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Gli eroi dei quarti di finale

I quarti di finale di UEFA Champions League stanno per prendere il via e UEFA.com ha deciso di passare in rassegna i giocatori che in passato si sono distinti in questa fase del torneo, da Duncan Edwards a Koke, passando per Enzo Scifo.

L'intero Old Trafford si inchinò davanti a Ronaldo nel 2003
L'intero Old Trafford si inchinò davanti a Ronaldo nel 2003 ©Getty Images

1958
Duncan Edwards, Manchester United FC 
"Poteva fare tutto e giocare ovunque - disse di lui Sir Bobby Charlton -. E il mondo attendeva che il suo talento raggiungesse la piena maturità". Edwards aveva solo 21 anni quando morì in seguito al disastro aereo di Monaco del 6 febbraio 1958, ma aveva già disputato 151 partite con lo United, vincendo due titoli inglesi, e collezionato 18 presenze in nazionale.

Nei quarti del 1958 Edwards propiziò entrambe le reti che all'andata permisero alla squadra di Matt Busby di imporsi 2-1 sull'FK Crvena zvezda e al ritorno andò personalmente a bersaglio due volte nel successo 5-4 dello United.

1960
Sándor Kocsis, FC Barcelona 
Il talento ungherese andò a bersaglio quattro volte nel successo 5-2 del Barça sul campo del Wolverhampton Wanderers FC nel ritorno dei quarti. Era il marzo 1960 e Kocsis riuscì a completare il poker segnando due reti nella ripresa nonostante le iniezioni di antidolorifico a cui si era sottoposto nell'intervallo dopo essersi lussato una spalla durante la prima frazione di gioco.

©Getty Images

1962
John Charles, Juventus 
L'attaccante gallese, soprannominato 'Il Gigante Buono', era l'idolo dei tifosi della Juve, che nel 1997 lo hanno eletto miglior giocatore bianconero di sempre. Autore di 28 reti nella sua prima stagione di Serie A (1957/58), Charles eccelleva sia al centro dell'attacco che in difesa e fu nel ruolo di difensore che nell'andata dei quarti 1962 riuscì quasi ad arginare il Real Madrid CF a Torino. 

Solo Alfredo Di Stéfano riuscì a sfuggirgli, regalando il successo 1-0 alle Merengues, ma nella gara di ritorno Charles contribuì ad infliggere agli spagnoli la loro prima sconfitta interna in Coppa dei Campioni, firmando l'assist per il gol di Omar Sivori. Con il doppio confronto in perfetto equilibrio la sfida venne decisa dal replay disputato una settimana dopo a Parigi e vinto 3-1 dai Blancos.

1964
José Vicente Train, Real Madrid CF
Il Real Madrid vinse quattro titoli spagnoli di fila dal 1961 al 1964 con Vicente baluardo insuperabile tra i pali. La sua prova migliore fu però quella contro l'AC Milan campione d'Europa in carica nei quarti di finale 1964. Dopo il successo 4-2 dell'andata, le Merengues subirono due gol in rapida successione in avvio di gara a San Siro e la porta di Vicente rimase sotto assedio per gran parte della ripresa, ma le sue parate strepitose permisero alle Merengues di non subire altre reti e di approdare in semifinale. 

©Getty Images

1969
Johan Cruyff, AFC Ajax 
Cruyff e l'Ajax avrebbero dominato l'Europa nei primi anni '70 e l'SL Benfica fu la prima squadra ad assaggiare il calcio totale dei Lancieri nell'epico quarto di finale del 1969. Le Aquile si erano imposte 3-1 all'andata ad Amsterdam, ma Cruyff segnò una doppietta al ritorno permettendo all'Ajax di vincere con lo stesso risultato a Lisbona. Nel replay di Parigi fu ancora Cruyff ad aprire le marcature nei supplementari e alla fine l'Ajax approdò in semifinale imponendosi 3-0. 

1973
Gerd Müller, FC Bayern München 
'Der Bomber' chiuse da capocannoniere l'edizione 1973 con ben 12 gol, anche se il Bayern non andò oltre i quarti di finale. I bavaresi vennero eliminati dall'Ajax, impostosi 4-0 nella gara di andata ad Amsterdam, ma Müller firmò una doppietta nel successo 2-1 ottenuto dal Bayern al ritorno contro i Lancieri, privi di Cruyff. Quella sarebbe stata la sua stagione più prolifica nel torneo. 

1976
Dominique Rocheteau, AS Saint-Étienne 
Imprendibile ala destra, Rocheteau ispirò la più grande rimonta del Saint-Étienne nel torneo. Dopo la sconfitta 2-0 subita nell'andata dei quarti contro la grande FC Dynamo Kyiv di Valeriy Lobanovskiy, al ritorno il club francese, sospinto dai suoi tifosi, riuscì a recuperare il passivo nei tempi regolamentari e al 107' dei supplementari Rocheteau salì alla ribalta firmando personalmente il gol-qualificazione. 

