del calcio italiano".