Hernández si sente un ragazzo fortunato
giovedì 26 maggio 2011
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Parlando delle aspettative finora soddisfatte, e seguendo i consigli di Sir Alex Ferguson, Javier Hernández ha detto a UEFA.com di ritenersi "un ragazzo molto fortunato" spiegando anche le origini del soprannome 'Chicharito'.
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La prima stagione di Javier Hernández in Inghilterra difficilmente avrebbe potuto andare meglio. Ingaggiato dal Manchester United FC prima delle sue due reti allo scorso Mondiale FIFA, l'attaccante del Messico non ci ha messo molto ad adattarsi a Old Trafford. Campione di Premier League, partner ideale di Wayne Rooney e autore di 20 gol in tutte le competizioni per il club, Hernández ha parlato a UEFA.com in vista della finale di UEFA Champions League contro l'FC Barcelona.
UEFA.com: Il tuo tecnico ha detto di recente che sei andato oltre le aspettative. Concordi? Come sei arrivato al successo così rapidamente?
Javier Hernández: Questo primo anno è stato meraviglioso per me. Né il tecnico, né io né la mia famiglia ce lo aspettavamo. Vuoi sempre pensare che le cose andranno bene, che le cose andranno per il meglio, ma non avrei mai immaginato che avrei giocato così tanto. Ho trovato moltissimo spazio nella mia prima stagione, quando speravo di fare almeno qualche partita e giocare con le riserve oltre a qualche minuto in prima squadra.
Ci speravo in questa bella occasione; che sarei stato ben accolto dai compagni, come sono abituato in Messico. Sono qui e devo godermela, ma devo anche lavorare duramente. Sono un uomo molto fortunato. So che il calcio non è prevedibile. Puoi avere giorni buoni e giorni cattivi, come tutti. Ma l'atteggiamento, come ho detto, quello è nelle tue mani, e spero di fare molto bene.
UEFA.com: Credi che il lavoro porti successo?
Hernández: Sì, lavorare duro è la base del successo nella vita. Non solo nello sport, in qualsiasi lavoro e aspetto della vita. the Ci sono stati molti grandi giocatori in questo club, quindi devi sempre dare qualcosa di più. Devi lavorare sulle tue debolezze, ma anche sulle qualità, che devi migliorare. Provo a lavorare tanto anche fisicamente, perché non sono molto alto o forte di natura. Lavoro su quello con tutto lo staff per essere all'altezza in campionato.
UEFA.com: La tua intesa con Wayne Rooney sembra crescere e trai beneficio dalle sue qualità. Questo aiuta molto un attaccante che vuole segnare molto?
Hernández: Sì, con giocatori come Rooney, [Dimitar] Berbatov e Michael Owen, tutti gli attaccanti qui, è molto facile capirsi perché sono straordinari. Non solo con Wayne, è facile con tutti perché sono di livello mondiale. Il loro movimento è eccellente e giocano sempre per la squadra, Devi fare quello che fanno loro, ricordando che tutti abbiamo le nostre qualità ma le usiamo per la squadra. La cosa più importante è che è la squadra a vincere medaglie e titoli.
UEFA.com: Condividi la passione per il calcio di Wayne?
Hernández: Sì, ovviamente, il calcio è la mia vita e si vede con Wayne e tutti i compagni anche. Il calcio è la nostra vita, e amiamo molto lo sport. Quindi viviamo questo sport al 100%, sempre.
UEFA.com: Sir Alex era un attaccante. Ti dà consigli sui movimenti?
Hernández: Sempre, il tecnico mi guarda sempre con un occhio particolare, perché è il mio primo anno e sono lontano da casa, [quindi] controlla che io stia bene e sia felice. Quando ci sono partite o in allenamento, mi dice cose come: 'Guarda questo movimento, o muovi il tuo corpo così'. Provo a essere uan spugna, per assorbire ogni suggerimento e consiglio che posso.
UEFA.com: Conosci Wembley e la sua storia?
Hernández: E' uno stadio molto importante; tutti al mondo conoscono Wembley. Quando parli di Wembley, parli di calcio, del paese, della Premier League, e di tutta la storia e le leggende che sono connesse a questo stadio. E' un impianto molto importante. La cosa più incredibile in tutto questo è che è il mio primo anno al nuovo club e posso giocare la finale di Champions League in questo stadio. E' semplicemente incredibile.
UEFA.com: Cosa pensi di Gerard Piqué e Carles Puyol?
Hernández: Sono due difensori centrali di livello mondiale. Ma è tutta la squadra fatta da giocatori di livello mondiale, e la squadra e io lo sappiamo; che dobbiamo concentrarci su tutta la squadra, e non sui giocatori singoli. Ecco come ti prepari, ti concentri su tutta la squadra e come gioca. Sappiamo anche che in primo luogo dobbiamo concentrarci su noi stessi, e il nostro gioco, e su come vogliamo avere successo.
UEFA.com: Te lo avranno chiesto in tanti ma da dove deriva il tuo soprannome? Perché 'Chicharito'?
Hernández: Mi piace sempre spiegarlo. Deriva da mio padre. Lo chiamavano così perché aveva gli occhi verdi quando era nato. Sembravano piselli, e quindi lo chiamavano 'Chicharo' [pisello]; tutti, la stampa e gli altri, tutti lo chiamavano così. Era anche un gran calciatore. Quando sono nato ero il figlio di 'Chicharo', e non Javier Hernández, quindi mi chiamavano 'Chicharito', che significa 'pisellino'. Ho semplicemente ereditato il nome.
Ma chi è Javier Hernández? UEFA.com lo svela venerdì.