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La riscossa dei comprimari

Ji-Sung Park e John O'Shea, due protagonisti di questo Manchester che sa essere 'operaio', esprimono le proprie valutazioni sul turnover e sulla finale di Roma. "Sapevo di dover attendere il mio momento", ha detto l'irlandese.

La riscossa dei comprimari
La riscossa dei comprimari ©Getty Images

"Ero felice per la vittoria della squadra, ma quanta sofferenza!”, spiega Ji-Sung Park ricordando la finale di UEFA Champions League dello scorso anno vinta dal  Manchester United FC ai calci di rigore contro il Chelsea FC, con il centrocampista coreano in tribuna. Sono trascorsi dodici mesi e una sorte diversa attende Park contro l’FC Barcelona.

Squadra solida
Grazie al dinamismo e all’intelligenza tattica, Park è stato fra i protagonisti silenziosi di un Manchester che quest’anno ha brillato più per la compattezza di squadra che per i singoli. Se il protagonista indiscusso della passata stagione era stato Cristiano Ronaldo, questa volta la scelta è molto più ampia: Ryan Giggs e Nemanja Vidić hanno conquistato rispettivamente il premio come giocatore dell’anno e migliore giocatore del club – il secondo in omaggio a una solidità difensiva che ha portato al terzo titolo nazionale consecutivo -, ma anche altri giocatori sono finiti sotto i riflettori, compresi i tre prodotti del vivaio Jonny Evans, Darren Fletcher e John O'Shea.

Gregario di lusso
O'Shea, schierato al posto degli infortunati Gary Neville e Wes Brown, è stato il giocatore più impiegato in Europa dietro Wayne Rooney, e Sir Alex gli ha assicurato una maglia da titolare allo Stadio Olimpico. Al pari di Park, O'Shea – relegato in panchina lo scorso anno a Mosca – è andato in gol nella semifinale contro l’Arsenal FC. L’irlandese ha dichiarato: "Sapevo di dover attendere il mio momento per avere una maglia da titolare”. Ma da esperto gregario O’Shea conosce le esigenze del gruppo.

Turnover
"Basta dare un’occhiata alle rose delle squadre migliori d’Europa: non sono più composte dai soliti 11 o 12 giocatori, ma da 18-22 elementi. Per vincere, oggi, serve questo. Abbiamo avuto alcuni infortuni seri in certi momenti della stagione e nel periodo delle 14 partite di inviolabilità della nostra porta, il reparto difensivo ha ruotato molto”. Il Manchester ha giocato fin qui 65 partite in cinque competizioni. Rispetto al titolo conquistato da Sir Alex nel 1992/93, quando furono impiegati 20 giocatori, quest’anno in campionato sono stati utilizzati 30 giocatori. Soltanto quattro giocatori di movimento hanno collezionato più di 25 partite. E Park ha spiegato: "Il mister ha diversi buoni giocatori a disposizione e pensa soltanto a come vincere ogni partita. Nessuno potrebbe giocare tutte le partite della stagione al massimo. Il turnover serve per affaticarci troppo”.

Gestione degli uomini
Riuscirà anche a preservare la freschezza atletica dei suoi uomini, ma come fa Sir Alex ad accontentare un gruppo così ben nutrito? O'Shea ha addotto due motivi, In primo luogo, i titoli: "Vincere molto è stato fondamentale per tenere il gruppo unito. I problemi nascono quando non si vince. Conquistare trofei aiuta ad accettare un’esclusione in certi momenti”. E in secondo luogo: "Il rapporto che instaura con i giocatori: ti fa sentire coinvolto. Ti dice, 'Domani non giochi, ma giochi mercoledì e ti voglio al meglio per quella partita”.

'La stella è la squadra’
Patrice Evra è in piena sintonia con il compagno di squadra su quest’ultimo punto. "Gioco con la Francia e quando qualcuno viene escluso, non è contento e non ti augura il meglio. Al Manchester, quando una leggenda come Ryan Giggs non gioca, ti dice con il cuore, 'Forza ragazzi, dovete vincere’. Ferguson fa in modo che la stella sia la squadra e non un solo giocatore”. Rimanere esclusi non piace a nessuno, ma come Park può confermare, far parte di questo Manchester offre se non altro la prospettiva di una seconda possibilità. "Mi è servito come stimolo: raggiungere un’altra finale per poterla giocare”. Mercoledì, con ogni probabilità, sarà accontentato.