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Gerard Piqué, da tifoso a protagonista

Gerard Piqué ci racconta la sua passione per il Barcellona, la magia della UEFA Champions League, e 'l'intesa speciale' tra Luis Suárez, Neymar e Lionel Messi.

Gerard Piqué festeggia con Luis Suárez il passaggio del turno dopo la partita di ritorno degli ottavi
Gerard Piqué festeggia con Luis Suárez il passaggio del turno dopo la partita di ritorno degli ottavi ©Getty Images

Nella lunga intervista ai microfoni di UEFA.com, il 28enne Gerard Piqué ha parlato della sua profonda passione per la maglia dell'FC Barcelona, di com'è lavorare con Luis Enrique, della magia della UEFA Champions League, e 'dell'intesa speciale' tra Luis Suárez, Neymar e Lionel Messi. Il difensore spagnolo ha anche rivelato quale canzoncina canta al proprio figlio (piccolo indizio: non è 'Whenever, Wherever').

UEFA.com: Gerard, fai parte di questo club da quando sei nato. Ricordi il momento in cui hai cominciato ad amare l'FC Barcelona?

Gerard Piqué: Non penso si sia trattato di un momento, ma di un processo. Tuo padre o tuo nonno ti portano a guardare ogni settimana le partite, e lentamente cominci a innamorarti della squadra e della sua storia. Poi a sette o otto anni ho cominciato a giocare per il settore giovanile, e probabilmente in quel momento i colori del Barça sono diventati davvero qualcosa di speciale per me.

UEFA.com: Cosa ricordi di quando eri piccolo e dovevi stare sveglio a guardare le partite europee del Barcellona?

Piqué: Ricordo chiaramente quando avevo cinque anni e abbiamo vinto la nostra prima Coppa dei Campioni a Wembley contro la Sampdoria. Ricordo che ero a casa dei miei nonni a Barcellona quando Koeman fece gol nei tempi supplementari. Questo è uno dei momenti più importanti nella storia del club.

La squadra ha sempre giocato bene ma non vincevamo nulla da molto tempo. Abbiamo cominciato a vincere trofei importanti circa 20 o 25 anni fa. Mi ritengo fortunato ad aver assistito a questo battesimo perché tutto è cominciato all'incirca nel periodo in cui sono nato io.

UEFA.com: Parliamo dell'inno della squadra. Che sensazioni vi dà ascoltarlo prima delle partite?

Il figlio di Piqué: Milan di nome, Barcelona di natura
Il figlio di Piqué: Milan di nome, Barcelona di natura©Getty Images

Piqué:Quando sei piccino l'inno significa molto perché lo associ all'ingresso dello stadio e alla partita che aspetti tutta la settimana. Poi forse perde un po' di quella magia perché ti abitui a sentirlo sempre, fin quando non nascono i tuoi figli e cominci a cantarlo a loro. [Mio figlio] Milan mi chiede sempre di cantargli l'inno del Barça prima di andare a dormire. Ormai è un'usanza di famiglia.

UEFA.com: Che differenza c'è con una partita di UEFA Champions League e col suo inno?

Piqué: L'inno della Champions League è una cosa diversa. In più lo stadio ha i simboli della Champions e in genere c'è più folla. Le luci sembrano più luminose e tutto è studiato nei dettagli, dal pallone, alla pubblicità alle stelle. L'atmosfera è davvero speciale.

UEFA.com: Gli avversari sono diventati sempre più abili a difendersi dalla ragnatela di passaggi del Barcellona. Com'è cambiato lo stile di gioco della squadra?

Piqué: Penso che lo stile sia lo stesso di sempre. Da quando Johan Cruyff si è trasferito al Camp Nou [nel 1988], abbiamo il possesso palla, controlliamo le partite e creiamo molte occasioni da rete. Non credo di aver mai visto un Barça che non controlli la partita e non ha molto possesso. Non l'ho mai visto perché siamo riusciti a mantere questo stile di gioco nel tempo.

UEFA.com: Ci sono tanti segnali positivi che incoraggiano la coesistenza e compatibilità di Messi, Neymar e Suárez. Secondo te che potenzialità ha questo tridente?

'Questi tre hanno davvero un'intesa speciale'
'Questi tre hanno davvero un'intesa speciale'©AFP/Getty Images

Piqué: Non credo di aver mai visto un'intesa come quella tra Luis [Suárez], Ney [Neymar] e Leo [Messi]. Stiamo parlando di tre dei migliori giocatori del mondo. Essere calciatori comporta anche una certa dose di egoismo, ma questi tre hanno davvero un'intesa speciale. Fanno tutto in maniera perfetta e non c'è gelosia tra di loro, penso si veda anche in campo.

UEFA.com: Luis Enrique è il quarto tecnico del Barcellona in altrettante stagioni. Che nuove idee ha portato? Che differenze di stile e tattica ci sono con Josep Guardiola, Tito Vilanova o Gerardo Martino?

Piqué: Ogni allenatore è diverso. Tito, Tata, Pep e oggi Luis hanno tutti cercato di imprimere il proprio marchio pur rimanendo fedele allo stile di cui abbiamo parlato prima. Lo stile del Barça non è negoziabile. A Luis piace pressare alti e per poi ripartire rapidamente in contropiede approfittando della velocità del nostro attacco.

UEFA.com: Quanto è difficile non perdere le motivazioni e conservare la fame di vittoria?

Piqué: Nel corso della carriera ci sono momenti in cui è facile trovare motivazioni, e altre in cui è più difficile. Quando sei nei quarti di finale, in semifinale di Champions League, o in corsa per la vittoria della Liga, i giocatori trovano più facilmente gli stimoli. Capita altre volte che sia più difficile, ma alla fine è tutta questione di esperienza.

Il Barcelona volerà a Parigi per sfidare mercoledì il Paris Saint-Germain nell'andata dei quarti di finale di UEFA Champions League

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