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Difesa di ferro

Il Manchester spera di vincere la finale di Mosca grazie anche a una retroguardia impenetrabile.

Difesa di ferro
Difesa di ferro ©Getty Images

"La gente impazzisce per gli attaccanti e per i loro gol, ma adesso parla anche di noi difensori”. Il tridente Ronaldo-Rooney-Tévez tiene fede alla tradizione di attaccanti del Manchester United FC, ma le parole di Nemanja Vidić confermano la seguente tesi: la presenza dello United in finale di UEFA Champions League porta la firma della difesa, con una menzione speciale per la coppia di centrali Rio Ferdinand e Vidić, e per l’esterno sinistro Patrice Evra.

Prudenza
La prima Coppa dei Campioni conquistata da Sir Alex Ferguson nel 1999 è stata all’insegna dei gol: 29 realizzati e 16 subiti in undici partite, con la propria porta inviolata in due occasioni. Cammino di segno opposto quello verso Mosca: otto gare senza subire reti su 12, un attacco meno prolifico (19 reti), ma con una difesa granitica (appena cinque gol incassati). Se la semifinale dell’edizione 1998/99 pareggiata 3-3 contro il FC Barcelona illustra al meglio l’atteggiamento offensivo di quella squadra, analizzare la semifinale del mese scorso contro i catalani aiuta a comprendere l’approccio più prudente adottato dal club inglese.

Fase difensiva
Nell’andata al Camp Nou, i Red Devils hanno chiuso tutti gli spazi al Barcellona grazie a una formazione abbottonata, con Wayne Rooney impiegato per gran parte della partita in fase di ripiegamento sulla corsia destra di centrocampo. All’insegna della prudenza anche il ritorno, con gli inglesi vittoriosi 1-0, ben lontano dallo schema della semifinale del 1999 contro la Juventus, quando il Manchester andò sotto sia in casa che a Torino, prima della famosa rimonta da 2-0 a 3-2 e del conseguente approdo in finale.

Contropiede
La tattica elementare di pensare a segnare un gol in più degli avversari ha prodotto, tuttavia, anche qualche dispiacere. Semifinale 2001/02: il sogno di Sir Alex di giocarsi la finale nella sua Glasgow si infrange contro il Bayer 04 Leverkusen, capace di rimontare due volte nel 2-2 dell’andata, e ancora in Germania nell’1-1 che vale l’esclusione. Una sconfitta che brucia ancora. "Dovevamo vincere quella partita", ha confessato Ferguson ai giornalisti prima di imbarcarsi per Mosca. La stagione successiva ha segnato l’avvento di Carlos Queiroz come vice allenatore e contestualmente l’adozione di una filosofia di gioco incentrata sul contropiede. Dopo i 45 gol subiti nel 2002, il peggiore bilancio dal 1990, il Manchester è passato ai 34 della scorsa stagione. Quest’anno i gol al passivo sono stati appeni 22. 

Mano di Queiroz
Il ritorno di Queiroz nell’estate del 2004, dopo la parentesi di un anno sulla panchina del Real Madrid CF, ha accelerato il processo di trasformazione. In merito al lavoro svolto dal vice di Sir Alex, il difensore John O'Shea ha dichiarato a uefa.com: "Ha insistito molto su come passare rapidamente dalla fase difensiva a quella offensiva e su come chiudere le partite. Ma anche sul possesso palla, perché in Europa le squadre sono di un livello tale che se non hai la palla fai molta fatica”. 

Critiche
La rivoluzione tattica ha prodotto risultati straordinari nelle ultime due stagioni, con Cristiano Ronaldo, Rooney e Carlos Tévez bravi a scambiarsi di posizione e a far impazzire le difese. Ma quando i primi due erano ancora in fase di maturazione e l’attacco era guidato dal più lento Ruud van Nistelrooy, da qualche parte si era udita qualche critica. Nel corso di una sconfitta contro il Blackburn Rovers FC a settembre 2005, i tifosi del Manchester avevano intonato "4-4-2", come risposta a quello che appariva loro un difensivismo esasperato.

Formula vincente
In quella stagione gli inglesi realizzarono appena tre gol nella fase a gironi della UEFA Champions League, da cui furono eliminati. Qualcuno invocò le dimissioni dell’allenatore. Sembra passato un secolo da allora. "Rifondare questa squadra con l’arrivo di diversi giovani ti dà la fiducia di poterti ripetere”. Della serie 66 anni e non sentirli, dopo il trionfo del 1999, il tecnico scozzese ha trovato un’altra formula vincente.