Highlights: Il primo trionfo del Liverpool

1977
David Fairclough, Liverpool FC 
Negli anni '70 Fairclough era considerato il giocatore più bravo in assoluto ad andare a segno partendo dalla panchina. Cresciuto nelle giovanili del Liverpool, era già un idolo dei tifosi al momento del suo approdo in prima squadra nel 1975. Due anni più tardi, quando Bob Paisley lo spedì in campo al 72' della sfida di ritorno dei quarti contro il St-Étienne, i Reds erano virtualmente fuori per la regola dei gol segnati in trasferta. Passarono appena 12 minuti e l'allora 20enne Fairclough spedì alle spalle di Ivan Ćurković il pallone che gli regalò un posto d'onore nella storia del club. 

1980
Trevor Francis, Nottingham Forest FC 
Nel 1979 Francis aveva regalato al Forest il trionfo europeo con un gol in finale e l'anno successivo il primo giocatore inglese ad essere stato pagato un milione di sterline non esitò a ripetersi. La sua prova nei quarti di finale 1980 spiega perfettamente perché il tecnico Brian Clough avesse fatto spendere al club tutto quel denaro. Il Forest era stato battuto in casa dalla Berliner FC Dynamo all'andata, ma Francis propiziò il successo 3-1 del ritorno in Germania e il suo secondo gol in girata rimane tutt'oggi un'autentica perla.

©Getty Images

1983
Michel Platini, Juventus 
La Juve di Giovanni Trapattoni poteva contare su sei Azzurri da poco laureatisi campioni del mondo e su due nuovi acquisti che avevano brillato alla Coppa del Mondo FIFA 1982 in Spagna: Zbigniew Boniek e Platini. Platini divenne in breve l'uomo più importante di quella squadra stellare e nel marzo 1983 fu l'Aston Villa FC a farne le spese.

Con un delizioso passaggio, il fuoriclasse francese offrì a Boniek il pallone che permise ai Bianconeri di imporsi 2-1 all'andata al Villa Park e al ritorno firmò una doppietta regalando alla Juve una sfida contro l'RTS Widzew Łódź in semifinale.

1986
Enzo Scifo, RSC Anderlecht 
I primi anni '80 furono il periodo d'oro del club belga, che nel 1982 era approdato in semifinale e la stagione successiva aveva conquistato la Coppa UEFA. Nel 1985/86 i Biancomalva potevano contare su uno Scifo appena 20enne, ma già dotato di una personalità straordinaria in cabina di regia, come dimostra il doppio confronto contro il Bayern nei quarti del 1986. Sconfitto 2-1 all'andata in Germania, l'Anderlecht si aggrappò a Scifo nel ritorno di Bruxelles e fu una sua doppietta a permettere alla squadra di Arie Haan di eliminare dal torneo i bavaresi.

1989
Marius Lăcătuş, FC Steaua Bucureşti 
L'attaccante romeno verrà ricordato per sempre come uno degli unici due giocatori ad essere andati a bersaglio nella serie finale di rigori che regalò il trofeo allo Steaua nel 1986, ma il suo talento emerse in maniera più limpida nei quarti del 1989 contro l'IFK Göteborg. Quello Steaua, che poteva contare sulla classe dell'astro nascente Gheorhe Hagi, era probabilmente più forte della squadra che trionfò tre anni prima, come il Göteborg di certo potrebbe testimoniare. Gli svedesi si imposero 1-0 in casa nella gara di andata, ma una tripletta di Lăcătuş propiziò il roboante 5-1 ottenuto dal club romeno nella sfida di ritorno.

1991
Dmitri Radchenko, FC Spartak Moskva 
Il Real Madrid guidato da Di Stéfano lasciò Mosca soddisfatto nel marzo 1991 dopo aver pareggiato 0-0 sul campo dello Spartak in una gelida nottata russa, ma le cose non andarono come sperato per le Merengues nella gara di ritorno. Tutto merito del 20enne attaccante Dmitri Radchenko.

Emilio Butragueño portò in vantaggio i Blancos in avvio di gara, ma Radchenko firmò il sorpasso russo con due acuti personali e il terzo gol di Valeri Shmarov fece definitivamente calare il silenzio sul Santiago Bernabéu. Quella prestazione permise a Radchenko di guadagnarsi il trasferimento al Real Racing Club la stagione successiva.

©UEFA.com

1995
George Weah, Paris Saint-Germain 
L'ottima stagione d'esordio in UEFA Champions League permise a Weah di vincere il premio di Calciatore Europeo dell'Anno nel 1995, primo giocatore africano a riuscire nell'impresa. Nella fase a gironi, in casa del Bayern, il liberiano firmò un gol strepitoso dopo aver saltato come birilli quattro difensori avversari, niente male per chi era sceso in campo solo a causa di un infortunio di David Ginola. Weah avrebbe poi segnato un gol preziosissimo al Camp Nou nell'andata dei quarti di finale e l'1-1 ottenuto in casa del Barça avrebbe regalato ai parigini la fiducia nei propri mezzi necessaria per imporsi 2-1 al ritorno. 

