Thiago sulle orme di Maldini
martedì 27 novembre 2012
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Thiago Silva racconta a Champions Matchday del suo ambientamento al Paris Saint-Germain FC, della crescita delle ambizioni del club e di come si sente a essere definito "il miglior difensore del mondo".
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Se Thiago Silva si fosse fatto tentare da sogni di gloria, avrebbe probabilmente insistito per giocare da attaccante, come a inizio carriera, invece di passare al ruolo meno affascinante di difensore centrale. L'adulazione che ricevono gli attaccanti non sembra esercitare nessun ascendente sul numero 2 del Paris Saint-Germain FC, che pensa al calcio in maniera pragmatica.
"Provo a fare le cose più semplici e a dare sicurezza alla mia squadra", dice il brasiliano. "A un centrale non serve cercare di andare in attacco e segnare. Non è il mio lavoro, il mio lavoro è quello di difendere"
Questo atteggiamento senza fronzoli – insieme alle sue doti a tutto campo – lo rende il sogno di qualunque allenatore. Il tecnico del PSG Carlo Ancelotti dice di lui: "Nessuno ha attenzione, velocità, colpo di testa o capacità di anticipare l'avversario come lui. E' sulla strada giusta per diventare il nuovo Maldini".
Capitano della Selecão, Silva è passato al PSG a luglio dopo tre stagioni e mezza all'AC Milan. Il suo compagno di squadra Zlatan Ibrahimović, che aveva compiuto lo stesso tragitto pochi giorni prima, la pensa come Ancelotti. "Ho giocato con molti difensori centrali fantastici – Thuram, Cannavaro, Piqué, Puyol – ma Silva è come tutti loro messi insieme. Forse in pochi lo hanno notato perché è brasiliano, e il Brasile non è celebre per i suoi difensori, ma lui è il migliore al mondo".
I complimenti non sembrano però dare alla testa a Silva: "Devi mettere i complimenti in pratica. Essere molto concentrato. Provare a commettere pochi errori, in modo che le aspettative e i complimenti rimangano". Questa ammirabile etica del lavoro viene confermata da statistiche impressionanti. Nelle sue ultime due stagioni a San Siro ha mantenuto la porta inviolata in ben 33 occasioni. Nel 2011/12 è stato il numero uno della Serie A in quanto a numero di passaggi riusciti, e ha doppiato tutti i compagni per palloni recuperati e allontanati.
Ma la vita non è sempre stata così rosea per Silva. Arrivato all'FC Porto dal Fluminense FC nel 2004, ha solo 19 anni quando sbarca in Europa. Solo due mesi più tardi si ammala di tubercolosi. "La malattia mi ha rallentato molto - nel 2005 non ho giocato a calcio, è stato un anno triste. Quando ora mi trovo in una situazione difficile, ripenso a quei momenti e mi sento più forte".
Dopo una stagione con l'FC Dinamo Moskva, Silva torna al Fluminense e, forte di una medaglia di bronzo alle Olimpiadi 2008, si trasferisce al Milan nel dicembre 2008. Ora 28enne, è un giocatore formidabile. "Stiamo ancora crescendo", dice Silva del PSG, tornato in UEFA Champions League dopo otto stagioni – la semifinale del 1995 è stato il miglior traguardo del club nella competizione fino a ora. "Non è facile cambiare molti giocatori nello stesso momento, ci vuole un po' per capirsi l'un l'altro".
Al-Khelaifi ha detto che l'obiettivo del club è vincere la UEFA Champions League entro il 2015, ma Silva sa che per ottenere un simile risultato non bastano soldi e giocatori. "Il nome del Milan è ancora più temuto di quello del PSG al momento", dice, "perché loro hanno vinto la Champions League sette volte. Noi torniamo nella competizione dopo non so quanti anni, quindi la gente non ha ancora lo stesso rispetto per noi. Quello arriva dopo molte vittorie, con il lavoro dure e il buon calcio, ed è questo che stiamo cercando di ottenere".
Questa è una versione non integrale dell'articolo che appare nell'ultimo numero di Champions Matchday, disponibile in formato digitale con Apple Newsstand o Zinio, oltre che in versione cartacea. Puoi seguire la rivista su Twitter @ChampionsMag.