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Il Lione punta sulla sorpresa

L'approdo dei francesi in semifinale è stato giudicato sorprendente da molti, ma non da Toulalan: "Certe volte ad andare fino in fondo è la squadra che nessuno si aspetta".

Il Lione punta sulla sorpresa
Il Lione punta sulla sorpresa ©Getty Images

Undici anni dopo il suo esordio nel torneo, l'Olympique Lyonnais è finalmente approdato in semifinale di UEFA Champions League, a spese dell'FC Girondins de Bordeaux. L'atmosfera era quasi surreale allo Stade Chaban-Delmas - non solo perché il successo è arrivato contro un'altra formazione francese e per giunta con un 3-2 complessivo -, ma soprattutto perché il Lione ha centrato il traguardo più ambito proprio nella stagione in cui nessuno se lo sarebbe aspettato.

Vincitore di sette titoli francesi consecutivi nel recente passato, l'OL aveva già tentato la scalata all'Europa durante il suo periodo di dominio in campo nazionale ed era approdato alla fase a deliminazione diretta di UEFA Champions League in sei occasioni, collezionando tuttavia delusioni in serie.

Nel 2004/05, con una squadra che schierava Michael Essien, Juninho Pernambucano, Mahamadou Diarra e Florent Malouda, il Lione si era classificato al secondo posto nel proprio girone alle spalle del Manchester United FC, quindi aveva agilmente superato gli ottavi di finale infliggendo complessivamente dieci gol in due partite al Werder Bremen. Ciononostante, gli uomini di Paul Le Guen erano naufragati nei quarti, sconfitti ai rigori dal PSV Eindhoven.

L'anno successivo Gérard Houllier sembrava aver trovato il perfetto equilibrio tra difesa ed attacco ed era arrivata anche la rivincita sul PSV, battuto con un 5-0 complessivo negli ottavi. Il Lione poi era arrivato ad un passo dall'eliminare dal torneo l'AC Milan, prima che un guizzo di Filippo Inzaghi spedisse i Rossoneri in semifinale. La terza eliminazione dell'OL nei quarti è poi arrivata dopo tre uscite consecutive negli ottavi, contro AS Roma, Manchester United ed FC Barcelona.

Proprio ora, inaspettatamente, l'OL ha sfatato il tabù. Chiusasi la fase del dominio in campionato, ad opera del Bordeaux, e archiviate le partenze di Juninho e Karim Benzema, i tifosi si preparavano ad un anno di transizione e a Natale la squadra sembrava in evidente flessione. Le sconfitte subite a dicembre contro LOSC Lille Métropole, Bordeaux e Montpellier Hérault SC avevano fatto precipitare il Lione al sesto posto, mettendo sotto pressione il tecnico Claude Puel.

In Europa, però, le prestazioni erano state incoraggianti. Lisandro era andato a segno quattro volte contro l'RSC Anderlecht e il giovanissimo Miralem Pjanić aveva offerto un saggiod ella sua classe firmando il gol-partita contro l'ACF Fiorentina. Poi, ad ottobre, era arrivata la vittoria della definitiva consapevolezza, quella in casa del Liverpool FC.

Se Puel aveva già battuto squadre del calibro di Manchester United e Milan quando allenava il Lilla, per il Lione si trattava della pima volta contro una grande d'Europa, Real Madrid CF escluso. E le modalità con cui il successo è maturato hanno contribuito a dare consapevolezza alla squadra: con Capitan Cris stordito a causa di un colpo alla testa, Yossi Benayoun è andato a bersaglio per i Reds e Puel è stato costretto ad arretrare Jérémy Toulalan sulla linea dei difensori.

Nella ripresa, Cris è stato sostituito dall'inesperto centrocampista Maxime Gonalons, impiegato in difesa per la prima volta nella sua carriera. Ed è stato proprio in questo momento di difficoltà che l'OL ha cambiato marcia, trovando prima il pareggio con lo stesso Gonalons, quindi il gol-partita con César Delgado.

I metodi di Puel sono stati spesso criticati, ma il suo merito principale in questa stagione è stato quello di aver fatto allenare la squadra all'estero nel corso della sosta invernale. Molti giocatori considerano infatti il ritiro tunisino di gennaio come il vero punto di svolta del Lione. Lontani dalle critiche, squadra e tecnico hanno rinforzato il loro legame e lo spirito combattivo dell'OL è tornato finalmente in superficie.

Nel 2010, il Lione ha perso solo una delle 13 gare giocate in Ligue 1 e in Europa ha avuto la meglio su Real Madrid e Bordeaux. Ciononostante, sono stati in molti a chiamare in causa la fortuna in merito al cammino continentale del club e lo stesso direttore sportivo Bernard Lacombe ha ammesso di trovarsi di fronte all'OL "meno talentuoso" degli ultimi anni, dopo aver visto la squadra qualificarsi in emifinale senza aver effettuato un solo tiro in porta nel ritorno dei quarti in casa dei Girondini.

Laurent Blanc, da parte sua, ha sottolineato come la qualificazione ottenuta dal Lione sia scaturita dalla maggiore esperienza europea degli avversari. "L'esperienza non si compra al supermercato - ha spiegato l'allenatore del Bordeaux -. Giocatori come Cris, Anthony Réveillère, Toulalan e Kim Källström hanno fatto tesoro delle delusioni vissute in passato".

Detto questo, considerare i successi del Lione semplicemente come frutto della fortuna e della determinazione sarebbe profondamente ingiusto. La squadra, infatti può contare anche su una buona dose di talento: Cris e Toulalan si sono dimostrati due giocatori di livello assoluto, Hugo Lloris si è rivelato sensazionale tra i pali e Lisandro si è trasformato in autentico leader, oltre ad essersi confermato goleador di razza.

Nessuno si sarebbe aspettato che il Lione avrebbe avuto la meglio sul Real Madrid, e in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria ai danni del Bordeaux, senza contare che l'FC Bayern München sarà indubbiamente dato per favorito nella semifinale contro i francesi. Il ruolo di eterno outsider, tuttavia, non sembra preoccupare troppo l'OL, tanto che Toulalan ha voluto ribadire: "Certe volte ad andare fino in fondo è la squadra che enssuno si aspetta. Il Porto ci è riuscito in passato, noi potremmo essere i prossimi".