Zanetti cuore e anima
lunedì 10 dicembre 2007
Intro articolo
Il capitano dell'Inter risponde alle domande dei lettori di uefa.com e parla del futuro, del suo gol preferito e del motivo per cui i Nerazzurri sono come una famiglia.
Contenuti top media
Corpo articolo
Quando il 22enne Javier Zanetti approdò all’FC Internazionale Milano dal CA Banfield nel 1995, pochi avrebbero potuto immaginare la traiettoria dell’argentino nelle file del club nerazzurro. Molti grandi campioni hanno indossato la casacca nerazzurra negli ultimi 13 anni, ma nessuno è diventato una bandiera come Zanetti: oltre 500 partite e infiniti chilometri macinati sulla destra. Lo scorso mese, Zanetti, 34 anni, ha raggiunto il traguardo record delle 116 presenze con l’Argentina e poi quello delle 400 partite in serie A. L’unico trofeo che non ha conquistato con l’Inter è la UEFA Champions League. Sarà questo l’anno giusto? Ecco qui le risposte dell’argentino alle vostre domande.
Quando l’Inter non vinceva, hai mai pensato di trasferirti in un altro club in Europa?
Marco, Macerata
Javier Zanetti: No, mai seriamente. Anche se ho ricevuto qualche buona offerta da grandi club, ho sempre pensato che avrei avuto l’occasione di vincere con l’Inter. Per fortuna non mi sono sbagliato. L’Inter è un club speciale, come una famiglia. Lasciare quando ci si sente così bene non è facile per nessuno.
Giocare in mezzo al campo, come stai facendo al momento, anziché correre su e giù sulla fascia, pensi possa allungarti la carriera?
Cecilia, Stoccolma
Javier Zanetti: Mi sento a mio agio in entrambe le posizioni. Anche se il mio primo ruolo è stato quello di terzino destro, mi piace giocare anche da centrocampista. Entrambi i ruoli richiedono doti fisiche e un grosso dispendio di energie. L’importante è lavorare bene durante la settimana per essere in forma il giorno della partita.
Sei il primo straniero ad aver raggiunto il traguardo delle 400 presenze in serie A (poiché Altafini ha giocato anche con la nazionale italiana). Resterai in Italia o tornerai in Argentina a fine carriera?
Jacopo, Milano
Javier Zanetti: Non ho ancora deciso. Al momento non voglio pensare a decisioni così importanti. Quando sarà il momento, ne parlerò con la famiglia e insieme decideremo. Qualunque cosa decida, mi sentirò sempre molto legato a entrambi i paesi.
A 34 anni giochi ancora in un grande club e in nazionale con l’Argentina. E soprattutto non mostri segni di cedimento. Hai sempre giocato su questi livelli?
Aubrey Matupa, New York
Javier Zanetti: Il segreto sta nella continuità. Gioco quasi tutte le partite da molti anni. Questo ti dà fiducia e stabilità. Inoltre, sono stato fortunato a non essermi mai infortunato seriamente.
Guardi le partite della tua ex squadra? Sei al corrente sulle sorti del Banfield, e sei in contatto con i tuoi amici di lì?
George Kekelia, Georgia
Javier Zanetti: Sì, guardo le partite e ho buoni amici dei miei primi anni, come Jorge 'Patrulla' Jiménez, ex difensore centrale del Banfield. Abbiamo ricevuto insieme la prima convocazione con l’Argentina nel 1995, con Daniel Passarella selezionatore. Fu un giorno speciale per entrambi, soprattutto perché inaspettato.
Il giorno in cui hai inaugurato la Fundación PUPI è stato il più emozionante della tua carriera?
Matias Paro, Buenos Aires
Javier Zanetti: È stato uno dei più importanti della mia vita poiché si realizzava un progetto e un sogno a lungo coltivato con mia moglie Paula. Le iniziative realizzate per i bambini ci fanno sentire felici. Cercare di fare di più è una sfida costante.
Cosa hai provato nel conquistare lo scudetto con l’Inter?
Johan, Indonesia
Javier Zanetti: È stata una sensazione speciale, per tutti i giocatori e i dipendenti del club. Avevamo vinto altri trofei, ma sapevamo che mancava quello più importante: lo scudetto.
Cosa è mancato, secondo te, a questa squadra che le ha impedito di vincere la Champions League o di essere fra le favorita con regolarità?
Turgut Mustafayev, Baku (Azerbaigian)
Javier Zanetti: La Champions League è particolare perché tutto può decidersi in un attimo. E' un po’ come il Mondiale: serve anche un po’ di fortuna. Lo scorso anno pensavamo di poter arrivare fino in fondo, poi contro il Valencia abbiamo dovuto fare i conti con molti infortuni. Intendo questo per attimi decisivi. La Champions League non aspetta. Per il futuro, siamo sulla buona strada, ma si tratta di cogliere i momenti.
Chi è secondo te il giocatore migliore: l’Ibrahimović di oggi o il Ronaldo nerazzurro della stagione 1997/98?
Emanuele, Roma
Javier Zanetti: Domanda molto difficile. Ronnie nel 1998 era semplicemente straordinario. Zlatan ha dimostrato la sua classe. Ma potrebbero giocare insieme ed essere entrambi decisivi, perché hanno caratteristiche diverse.
i) Giocare la finale di UEFA Champions League con l’Inter ti farebbe guardare in modo diverso alla tua carriera di giocatore?
ii) Vincere lo scudetto quest’anno con AC Milan, Juventus e Fiorentina senza più penalizzazioni avrebbe un significato speciale per voi interisti?
Paul Atwell
Javier Zanetti: Ho due grandi sogni: vincere la Champions League con l’Inter, come fece la 'La Grande Inter', e conquistare il Mondiale con l’Argentina. Sono entrambi la mia ossessione. Il modo migliore per realizzarli è di procedere passo per passo. Per quanto riguarda la seconda domanda, ogni scudetto è speciale. Il primo è stato speciale perché dopo tutto quello che è successo ci sentivamo meritevoli di quel titolo. È stato giusto festeggiarlo, anche se in precampionato. Il secondo è stato anche speciale perché conquistato con il record di punti. Abbiamo battuto tutte le squadre penalizzate, dimostrando di avere la squadra migliore. Se vinceremo lo scudetto quest’anno, sarà speciale ma non più dei precedenti.
Cosa hai provato a vincere la Coppa UEFA nel 1998 dopo aver segnato quel gran gol? Hai segnato gol più belli di quello alla Lazio?
Carlos Trejo, Messico
Javier Zanetti: Sì, penso sia uno dei due gol più belli segnati in carriera. È stato speciale perché è coinciso con il primo grande trofeo in Italia. L’altro gol è quello a Francia '98 contro l’Inghilterra: uno schema su punizione, staccandomi dalla barriera verso l’esterno.
Cosa ne pensi del Fenerbahçe SK e del suo sistema di gioco? Pensi che sarà l’altra squadra a qualificarsi nel Gruppo G insieme all’FC Internazionale?
Aytek Cingitas, Turchia
Javier Zanetti: Sì, sono sicuro che si qualificherà. Gioca un calcio bello da vedere e pulito, tipico di Zico.
La seconda parte dell’intervista a Javier Zanetti sarà pubblicata su uefa.com la prossima settimana: non mancate l’appuntamento con il Magazine di venerdì 14 dicembre.