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L'Ajax trionfa a Wembley, Cruyff ricorda il '71

Due anni dopo aver perso la finale di Coppa dei Campioni contro il Milan, l'Ajax ha raggiunto nuovamente la finale, rifacendosi della sconfitta per 4-1 contro i Rossoneri trionfando ai danni del Panathinaikos a Wembley.

L'Ajax trionfa a Wembley, Cruyff ricorda il '71
L'Ajax trionfa a Wembley, Cruyff ricorda il '71 ©UEFA.com

Due anni dopo aver perso la finale di Coppa dei Campioni contro l'AC Milan, l'AFC Ajax ha raggiunto nuovamente la finale, rifacendosi della sconfitta per 4-1 contro i Rossoneri trionfando ai danni del Panathinaikos FC a Wembley.

Johan Cruyff ha ispirato quel successo per 2-0, tirando le fila dell'Ajax che ha trionfato per la prima volta nella competizione grazie alla rete nelle prime battute di Dick van Dijk e al raddoppio di Arie Haan a tre minuti dalla fine. E' stato il premio per il 'calcio totale' ('totaal voetbal') del tecnico Rinus Michels e impersonificato da Cruyff, la cui squadra avrebbe vinto l'ambito trofeo per tre anni di finale. Qui la leggenda danese ricorda la memorabile vittoria sotto le twin towers.

Johan Cruyff
Nel ’69 noi eravamo la matricola, mentre il Milan aveva già vinto tanto. Contro il Panathinaikos, invece, i veterani eravamo noi, e come tali ci comportammo: nelle interviste con la stampa, negli atteggiamenti della vigilia. Loro, invece, erano alla prima esperienza. E spesso queste cose possono fare la differenza.

Il solo fatto di giocare a Wembley rendeva l’occasione speciale. Perché Wembley ha sempre avuto un’aura speciale. Ci ho giocato diverse volte anche con la nazionale, ed è sempre stata un’esperienza diversa da qualsiasi altra nel mondo del calcio. Forse tutti i paesi hanno uno stadio in cui c’è un’atmosfera particolare, per motivi di tradizione. Ma Wembley è sempre stato molto speciale e generoso con me.

Vincere [la Coppa dei Campioni] è una cosa molto importante. Non lo capisci subito. Sai che è importante, ma lo è molto di più di quello che pensi. E lo scopri soltanto più tardi, quando inizi a viaggiare e a giocare in giro per il mondo, e la gente ti parla di quel primo successo.

E’ quando la gente inizia a conoscerti non solo in Olanda o in Europa, ma in tutto il mondo. E’ quello il momento in cui capisci la reale dimensione del calcio nel mondo, che è enorme, più grande di quello che si può immaginare. Tantissimi bambini seguono il calcio e hanno i loro idoli, ed è un peccato che scompaiano dieci anni dopo aver smesso di giocare. Per questo ho avviato le scuole calcio. Mi sono detto, ‘ehi, questi giocatori hanno un patrimonio di esperienze e conoscenze che non può andare disperso’. All’inizio pensi al calcio, ma vale per lo sport in generale.