Nessun rimpianto per Neuer
giovedì 19 gennaio 2012
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A pochi giorni dalla ripresa della Bundesliga, il portiere della Germania parla con UEFA.com e fa un primo bilancio dei sei mesi trascorsi al Bayern Monaco.
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Venerdì sera riprende la Bundesliga e l'FC Bayern München, capolista con tre punti di vantaggio su Borussia Dortmund e FC Schalke 04, fa visita al VfL Borussia Mönchengladbach (quarto).
Il Bayern ha subito appena 10 gol in 17 gare di Bundesliga prima della pausa invernale, qualificandosi anche per gli ottavi di UEFA Champions League. Gli ottimi risultati difensivi sono dovuti anche al portiere Manuel Neuer, arrivato quest'estate con un trasferimento molto discusso dallo Schalke. Sei mesi dopo, il No1 della Germania parla della sua stagione al Bayern, della corsa al titolo e della delusione che ha dato al primo ministro russo.
Come sono stati i primi sei mesi al Bayern? L'ambiente è molto diverso rispetto allo Schalke?
Manuel Neuer: è più o meno simile. Non ho cambiato lavoro, ma qui posso parlare apertamente di vincere il campionato, la Coppa di Germania e anche la UEFA Champions League. Possiamo comunicare i nostri obiettivi al pubblico. A parte questo, entrambe sono grandi squadre. Il Bayern ha giocato a livello internazionale più dello Schalke, e tutto sommato posso dire che non mi pento della mia scelta.
Quanto è stata difficile la scelta di andare al Bayern?
Neuer: molto, ovviamente. Ho 25 anni e per tutto questo tempo ho vissuto a Gelsenkirchen, giocando nello Schalke per 20 anni. Fare questo grande passo e lasciare la città per cambiare squadra, cambiando anche la mia vita, è stato certamente impegnativo.
Il presidente dello Schalke, Clemens Tönnies, ha detto che addirittura [Vladimir] Putin era un tuo grande fan, e che si opponeva alla decisione di venderti. Lo sapevi?
Neuer: sì, ne ero al corrente, ma Clemens Tönnies e il signor Putin non vivono la vita di Manuel Neuer. Sono io che decido e ho scelto così.
Parliamo un po' del Mönchengladbach, che affronterete venerdì...
Neuer: non vediamo l'ora di scendere in campo, perché ci siamo preparati molto. Sappiamo che il Gladbach ha avuto una buona prima parte di stagione e anche cosa aspettarci in trasferta. Dovremo dare il massimo e prepararci con la massima concentrazione.
Il Dortmund è l'unico vero avversario nella corsa al titolo o c'è anche lo Schalke?
Neuer: penso che il Dortmund sia la squadra più temibile, ma ce ne sono anche altre come lo Schalke, che è reduce da un buon girone d'andata. Dobbiamo restare all'erta e non sottovalutare nessuna squadra al ritorno. In ogni caso, dipende solo da noi.
Nel calcio di oggi, pensi che sia ancora possibile essere tifosi dello Schalke e giocare al Bayern contemporaneamente?
Neuer: non dico di essere un tifoso dello Schalke al momento. Incrocio le dita per i miei ex compagni dello Schalke, e ovviamente voglio che la squadra vada bene. Ci ho giocato 20 anni, conosco tutti quelli che ci lavorano e che ho avuto al mio fianco tutti i giorni. Ecco perché preferirei vedere lo Schalke in testa piuttosto che il Borussia.
Lo scorso anno il Bayern subiva troppe reti, mentre quest'anno va molto meglio. Cosa ha fatto secondo te Jupp Heynckes e su cosa vi concentrate in allenamento per migliorare?
Neuer: Beh, abbiamo giocato dieci gare consecutive senza subire reti, tutti i giocatori hanno iniziato a pensare in modo diverso, cercando di riconquistare il possesso palla il prima possibile, a partire dall'attacco con Mario Gomez, fino all'ultimo difensore: tutti vogliamo subito riconquistare il pallone. Forse non era così in passato, ma non posso dirlo perché non c'ero. E' importante non subire reti. Anche perché conosciamo la nostra qualità davanti e prima o poi un gol lo realizziamo; ecco perché la prima parte della stagione è andata così bene.
Cosa pensi dei continui cambiamenti di Heynckes, specialmente per quanto riguarda il centro della difesa? E' un problema? Preferisci avere sempre gli stessi giocatori davanti?
Neuer: Beh, per me non è proprio un problema. A inizio stagione si cambiava molto, Rafinha giocava a destra, Jerome Boateng, Daniel Van Buyten e Holger Badstuber al centro; si alternavano e andava tutto bene. E a prescindere da chi entrava, la squadra continuava a fare bene. Abbiamo la qualità necessaria per far funzionare tutto, e quando le cose non vanno bene in genere sappiamo il perché. Ma in generale credo che una squadra stabile abbia maggior successo rispetto a una che cambia spesso.