Silva non abbassa la testa
lunedì 5 dicembre 2011
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In un'intervista esclusiva con la rivista Champions, David Silva parla delle aspirazioni del Manchester City e non contempla la possibilità di un'uscita di scena della squadra di Roberto Mancini dalla UEFA Champions League.
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David Silva vive in un elegante paese nei dintorni di Manchester e ormai ha una certa routine. Dopo l'allenamento, va al supermercato, gira fra le corsie e compra qualcosa, come un pollo arrosto e un po' di verdura. Apprezza questa sorta di anonimato; non come a Valencia, dove gli sembrava di vivere in una gabbia d'oro.
Nonostante la vita appartata, lo spagnolo gioca in quello che è forse il club più ricco al mondo. Dopo tre anni di investimenti, il Manchester City FC si è qualificato per la UEFA Champions League, compiendo un passo strategico per la squadra, per il tecnico Roberto Mancini e per i proprietari della società, l'Abu Dhabi United Group. "La UEFA Champions League è la competizione a cui abbiamo sempre aspirato", commenta Silva.
Per lui e il Manchester City, la scorsa stagione è stata il punto di svolta. Dopo una partenza zoppicante, la squadra ha vinto la FA Cup e si è classificata terza in Premier League: "È stata un'annata fondamentale per noi. Abbiamo vinto il primo trofeo dopo 35 anni e ci siamo qualificati in Champions League, trovando posto tra le squadre più forti in Europa", commenta il No21 del City.
Il centrocampista, 54 presenze in nazionale, sa che occorre molto più di un gruppo di talenti per affermarsi. Una mentalità vincente è essenziale: "Siamo fra le grandi e attiriamo campioni. Questi giocatori sanno come vincere e vogliono sempre farlo. I vincitori non credono nel destino come fanno gli altri. Semplicemente, non contemplano la sconfitta".
Silva ha dovuto adattarsi al gioco inglese, ma al momento è considerato uno dei migliori trequartista in Europa. Quali sono stati gli scogli iniziali? "Direi innanzitutto le partite. Il calcio in Inghilterra è molto più diretto che in Spagna; non solo tatticamente, ma nell'approccio complessivo. Anche quando vinci 2-0, il pubblico ti incita a segnare il terzo gol".
L'adattamento a uno stile più diretto è stato solo uno degli ostacoli che il giocatore ha dovuto superare. Un altro era sfatare il mito secondo cui, per vincere a centrocampo in Premier League, bisogna essere avere un fisico da pugile (il giocatore è alto un metro e 70, come Lionel Messi).
Anche se Silva preferisce giocare da "mezzapunta", la Premier League non è un paradiso per i classici No10. Quindi, ha adattato il suo ruolo al modulo del City, scambiandosi con Samir Nasri per creare problemi agli avversari.
"Ora è un po' più facile - commenta l'ex Valencia CF -. Giocando in due campionati diversi impari ad adattarti e prendi i migliori spunti da tutti e due. La Premier League è più veloce, mentre il campionato spagnolo e più istintivo e si concentra di più sul possesso palla. In questo modo impari a leggere la partita".
Tuttavia, Silva parla più volentieri della squadra che di se stesso: "Dobbiamo crescere ancora - conclude -. Naturalmente, dobbiamo fare bene in Champions League e, perché no, provare a vincerla. Non possiamo escluderla come possibilità".
L'intervista completa con David Silva è disponibile sul nuovo numero di Champions, la rivista ufficiale della UEFA Champions League.