Xabi Alonso a tutto campo
sabato 2 marzo 2013
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Il centrocampista del Real Madrid ha parlato con Champions Matchday di Cristiano Ronaldo, "il calciatore più ambizioso mai incontrato", di José Mourinho, un "leader", e della décima con il Real, "obiettivo importante".
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Il centrocampista del Real Madrid CF Xabi Alonso ha parlato con Champions Matchday della delicatezza del suo ruolo, della sfida contro il Manchester United FC e dello storico obiettivo di conquistare la decima Coppa dei Campioni con il suo club.
Quali sono le caratteristiche principali di José Mourinho come allenatore?
Quello che mi colpisce di più è la sua capacità di entrare in sintonia con i calciatori. E' una cosa molto difficile da conseguire. Soltanto i leader riescono a convincere un gruppo a sostenere e a credere nelle idee che vengono trasmesse. Il nostro allenatore è un grande leader in questo senso. Per me, è uno dei migliori tecnici del mondo.
In che modo Mourinho condiziona il tuo gioco?
Oltre alla sua conoscenza del calcio, padroneggia diverse varianti tattiche all'interno di ciascuna partita. Prima delle partite, insiste molto sul concetto di “autoapprendimento”, cioé come prepararsi psicologicamente a una partita. E' una cosa molto importante, in particolare per noi che siamo obbligati a vincere tutte le partite.
Descrivi il tuo ruolo nella squadra.
Il mio è un ruolo importante. Il centrocampista centrale è sempre coinvolto nell'azione, aiuta i compagni, fa da raccordo tra la difesa e l'attacco. Il centrocampista centrale non può mai nascondersi, deve essere concentrato e avere un rendimento costante per 90 minuti. Non si può permettere di perdere la concentrazione. Un centrocampista dovrebbe toccare la palla il meno possibile, facendola circolare da un punto all'altro, dalla difesa all'attacco, da destra a sinistra.
Quanto è importante per giocatori come te essere dotati di intelligenza tattica?
Molto importante. E' fondamentale sapere come affrontare tatticamente una gara per non cadere in squilibri. Quanto più equilibrio si ha, maggiore è il controllo della partita e di conseguenza maggiori le possibilità di vittoria.
Qual è la prima cosa che ti passa per la testa quando ricevi la palla?
Di solito ho già un'idea di dove voglio mettere la palla prima di riceverla. Bisogna anticipare la giocata, cercare un compagno smarcato o uno spazio da sfruttare a vantaggio della squadra. Si cerca di leggere la partita in anticipo perché a questi livelli quello che manca è il tempo.
Com'è giocare insieme a Cristiano Ronaldo?
E' il calciatore più ambizioso che abbia mai incontrato. Ha fame e voglia di segnare in tutte le partite. Quanto a doti atletiche e abilità tecnica, è impressionante. E' un calciatore completo: possiede un gran tiro; sa mandare fuori tempo l'avversario in situazioni di uno contro uno; sa trovare lo spazio; e ha grande tempismo.
Quali sono le differenze principali tra il modo di giocare del Real Madrid e della Spagna?
Con il Real Madrid cambiamo fronte di gioco rapidamente, eseguiamo passaggi in profondità per creare molte occasioni. Non vogliamo avere il possesso palla tanto per averlo. Abbiamo sempre un obiettivo chiaro: raggiungere l'area di rigore. E' un sistema che funziona bene con i calciatori che abbiamo in attacco: bravi a superare gli avversari e a trovare la porta. Con la nazionale è diverso. E' un calcio in cui si muove la palla fino al momento in cui si presenta un'occasione.
Che importanza attribuisce personalmente alla sfida con il Manchester United?
Dal punto di vista dei tifosi, anche per il blasone delle due squadre, è il calcio allo stato puro. Per Cristiano, che ha giocato molti anni con lo United, è un po' più speciale. Ma lo è anche per me. Quando ero al Liverpool, le partite contro lo United erano molto intense e importanti per la rivalità tra i club.
Hai vinto la UEFA Champions League con il Liverpool FC. Cosa significa sollevare questo trofeo?
Una sensazione incredibile. Era il mio primo titolo importante e il modo in cui è arrivato lo ha reso ancora più speciale. Il Liverpool non partita favorito. E poi come è andata la finale: eccitazione, euforia, tutto racchiuso in soli 120 minuti. Faccio fatica a trovare le parole per esprimere le emozioni.
Cosa significherebbe per te e per il club vincere la decima Coppa dei Campioni?
Non deve diventare un'ossessione perché non giova, ma è un obiettivo importante. Il Real Madrid non vince la Coppa dei Campioni da alcuni anni. Naturalmente non è facile riuscirci, perché ci si misura contro le migliori squadre europee.
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