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Al Camp Nou vince la paura

In un'atmosfera da "vietato sbagliare", i nervi hanno tradito tanto i campioni del Manchester quanto quelli del Barça.

Victor Valdés e Cristiano Ronaldo a fine gara
Victor Valdés e Cristiano Ronaldo a fine gara ©Getty Images

Ci sono 98.000 spettatori al Camp Nou per una semifinale che si preannuncia da brivido. Milioni di spettatori sintonizzati in tutto il mondo. L’atmosfera è elettrica, il talento in campo incommensurabile. Sir Alex Ferguson, allenatore del Manchester United FC, dichiara che la partita è a tutti gli effetti un anticipo della finale di UEFA Champions League a Mosca. Ma ad un tratto accade l’imprevedibile: nel tentativo di eccellere, i nervi si fanno sentire, e non poco.

Imprevedibilità
Forse, il bello della UEFA Champions League è che l’unica forma di certezza è l’imprevedibilità. Indipendentemente dalla forma delle squadre, i nervi tradiscono giocatori che definire esperti è un eufemismo. Altrimenti, come spiegare il fallo di mano di Gabriel Milito nel cuore dell’area che ha regalato al Manchester il calcio di rigore al 2'? Ancor più sensazionale è l’errore di Cristiano Ronaldo, indubbiamente il giocatore più in forma del momento a livello mondiale, che non impegna neanche Victor Valdés dal dischetto e manda la palla a pochi centimetri dall’incrocio.

La tensione
Sfortunatamente, l’errore non fa altro che raddoppiare la tensione di un giovane che era sembrato capace di vincere da solo il trofeo più ambito. E mentre lui prova a farsene una ragione, anche se davanti a quasi 100.000 persone è difficile, altri cadono nella trappola. Altrimenti, come spiegare il passaggio diretto di Edwin van der Sar a Lionel Messi invece di rilanciare dopo il pressing accennato da Samuel Eto'o e Andrés Iniesta al 12’?

Errore di Iniesta 
Ma anche il Barça non è da meno. Iniesta effettua un passaggio da incosciente direttamente al centro della propria area, Ronaldo si precipita sul pallone e viene atterrato, ma l’arbitro Massimo Busacca lascia correre. In tutto ciò, l’intervento di Rafael Márquez è tutto disperazione e zero eleganza. Forse queste superstar meritano un pizzico di comprensione ed empatia in più. Gli stipendi sono alti, è vero, ma loro si allenano, provano, studiano e si preparano alla perfezione. Poi, al momento decisivo commettono un errore che non si vedeva dai tempi delle partitelle a scuola.

Splendide squadre
Più le due splendide squadre si studiano, come due pesi medi sempre attenti a un gancio dell’avversario, più ci si sente vicini a John Arne Riise, autore di un fatale autogol la sera prima ad Anfield. A questi livelli, la tensione colpisce quando meno te l’aspetti .

Ansia di rifarsi
Carlos Queiroz incita Ronaldo ad andare in avanti e lui torna indietro, sbracciando e lamentandosi perché non riesce a toccare palla. Prima della fine, il portoghese discute con Rio Ferdinand, prega il cielo e si dimostra ansioso di rifarsi per l’inspiegabile errore a inizio partita. Ma non bisogna essere troppo duri con lui, né con Riise. In qualche modo, questi giocatori allevieranno il dolore, calmeranno i nervi e torneranno pronti per la battaglia della prossima settimana. Nel frattempo, le pretese, le attese e la posta in gioco saranno raddoppiate.