1997
Eric Cantona, Manchester United FC
Lo United tornava a disputare i quarti per la prima volta dal 1969 ed era la prima squadra inglese ad approdare così lontano da oltre un decennio. A quel punto, l'estroso francese che aveva trascinato i Red Devils al primo titolo nazionale in 26 anni mostrò le sue credenziali anche in Europa.

Nei quarti di finale, contro l'FC Porto, Cantona fu il protagonista di quella che molti tifosi dello United considerano in assoluto la migliore partita nella storia del club. Dopo aver aperto le marcature al 34', diede il via all'azione del terzo gol firmato da Ryan Giggs che rappresenta il manifesto della qualità offensiva di quella squadra straordinaria. 

©Getty Images

1999
Andriy Shevchenko, FC Dynamo Kyiv 
La premiata ditta Shevchenko - Serhiy Rebrov aveva già segnato 13 gol quando la Dynamo Kiev si trovò a fronteggiare il Real Madrid campione d'Europa in carica nei quarti. Shevchenko, allora 22enne, portò in vantaggio la Dynamo in Spagna e anche se le Merengues riuscirono a pareggiare fu la gara di ritorno a regalargli la definitiva consacrazione. Dopo essersi procurato ed aver trasformato un calcio di rigore, l'attaccante firmò anche la rete del 2-0, che permise alla Dynamo di eliminare i campioni in carica e di approdare in semifinale per la prima volta negli ultimi 12 anni. 

2003
Ronaldo, Real Madrid CF 
I tifosi dello United non poterono che tributare il loro omaggio a Ronaldo quando il brasiliano venne sostituito al 67' della sfida di ritorno all'Old Trafford. L'attaccante del Real Madrid aveva messo a segno una strepitosa tripletta permettendo alle Merengues di superare il turno con un 6-5 complessivo. Ronaldo aveva firmato il primo gol su assist di Guti e il secondo al termine di una pregevole azione orchestrata da Zinédine Zidane e Roberto Carlos, ma fu il terzo, su azione personale, a entrare nella leggenda. 

©Getty Images

2005
Frank Lampard, Chelsea FC 
Lampard sarebbe andato a segno nella finale 2008, ma fu nel quarto di finale di tre anni prima contro il Bayern che il centrocampista mostrò al mondo il suo fiuto del gol andando a segno tre volte nel doppio confronto. Le due reti realizzate nel successo 4-2 ottenuto allo Stamford Bridge riassumono al meglio il suo repertorio: due sinistri chirurgici, che spianarono la strada al Chelsea. Sarà poi un suo destro dalla distanza in Baviera a sancire la definitiva eliminazione del Bayern. 

2007
Ryan Giggs, Manchester United FC 
Lo United non era nuovo alle rimonte impossibili, ma capitan Giggs era ormai l'unico sopravvissuto della squadra che era stata protagonista di quella celeberrima del 1999 in finale di UEFA Champions League. Reduce dalla sconfitta 2-1 sul campo dell'AS Roma nell'andata dei quarti, i Red Devils si scatenarono al ritorno, imponendosi con un incredibile 7-1. Giggs, all'epoca 33enne, mise lo zampino in ben quattro dei gol grazie alla sua velocità e all'abilità nell'ultimo passaggio. "E' stata la nostra prova più bella in assoluto - commentò a fine gara Sir Alex Ferguson -. Tutti i giocatori sono stati straordinari".

2009
Lionel Messi, FC Barcelona 
Scegliere una sola delle splendide prove di Messi nei quarti di finale è un'impresa ardua, ma probabilmente quella del 2009 contro il Bayern è la migliore in assoluto. La gara di andata mostrò il meglio del repertorio dell'argentino e dei catalani: straordinaria circolazione di palla in velocità e letali affondi del tridente Messi-Samuel Eto'o-Thierry Henry. Un mix davvero irresistibile. Messi firmò una doppietta e propiziò i gol di Eto'o e Henry. "Messi è un grandissimo, vederlo giocare è un piacere", dichiarò l'allora tecnico del Bayern Jürgen Klinsmann.

©Getty Images

2014
Koke, Club Atlético de Madrid 
L'Atleti non approdava in semifinale dal 1974, perciò la sfida di ritorno dei quarti contro il Barcellona all'Estadio Vicente Calderón si prennunciava come davvero cruciale. Nelle 30 gare di UEFA Champions League disputate in precedenza con la maglia dell'Atlético, il 22enne regista Koke non aveva mai segnato, ma fu proprio lui - approdato nel club a soli sei anni - a firmare il gol-qualificazione dopo l'1-1 dell'andata, guadagnandosi a pieno titolo un posto nella storia dei Rojiblancos.

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