Ultimo passo per un'Inter euforica
giovedì 29 aprile 2010
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I nerazzurri hanno la possibilità di diventare campioni d'Europa dopo 45 anni di attesa, ma sulla strada degli uomini di Mourinho c'è un ultimo ostacolo chiamato Bayern.
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Esausti ma trionfanti, i giocatori dell'FC Internazionale Milano si lasciavano andare a terra mentre José Mourinho attraversava il campo per salutare i tifosi nerazzurri nell'ultimo anello del Camp Nou.
Pur dovendo affrontare l'FC Barcelona in 10 uomini per l'espulsione di Thiago Motta, il coraggio e la disciplina hanno permesso ai nerazzurri di conquistare un posto per la finale contro l'FC Bayern München al Santiago Bernabéu.
Neanche il gol di Gerard Piqué all'84' ha frenato lo spirito battagliero dell'Inter, che ha negato al Barcellona la possibilità di difendere il titolo in casa del Real Madrid CF. I vani sforzi del Barcellona, che ha comunque spinto fino al triplice fischio, avranno certamente fatto capire al Bayern la difficoltà della prova del 22 maggio.
L'Inter ha affrontato i blaugrana quattro volte in questa stagione e ora accede alla finale dopo aver eliminato la squadra che il tecnico dei bavaresi Louis van Gaal ha descritto come "la più forte del mondo".
La rinascita del Bayern
Naturalmente, anche il Bayern può vantare una tenacia simile. La vittoria per 4-1 in casa della Juventus alla fine della fase a gironi ha salvato una stagione fino ad allora in bilico, diventando un vero punto di svolta. I trionfi sul finire contro ACF Fiorentina e Manchester United FC hanno poi dimostrato che la squadra ha la disciplina e la determinazione giuste per tenere testa all'Inter.
In finale, la squadra tedesca avrà bisogno di tutte queste qualità. Neanche gli "invidiosi" irrigatori del Camp Nou hanno interrotto i festeggiamenti dei nerazzurri nello stadio da cui era partito tutto. Proprio qui, infatti, Mourinho ha imparato il mestiere lavorando come assistente di Sir Bobby Robson e Van Gaal. 10 anni dopo la loro separazione, i due tecnici si rincontrano, stavolta sullo stesso piano e nella gara più decisiva.
Entrambi hanno già vinto la competizione (Van Gaal nel 1995 con l'AFC Ajax e Mourinho nel 2004 con l'FC Porto) e cercheranno di raggiungere Ernst Happel e Ottmar Hitzfeld, unici due allenatori che hanno vinto il trofeo con due squadre diverse.
Mentre Josep Guardiola riflette su ciò che non è stato, Mourinho e Van Gaal possono ancora emulare la sua impresa dell'anno scorso, quando il Barcellona ha vinto UEFA Champions League, campionato e coppa nazionale. Neanche la Grande Inter di Helenio Herrera ci era mai riuscita.
Il riscatto
I tre ex madridisti dell'Inter – Esteban Cambiasso, Walter Samuel e Wesley Sneijder – torneranno al Bernabéu per riscattarsi completamente. Lo stesso vale per Arjen Robben, ceduto come Sneijder alla fine della scorsa stagione. Van Gaal è convinto che la presenza di Robben sia uno dei motivi per cui, due anni dopo aver addirittura mancato la qualificazione in Champions, il Bayern si ritrovi con la possibilità di eguagliare AC Milan, Real Madrid e Liverpool FC, uniche squadre ad aver vinto il trofeo cinque volte.
L'esterno olandese è in un momento di massima forma e le reti contro Fiorentina, United e Lyon simboleggiano la sicurezza e la libertà, assenti nel Bayern a inizio stagione, che ora si respirano nella squadra di Van Gaal, finalista di Champions League per l'ultima volta nel 2000/01. Lucio, Samuel e Cambiasso avranno un altro duro compito: tenere a bada l'olandese come hanno fatto con Messi.
Prima della gara, Mourinho aveva dichiarato che per l'Inter vincere la Champions League era un sogno e non un'ossessione. Sarà, ma i nerazzurri hanno disputato l'ultima finale 38 anni fa, vincendola per l'ultima volta 45 anni orsono. Prima dell'arrivo di Mourinho ci hanno provato ben 28 allenatori e la pressione è aumentata anno dopo anno, per non menzionare i trionfi del Milan. Per il presidente Massimo Moratti, l'attesa potrebbe comunque essere finita, ma sulla strada c'è un ultimo ostacolo chiamato Bayern.