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Bordeaux alla prova del nove

Le quotazioni dei girondini per la vittoria finale si stanno alzando, e Blanc individua in una gara precisa il momento della svolta: "La prima partita con la Juve ci ha dato un’iniezione di fiducia ".

Bordeaux alla prova del nove
Bordeaux alla prova del nove ©UEFA.com

L'FC Girondins de Bordeaux è considerata una delle outsider che potrebbe alzare il trofeo della UEFA Champions League alla fine della stagione. Con sei vittorie e un pareggio in questa edizione, la squadra di Laurent Blanc non ha nulla da invidiare alla altre formazioni ancora in corsa. 

"La prima partita ci ha dato un’iniezione di fiducia in questo senso. Abbiamo affrontato la Juventus a Torino con grande motivazione e con la voglia di crearle dei problemi. In particolare, abbiamo giocato senza quel complesso di inferiorità tipico delle squadre francesi quando affrontano i grandi club europei", ha spiegato il tecnico. "Nella prima partita i giocatori si sono scrollati questo complesso e sono scesi in campo per giocare la loro partita e sfruttare ogni occasione. Abbiamo giocato una grande partita, bloccando la Juventus sul pari a Torino e ottenendo un risultato positivo in chiave qualificazione".

Il Bordeaux si è qualificato come prima squadra del Gruppo A e Les Girondins iniziano a far paura alle avversarie. "Questa valutazione la lascio a voi… Bisogna sapere fino a che punto si può competere. I tornei di coppa, compresa la Champions League, sono imprevedibili", ha detto tenendo i piedi per terra. "Tuttavia, a raggiungere le semifinali sono spesso le stesse quattro squadre. Ma esiste sempre la possibilità di un club che si inserisce a sorpresa. Qualche anno fa, la finale di Champions League è stata Porto-Monaco. In seguito, le finali sono sempre state fra due grandi club. Dobbiamo goderci questo momento e giocare al meglio delle nostre possibilità, limitando i nostri punti deboli e soprattutto cercando di giocare con lo stesso entusiasmo di inizio torneo".

L'ex difensore della Francia è alla terza stagione al Bordeaux, sua prima squadra da quando ha intrapreso la carriera di allenatore. Il 44enne ha avuto molti tecnici diversi quando giocava e da ognuno di loro ha imparato qualcosa: "Diciamo che sono sempre stato molto curioso e ho analizzato con attenzione i diversi allenatori che ho avuto. Penso che l’allenatore sia una pedina estremamente importante all’interno di un club, anzi fondamentale per la crescita di un club e per la sua filosofia", ha raccontato. "Sotto molti aspetti l’allenatore è l’elemento chiave del club, certamente sotto il profilo sportivo. È un aspetto che mi ha sempre affascinato quando ero giocatore, e questo interesse è andato crescendo quando mi sono ritirato. Ho cercato di raccogliere tutte le esperienze fatte da giocatore, e di fare un po’ di ordine nella testa…".