Eto'o e la tavola rotonda
martedì 30 marzo 2010
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Se a Mourinho a volte non dispiace interpretare la parte dell’uomo solo al comando, il camerunese cerca di compensare e punta sul collettivo: “Conterà il gruppo".
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Se a José Mouriho tutto sommato non dispiace interpretare la parte dell’uomo solo al comando, Samuel Eto’o cerca di compensare il broncio del suo allenatore con una discorso alla ‘volemose bene’: “Il gruppo è al di sopra di ogni giocatore”, ha detto il camerunense, ben sapendo che l'FC Internazionale Milano conta su di lui per sbloccare il risultato contro il PFC CKSA Moskva nell'andata dei quarti di UEFA Champions League.
Il neo-29enne è apprezzato per la sua generosità in campo – e fuori, se si tratta di prestare macchine costose ai compagni più giovani – e quando deve parlare con la stampa l’atteggiamento non cambia. Il suo gol contro il Chelsea FC allo Stamford Bridge ha decretato la qualificazione senza patemi dell’FC Internazionale Milano ai quarti di finale di UEFA Champions League per la prima volta in quattro anni, ma l’ex FC Barcelona – che come Mourinho sa per esperienza personale cosa significhi vincere la coppa ‘dalle grandi orecchie’ – sa che da solo non vai da nessuna parte.
Il calcio è uno sport di squadra, e anche se può sembrare una banalità Eto’o ci tiene a ribadirlo, un po’ per l’ennesima mancata convocazione di Mario Balotelli, un po’ perché negli anni passati all’Inter si è spesso rimproverato di essere una lunga serie di singoli piuttosto che un gruppo ben amalgamato. “Il gruppo è al di sopra di ogni giocatore”, ha detto. “In questa situazione noi dobbiamo pensare al gruppo, alla squadra. Ora dobbiamo concentrarci su questa partita e pensare solo a quella”.
Se Mou aveva conquistato la Champions con l’FC Porto, Eto’o lo ha fatto per ben due volte, sempre con il Barcellona. Sono loro gli uomini che devono trascinare l’Inter a vincere la coppa più importante dopo 45 anni, e la leggerezza con la quale il camerunense affronta il cammino verso la finale del 22 maggio sembra incoscienza ma è sintomo di grande lucidità. “A Londra è stata una bella partita, ma spero che non sia la più bella della stagione perché l’annata non è ancora finita e spero ci regali altri soddisfazioni”, ha detto. “È vero, ho segnato io il gol e sono stato determinante, ma la mia rete è stata una conseguenza del lavoro della squadra e del comportamento dei miei compagni e dell’allenatore”.
L'Inter ha sfondato il muro degli ottavi ed è l'unica speranza italiana per avere successo oltre confine in questa stagione. "Psicologicamente è stato importante, ma non si può paragonare questa stagione con quelle passate", ha detto Eto'o. "So che domani abbiamo un’ottima possibilità di andare avanti e di conquistare la semifinale. Vincere 1-0 sarebbe un ottimo risultato, il 2-0 sarebbe addirittura perfetto. L’importante è non incassare gol. Non sarà facile, l’importante è prepararsi bene e io l’ho fatto. Voglio giocare al massimo". Se lo farà, il ritorno in Spagna dell'attaccante potrebbe non essere solo per una gita al Museo del Prado.