Essien sprona il Chelsea a crederci
lunedì 18 febbraio 2008
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Il centrocampista ghanese ritiene che la convinzione nei propri mezzi sia la chiave per realizzare il suo sogno: raggiungere la finale di UEFA Champions League.
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Il centrocampista del Chelsea FC Michael Essien ritiene che la convinzione nei propri mezzi sia la chiave per realizzare il sogno dei Blues: raggiungere la finale di UEFA Champions League.
Rosa all’altezza
La squadra di Avram Grant è ad Atene per affrontare l’Olympiacos CFP nell’andata degli ottavi di finale, decisa a compiere un passo verso la conquista dell’unico trofeo che le è sfuggito negli ultimi tre anni. "Abbiamo senza dubbio i giocatori per raggiungere la finale - ha spiegato Essien - . Nel calcio tutto è possibile, basta crederci. Siamo in corsa su quattro fronti e dobbiamo vincere qualcosa".
Avventura africana
Essien è tornato a disposizione del Chelsea sabato dopo sei settimane con il Ghana per la Coppa d’Africa e ha giocato dieci minuti in Coppa d’Inghilterra nel successo contro l’Huddersfield Town AFC. Nonostante la sua assenza e quelle di Salomon Kalou, Didier Drogba e John Obi Mikel, il Chelsea si è difeso bene ed è in corsa in quattro competizioni: oltre al confronto di questa sera, i Blues giocano domenica la finale di Coppa di Lega inglese contro il Tottenham Hotspur FC, si sono qualificati per i quarti della Coppa d’Inghilterra e occupano la terza posizione in campionato.
'Lotta per il posto'
Con il rientro delle stelle africane e il recupero dagli infortuni di John Terry e Frank Lampard, Grant potrà scegliere fra molte opzioni. "È bello essere tornati tutti e aver trovato nuovi compagni - ha aggiunto Essien, che ha giocato nel fine settimana con il neo acquisto Nicolas Anelka per la prima volta -. La concorrenza è sempre positiva: bisogna meritarsi il posto”.
Fortuna
Il Chelsea è stato eliminato in semifinale di UEFA Champions League in tre delle ultime quattro stagioni. Essien spiega che oltre ai giocatori serve un altro ingrediente per compiere l’ultimo passo: la fortuna. "Dagli ottavi in poi serve anche un po’ di fortuna, quella che ci è mancata negli ultimi anni".