Al Camp Nou vince la paura
mercoledì 23 aprile 2008
Intro articolo
In un'atmosfera da "vietato sbagliare", i nervi hanno tradito tanto i campioni del Manchester quanto quelli del Barça.
Contenuti top media
Corpo articolo
Ci sono 98.000 spettatori al Camp Nou per una semifinale che si preannuncia da brivido. Milioni di spettatori sintonizzati in tutto il mondo. L’atmosfera è elettrica, il talento in campo incommensurabile. Sir Alex Ferguson, allenatore del Manchester United FC, dichiara che la partita è a tutti gli effetti un anticipo della finale di UEFA Champions League a Mosca. Ma ad un tratto accade l’imprevedibile: nel tentativo di eccellere, i nervi si fanno sentire, e non poco.
Imprevedibilità
Forse, il bello della UEFA Champions League è che l’unica forma di certezza è l’imprevedibilità. Indipendentemente dalla forma delle squadre, i nervi tradiscono giocatori che definire esperti è un eufemismo. Altrimenti, come spiegare il fallo di mano di Gabriel Milito nel cuore dell’area che ha regalato al Manchester il calcio di rigore al 2'? Ancor più sensazionale è l’errore di Cristiano Ronaldo, indubbiamente il giocatore più in forma del momento a livello mondiale, che non impegna neanche Victor Valdés dal dischetto e manda la palla a pochi centimetri dall’incrocio.
La tensione
Sfortunatamente, l’errore non fa altro che raddoppiare la tensione di un giovane che era sembrato capace di vincere da solo il trofeo più ambito. E mentre lui prova a farsene una ragione, anche se davanti a quasi 100.000 persone è difficile, altri cadono nella trappola. Altrimenti, come spiegare il passaggio diretto di Edwin van der Sar a Lionel Messi invece di rilanciare dopo il pressing accennato da Samuel Eto'o e Andrés Iniesta al 12’?
Errore di Iniesta
Ma anche il Barça non è da meno. Iniesta effettua un passaggio da incosciente direttamente al centro della propria area, Ronaldo si precipita sul pallone e viene atterrato, ma l’arbitro Massimo Busacca lascia correre. In tutto ciò, l’intervento di Rafael Márquez è tutto disperazione e zero eleganza. Forse queste superstar meritano un pizzico di comprensione ed empatia in più. Gli stipendi sono alti, è vero, ma loro si allenano, provano, studiano e si preparano alla perfezione. Poi, al momento decisivo commettono un errore che non si vedeva dai tempi delle partitelle a scuola.
Splendide squadre
Più le due splendide squadre si studiano, come due pesi medi sempre attenti a un gancio dell’avversario, più ci si sente vicini a John Arne Riise, autore di un fatale autogol la sera prima ad Anfield. A questi livelli, la tensione colpisce quando meno te l’aspetti .
Ansia di rifarsi
Carlos Queiroz incita Ronaldo ad andare in avanti e lui torna indietro, sbracciando e lamentandosi perché non riesce a toccare palla. Prima della fine, il portoghese discute con Rio Ferdinand, prega il cielo e si dimostra ansioso di rifarsi per l’inspiegabile errore a inizio partita. Ma non bisogna essere troppo duri con lui, né con Riise. In qualche modo, questi giocatori allevieranno il dolore, calmeranno i nervi e torneranno pronti per la battaglia della prossima settimana. Nel frattempo, le pretese, le attese e la posta in gioco saranno raddoppiate.