Carvajal e l'amore per il Real Madrid
martedì 1 aprile 2014
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Tornato nel club in cui "tutti i bambini vogliono giocare", il terzino del Real Madrid CF Daniel Carvajal racconta la realizzazione del suo sogno d'infanzia e un "indimenticabile" debutto in UEFA Champions League.
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Prodotto del vivaio e talento emergente del Real Madrid CF, Daniel Carvajal ha tanti buoni motivi per essere felice e orgoglioso di se stesso.
"Era un sogno che avevo fin da bambino e che poi è diventato realtà. In Spagna, e soprattutto a Madrid, tutti i bambini vogliono giocare nel Real e sperano di essere chiamati già quando hanno 10 anni. Vestire quella maglia e giocare è molto emozionante e ti dà un grande orgoglio. È bellissimo far parte delle giovanili di questo club".
Date le poche chance di giocare titolare, il terzino destro ha preso la difficile decisione di andare a giocare al Bayer 04 Leverkusen nel luglio 2012. "È stato un periodo interessante, uno dei più intensi della mia vita - ha ricordato -. Giocare in un altro paese, parlare una lingua che non conosci e adattarsi a un campionato completamente diverso è una sfida, ma grazie all'opportunità che mi ha dato il Bayer Leverkusen è stata meravigliosa".
Dopo una sola stagione in Germania, Carvajal è stato richiamato dalle Merengues e ha potuto giocarsi la sua seconda chance al Santiago Bernabéu. "Ero contentissimo! E per di più dopo un anno solo, perché il Real aveva la possibilità di riacquistarmi entro tre anni. Avevo previsto di lavorare molto per tornare a Madrid, ma non avrei mai pensato che sarebbe successo dopo una sola stagione - ha rivelato il nazionale dell'Under 21 spagnola che ha collezionato 26 presenze nella Liga. "Quando l'ho saputo sono caduto dalle nuvole. Sentire quella notizia dopo un anno lontano dalla mia famiglia mi sembrava un sogno".
Carvajal si è goduto fin da subito il grande palcoscenico, debuttando in UEFA Champions League nel dirompente 6-1 contro il Galatasaray AŞ. "E' stato il massimo, come un sogno. Quando ero giovane giocavo sempre con grande intensità contro i miei amici, non mi piaceva perdere - ha raccontato -. Spingevo sempre al massimo e ricordo che mi dicevano: 'rilassati! Questa non è la Champions League'. Quindi quando ho giocato quella partita ho sentito i brividi e non la dimenticherò mai.
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