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Grønkjær ritrova il Chelsea

L'esterno del Copenhagen, al Chelsea dal 2000 al 2004, si prepara per una gara speciale ma ammette di non godere dei favori del pronostico.

Grønkjær ritrova il Chelsea
Grønkjær ritrova il Chelsea ©Getty Images

Quando una telefonata lo ha informato che l'FC København era stato sorteggiato contro il Chelsea FC, la sua ex squadra, Jesper Grønkjær era in vacanza, seduto in un bar. L'esterno danese, quindi, non ha problemi a immaginare la sfida che lo attende negli ottavi di finale di UEFA Champions League.

Battendo il Panathinaikos FC per 3-1 nell'ultimo incontro della fase a gironi, il Copenhagen è diventato la prima squadra danese a raggiungere la fase a eliminazione diretta. La gara d'andata di martedì sarà la prima a livello ufficiale dopo la lunga pausa invernale in campionato. Grønkjær, al Chelsea dal 2000 al 2004, è ancora ricordato con affetto allo Stamford Bridge, motivo per cui ammette di aver avuto una doppia reazione al sorteggio.

"Sapevo che potevamo pescare il Chelsea e che sarebbe stato una partita speciale, ma devo ammettere che non è stato il migliore dei sorteggi", commenta il giocatore, 33 anni.

"Il Chelsea era probabilmente la squadra che non volevamo perché è molto fisica. Ha giocatori di grande livello e gioca un calcio simile al nostro. Sarà una partita difficile e molto intensa, ma per fortuna giochiamo l'andata in casa e con l'aiuto del pubblico possiamo fare risultato".

Grønkjær, tuttavia, non si affida troppo al recente calo di forma del Chelsea. "È pur sempre un'ottima squadra - commenta -. Inoltre, sappiamo che [Roman] Abramovich vuole assolutamente vincere la Champions League, quindi i favori del pronostico sono tutti per loro".

L'ex nazionale danese, al Copenhagen dal 2006, ha vinto tre campionati negli ultimi quattro anni. A proposito dei buoni risultati nella fase a gironi di quest'anno, con un piazzamento davanti a FC Rubin Kazan e Panathinaikos e un pareggio contro l'FC Barcelona a Copenhagen, dichiara: "Sappiamo che in casa possiamo sempre vincere grazie ai nostri splendidi tifosi".

"Anche in trasferta, però, abbiamo dimostrato di poter fare risultato. Ora ci aspetta una squadra di livello superiore: sarà difficile, perché arriviamo dalla pausa invernale e non giochiamo una gara importante del 7 dicembre, mentre il Chelsea forse ne avrà giocate 15".

Poi arriva il momento dei ricordi: "Per un danese, andare in Inghilterra era un sogno che diventava realtà. Come tutti gli scandinavi, guardavo le partite di Premier League il sabato pomeriggio ed era un campionato dove tutti avrebbero voluto giocare", spiega.

"Già ai tempi, il Chelsea aveva diversi nazionali e spesso li acquistava dalle squadre del continente. È stato bello, ma allora ero più giovane, non ci pensavo più di tanto e non avevo grande esperienza. Ora penso di essere cambiato. In ogni caso, sono stati bei tempi".