Solskjær rivive il trionfo del 1999
martedì 26 maggio 2009
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Dieci anni dopo aver deciso a favore del Manchester United la finale di UEFA Champions League contro il Bayern Monaco, l'ex attaccante norvegese racconta a uefa.com la magia di quella notte a Barcellona.
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Ole Gunnar Solskjær ricorda alla perfezione le brevi istruzioni ricevute da Sir Alex Ferguson al momento del suo ingresso in campo nella fase conclusiva della finale di UEFA Champions League del 1999.
L'ultima carta
Il Manchester United FC era in svantaggio 1-0 per il gol siglato al 6' da Mario Basler dell'FC Bayern München e l'ingresso in campo di Solskjær all'81' rappresentava l'ultima carta da giocare per i Red Devils. "Quell'anno avevamo segnato molti gol nel finale ed alcuni li avevo firmati di persona, perciò sapevo benissimo che cosa dovevo fare - ha ricorato l'ex attaccante -. Sir Alex mi disse semplicemente di dare il massimo".
Colpo di scena
Quello che accadde in seguito verrà ricordato come uno dei momenti più incredibili nella storia della Coppa dei Campioni. Il Bayern stava già pregustando il momento della consegna del trofeo quando Teddy Sheringham firmò il pareggio per lo United su cross di David Beckham. Pochi istanti più tardi, in pieno recupero, fu proprio Solskjær, sugli sviluppi di un altro calcio d'angolo, a spedire in rete il pallone della vittoria.
Tripletta
Sono passati dieci anni da allora, ma il ricordo dell'esultanza e dell'abbraccio soffocante dei compagni non ha abbandonato Solskjær. "Mi manca qualche particolare, ma mi ricordo bene l'ingresso in campo dei giocatori in panchina e l'entusiasmo di tutta la squadra - racconta il norvegese -. La cosa più bella furono i festeggiamenti del dopo partita". Effettivamente, c'era più di un motivo per esultare: grazie a quella vittoria, lo United era diventato la prima formazione inglese a centrare la tripletta Premier League-FA Cup-Coppa dei Campioni.
Lo specialista
"Verrò sempre ricordato per quel gol, è naturale - ha proseguito Solskjær -. So che non fece di me un calciatore migliore, che all'epoca era la cosa che più mi importava, ma ora, a distanza di dieci anni, mi rendo conto che fu importantissimo per il club". Quella rete contribuì anche a far lievitare la fama del norvegese - ritiratosi nel 2007 ed attuale team manager della seconda squadra dello United - come specialista del gol a freddo. Nella stagione 1998/99, infatti, Solskjær firmò otto delle sue 18 realizzazioni partendo dalla panchina, quattro delle quali in soli 19' contro il Nottingham Forest FC e una all'ultimo minuto della finale di FA Cup contro il Liverpool FC. Ma l'ex nazionale norvegese ha sempre accettato di buon grado il suo statis di panchinaro di lusso? "All'epoca ero giovane e mi sarebbe piaciuto giocare di più, ma ho preferito affidarmi completamente alle decisioni dell'allenatore. Considerati i risultati, credo proprio di non potermi lamentare".
'Un allenatore fantastico'
Dieci anni dopo, sulla panchina dello United c'è sempre Sir Alex, impegnato ancora una volta a cercare di ottenere il massimo dai suoi giocatori. L'ammirazione di Solskjær per il tecnico scozzese è enorme, come si evince dalle sue stesse parole. La sua esperienza, la sua competenza e la sua fame di successi lo rendono unico - ha spiegato il norvegese -. E' un tecnico fantastico, non allena soltanto i giocatori, li plasma". Ma lo United di allora era migliore di quello attuale? "Ho avuto il privilegio di giocare nella squadra del 1999 e sicuramente è stata la più forte in cui abbia mai militato - ha dichiarato Solskjær -. Oggi le cose non sono cambiate, siamo sempre a caccia di nuove vittorie". Archiviato il terzo titolo di Premier League consecutivo, il norvegese è anche convinto che lo United abbia ottime possibilità di riconfermarsi campione d'Europa battendo l'FC Barcelona. "Credo molto nella squadra. Stiamo giocando un ottimo calcio e l'esperienza ci verrà in aiuto in questo finale di stagione".
Tempismo
La finale di UEFA Champions League cade esattamente dieci anni e un giorno dopo quella del Camp Nou e molti tifosi vedono in questo un segno del destino. Lo stesso Solskjær ha ammesso: "Mi auguro che sia di buon auspicio per noi, come nel 1999 lo fu scendere in campo nel giorno della nascita di Sir Matt Busby. Avrebbe compiuto 90 avanti. Del resto è tradizione dello United fare la cosa giusta al momento giusto". E il tempismo non è certo una qualità di cui Solskjær sia stato sprovvisto da giocatore.