Il Barcellona ha ancora fame
lunedì 11 settembre 2006
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L'esperienza maturata durante la scorsa stagione, combinata all'indubbio talento dei giocatori in rosa, basteranno per ripetere il successo del 2005/06?
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La parola d’ordine che Frank Rijkaard ha imposto nello spogliatoio dell’FC Barcelona è concentrazione: vietato fare previsioni a lungo termine o parlare troppo di una partita che non sia la prossima in programma, un calendario che per il club catalano quest’anno è davvero intenso.
Talento ed esperienza
Dopo il trionfo europeo di maggio a Parigi, culmine di una stagione quasi perfetta che li ha visti imporsi anche nella Liga spagnola, i blaugrana mettono sul piatto della UEFA Champions League 2006/07 oltre al loro indiscusso talento anche una bella dose di esperienza. Qualità che comunque non è detto siano sufficienti per difendere il titolo di campioni d’Europa: dal cambiamento di formato avvenuto nel 1993, ancora nessun club ci è infatti riuscito.
Un sostituto per Larsson
In Europa, l’anno scorso il Barcellona ha concesso agli avversari solo 5 gol, segnandone ben 24. Dati che hanno suggerito di non stravolgere la rosa a disposizione del tecnico olandese. L’unica mossa ritenuta strettamente necessaria è stata infatti l’acquisto di un sostituto per il partente Henrik Larsson.
Più forti in difesa
La scelta è caduta su Eidur Gudjohnsen, punta del Chelsea FC, che si è già ambientato perfettamente al Camp Nou. L’arcigna difesa è stata poi ulteriormente rinforzata con gli arrivi di Lilian Thuram e Gianluca Zambrotta dalla Juventus.
Stelle multiuso
Rijkaard è consapevole dei vantaggi che offre una rosa ampia, necessaria per riuscire a stare dietro a un calendario sempre più fitto, ma conosce bene anche l’importanza di avere giocatori che siano in grado di ricoprire più ruoli: l’arrivo di Gudjohnsen, Thuram e Zambrotta ha ampliato ancora di più le possibilità di una squadra già molto versatile.
Risultati determinanti
Per il terzo anno consecutivo, il Barcellona incontrerà il Chelsea, ma non è detto che questa volta la posta in gioco sia altrettanto elevata: non è infatti certo che i due scontri termineranno con l’eliminazione di uno dei due titani. I giornalisti hanno ovviamente enfatizzato lo scontro tra spagnoli e inglesi, ma per i giocatori saranno i risultati ottenuti contro le altre due squadre inserite nel gruppo, Werder Bremen e PFC Levski Sofia, a essere determinanti.
Cercasi perfezione
"La cosa più importante è riuscire a qualificarsi e, se possibile, chiudere il girone in testa – spiega Gudjohnsen -. Non giochiamo solo contro il Chelsea, i punti ce li dovremo guadagnare anche contro Werder e Levski. Dobbiamo giocare ogni partita al meglio delle nostre possibilità e se riusciremo a vincerle tutte, ben venga".
Concentrati su se stessi
Anche Ronaldinho non intende preoccuparsi troppo della squadra guidata da José Mourinho, perché ritiene che la chiave di volta nei loro successi sia il modo in cui i blaugrana scendono in campo. "Sappiamo tutti quanto forte sia il Chelsea – dice il brasiliano -. Ha una rosa fortissima, che gli arrivi di quest’estate hanno ulteriormente rinforzato. Ma secondo me non ci fa bene pensare troppo alle altre squadre".
Ripetere la stagione passata
Nonostante i successi ottenuti, al Camp Nou non c’è segno di arroganza: aver vinto una manciata di trofei ha anzi avuto l’effetto di stimolare ancora di più i giocatori, che come il loro tecnico sono determinati a ripetere i trionfi della stagione passata.